Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE sola
 
 SEMIRAMIDE
 Sarà dunque Scitalce
395sposo a Tamiri e tollerar lo deggio?
 Lo sia. Qual cura io prendo
 d'un traditor? Potessi almen spiegarmi,
 dirgli ingrato, infedel; ma in gran periglio
 pongo me stessa; ah che farò? Vorrei
400e parlare e tacer. Dubbiosa intanto
 e non parlo e non taccio;
 di sdegno avvampo e di timore agghiaccio.
 
    Passaggier che su la sponda
 sta nel naufrago naviglio,
405or al legno, ed or all'onda
 fissa il guardo e gira il ciglio.
 Teme il mar, teme l'arene
 vuol gittarsi e si trattiene
 e risolversi non sa.
 
410   Pur la vita e lo spavento
 perde alfin nel mar turbato.
 Quel momento fortunato
 quando mai per me verrà? (Parte)
 
 Fine dell’atto primo