Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE sola
 
 SEMIRAMIDE
 Sarà dunque Scitalce
 sposo a Tamiri e tollerar lo deggio?
 Lo sia. Qual cura io prendo
 d'un traditor? Potessi almen spiegarmi,
355dirgli ingrato, infedel; ma in gran periglio
 pongo me stessa; ah che farò? Vorrei
 e parlare e tacer. Dubbiosa intanto
 e non parlo e non taccio;
 di sdegno avvampo e di timore agghiaccio.
 
360   Passaggier che su la sponda
 sta del naufrago naviglio,
 or al legno ed or all'onda
 fissa il guardo e gira il ciglio.
 Vuol gittarsi e si trattiene
365e risolversi non sa.
 
    Pur la vita e lo spavento
 perde alfin nel mar turbato.
 Quel momento fortunato
 quando mai per me verrà?
 
 Fine dell’atto primo