L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 SCENA VI
 
 Camera.
 
 FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
850Non vuo' sentire.
 FORESTO
                                  Eh via, signor Fabrizio,
 siete un uom di giudizio,
 siete un uomo civile,
 non fate che vi domini la bile.
 FABRIZIO
 Che bile? Che m'andate
855bilando e strabilando!
 Ve ne dovete andar qualor vi mando.
 FORESTO
 Finalmente fu scherzo.
 FABRIZIO
 Sì, fu scherzo ma intanto
 l'orologio, la scatola e l'anello
860non si vedono più.
 FORESTO
                                     Siete in errore;
 eccovi l'orologio,
 la scatola e l'anello.
 Ciò ch'ha di vostro ognun di noi vi rende
 né d'usurpar il vostro alcun pretende. (Gli dà l’orologio, la scatola e l’anello)
 FABRIZIO
865Eh non dico, non dico ma vedermi
 strappazzato e deriso...
 FORESTO
 Lo fan sul vostro viso
 per prendersi piacer ma dietro poi
 le vostre spalle ognun vi reca lode
870e del vostro bon cuor favella e gode.
 FABRIZIO
 Son bon amico e faccio quel ch'io posso.
 FORESTO
 A proposito, amico,
 che facciam questa sera?
 La carrozza è venduta,
875sono andati i cavalli
 e da cena non v'è.
 FABRIZIO
                                   Come? In un giorno
 tanti bei ducatoni sono andati?
 FORESTO
 I debiti maggior si son pagati.
 FABRIZIO
 Io non so che mi far.
 FORESTO
                                        Siete in impegno,
880sottrarvi non potete.
 FABRIZIO
 Consigliatemi voi, se lo sapete.
 FORESTO
 L'orologio e l'anello
 si potrian impegnar.
 FABRIZIO
                                         Sì, dite bene.
 FORESTO
 Ma non so se denaro
885si troverà abbastanza.
 FABRIZIO
                                           Ecco, prendete
 questa scatola ancora.
 Altro più non mi resta,
 Foresto caro, a terminar la festa.
 FORESTO
 Siete un grand'uom; peccato
890non abbiate il tesor maggior del mondo
 (che presto noi gli vedremmo il fondo).
 Vado a trovar denaro
 e tosto a voi ritorno.
 Un certo non so che si va ideando.
895Qualor torno, saprete il come e il quando. (Parte)