Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 SCENA III
 
 SIBARI solo
 
 SIBARI
 Quell'ira ch'io destai
 molto giovar mi può. Scitalce estinto
 dal timor mi difende
 ch'ei palesi il mio foglio;
835e di lei che m'accende
 un inciampo mi toglie al letto, al soglio.
 Questa dolce lusinga
 di delitto in delitto, oh dio, mi guida;
 ma il rimorso or che giova?
840Quando il primo è commesso,
 necessario diventa ogn'altro eccesso.
 
    Or che sciolta è già la prora
 sol si pensi a navigar
 Quando fu nel porto ancora
845era bello il dubitar. (Parte)