Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 SCENA X
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
 Signor quali predici
 venture all'amor mio?
 SEMIRAMIDE
                                           Poco felici.
350Sudai finora invano
 con Scitalce per te. Di lui ti scorda,
 non è degno d'amor.
 TAMIRI
                                        Perché?
 SEMIRAMIDE
                                                         Ti basti
 saper che non si trova
 il più perfido core, il più rubello.
 SCITALCE
355Signor, parli di me? (Avanzandosi)
 SEMIRAMIDE
                                         Di te favello.
 SCITALCE
 (E pure impallidisce). (Ritirandosi indietro)
 TAMIRI
                                            E s'ei non m'ama
 perché si fa rivale
 d'Ircano e di Mirteo? Chiedasi
 SEMIRAMIDE
                                                          Ah ferma (Arrestandola)
 non gli parlar, se la tua pace brami.
 TAMIRI
360Ma la cagion?
 SEMIRAMIDE
                            Tu sei
 innocente in amore: ed egli ha l'arte
 d'affascinar chi sue lusinghe ascolta.
 SCITALCE
 Nino...   (Appressandosi)
 SEMIRAMIDE
                  Eh taci una volta, (Con impeto)
 non turbarci così.
 SCITALCE
                                   Ma qui si tratta
365del mio riposo e compatir tu dei...
 TAMIRI
 Ma Scitalce io vorrei
 chiaro intendere alfin quai son gli affetti,
 che nascondi nel seno.
 SCITALCE
                                           In seno ascondo
 un incendio per te. L'unico oggetto
370sei tu di mia costanza:
 il mio ben, l'idol mio, la mia speranza.
 SEMIRAMIDE
 (Perfido!)
 TAMIRI
                      Io non intendo
 se siano i detti tuoi finti o veraci;
 eccedi e quando parli e quando taci.
 SCITALCE
 
375   Se intende sì poco (A Semiramide)
 che ho l'alma piagata,
 tu dille il mio foco,
 tu parla per me.
 (Sospira l'ingrata, (Da sé)
380contenta non è).
 
    Sai pur che l'adoro, (A Semiramide)
 che peno, che moro,
 che tutta si fida
 quest'alma di te.
385(Si turba l'infida,
 contenta non è). (Parte)