Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA X
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
305Signor, quali predici
 venture all'amor mio?
 SEMIRAMIDE
                                           Poco felici.
 Sudai finora invano
 con Scitalce per te. Di lui ti scorda,
 non è degno d'amor.
 TAMIRI
                                        Perché?
 SEMIRAMIDE
                                                         Ti basti
310saper che non si trova
 il più perfido core, il più rubello.
 SCITALCE
 Signor, parli di me? (Avanzandosi)
 SEMIRAMIDE
                                         Di te favello.
 SCITALCE
 (E pure impallidisce). (Ritirandosi indietro)
 TAMIRI
                                            E s'ei non m'ama,
 perché si fa rivale
315d'Ircano e di Mirteo? Chiedasi...
 SEMIRAMIDE
                                                             Ah ferma (Arrestandola)
 non gli parlar, se la tua pace brami.
 TAMIRI
 Ma la cagion?
 SEMIRAMIDE
                            Tu sei
 innocente in amore ed egli ha l'arte
 di affascinar chi sue lusinghe ascolta.
 SCITALCE
320Nino. (Appressandosi)
 SEMIRAMIDE
               Eh taci una volta,
 non turbarci così.
 SCITALCE
                                   Ma qui si tratta
 del mio riposo e compatir tu dei...
 TAMIRI
 Ma Scitalce io vorrei
 chiaro intendere alfin quai son gli affetti
325che nascondi nel seno.
 SCITALCE
                                           In seno ascondo
 un incendio per te. L'unico oggetto
 sei tu di mia costanza.
 Il mio ben, l'idol mio, la mia speranza.
 SEMIRAMIDE
 (Perfido!)
 TAMIRI
                      Io non intendo
330se siano i detti tuoi finti o veraci;
 eccedi e quando parli e quando taci.
 SCITALCE
 
    Se intende sì poco (A Semiramide)
 ch'ho l'alma piagata,
 tu dille il mio foco,
335tu parla per me.
 (Sospira l'ingrata,
 contenta non è).
 
    Sai pur che l'adoro, (Come sopra)
 che peno, che moro,
340che tutta si fida
 quest'alma di te.
 (Si turba l'infida,
 contenta non è). (Parte)