Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA IV
 
 Gabinetti reali.
 
 SEMIRAMIDE, uno de’ custodi, poi SCITALCE
 
 SEMIRAMIDE
720Nol voglio udir. Da questa reggia Ircano
 parta a momenti. Egli perdé nel vile
 tradimento intrapreso
 ogni ragione all'imeneo conteso.
 Odi: (Alla guardia che partiva) Scitalce a me s'inoltri. Io tremo (Parte la guardia)
725ripensando a Mirteo. Con quale orgoglio
 or mi parlò! Non è suo stil. Che avvenne?
 Che vuol? Mi ravvisò? Principe ah siamo (A Scitalce che arriva)
 in gran periglio entrambi. Ho gran sospetto
 che Mirteo ci conosca. Ai detti audaci,
730all'insolito sdegno, alle minacce
 misteriose e tronche o giurerei
 ch'ei ci scoprì. Per quest'istanti appena
 ch'io parlo teco a differir la pugna
 indussi il suo furor.
 SCITALCE
                                       Rendimi il brando,
735lasciami dunque in libertà.
 SEMIRAMIDE
                                                    Vincendo
 che giovi a me, quando ei mi scopra? Ah pensa
 che all'estrema sventura
 io ridotta sarei.
 SCITALCE
                               Questa è tua cura.
 SEMIRAMIDE
 Ma se senza tuo danno
740tu potessi salvarmi,
 nol faresti o crudel?
 SCITALCE
                                       La tua salvezza
 non dipende da me.
 SEMIRAMIDE
                                        Da te dipende.
 Odimi sol
 SCITALCE
                      Parla. (Con disprezzo)
 SEMIRAMIDE
                                   E che vuoi ch'io dica,
 se m'ascolti così? Fin ch'io ragiono
745placa quell'ira o caro:
 modera quel dispetto,
 prometti di tacer.
 SCITALCE
                                   Parla. Il prometto
 SEMIRAMIDE
 (M'assisti amor).
 SCITALCE
                                   (Che mai può dirmi).
 SEMIRAMIDE
                                                                             Or senti.
 Se la tua man mi porgi...
 SCITALCE
750Che! La mia man?
 SEMIRAMIDE
                                     Rammenta
 che dei tacer. M'avanza
 molto ancor che spiegarti
 SCITALCE
                                                 (Oh tolleranza!)
 SEMIRAMIDE
 Se la tua man mi porgi
 tutto in pace sarà. Vedrà Mirteo
755col felice imeneo
 giustificato in noi l'antico errore;
 più rivale in amore
 non gli sarà Scitalce; e quando uniti
 voi siate in amistà, l'armi d'Egitto,
760le forze del tuo regno, i miei fedeli,
 se ben scoperta io sono,
 saran bastanti a conservarci il trono.
 Oh viver fortunato,
 oh dolce uscir di vita
765con l'idol mio, col mio Scitalce unita!
 SCITALCE
 (Se men la conoscessi
 al certo io cederei).
 SEMIRAMIDE
                                      Perché non parli?
 SCITALCE
 Promisi di tacer.
 SEMIRAMIDE
                                  Tacesti assai;
 è tempo di parlar.
 SCITALCE
                                    Rendimi il brando
770altro a dir non mi resta.
 SEMIRAMIDE
 Non hai che dirmi! E la risposta è questa?
 SCITALCE
 Vuoi dunque ch'io risponda? Odimi. Esposto
 degli uomini allo sdegno,
 all'ira degli dei
775prima d'esserti sposo esser vorrei.
 SEMIRAMIDE
 E questa è la mercede
 che rendi a tanto amore
 anima senza legge e senza fede?
 Tradita, disprezzata,
780ferita, abbandonata,
 mi scopro, ti perdono,
 t'offro il talamo, il trono
 e non basta a placarti
 e a pietà non ti desti?
785Qual tigre t'alattò? Dove nascesti?
 SCITALCE
 E ancor con tanto orgoglio...
 SEMIRAMIDE
 Taci, ingiurie novelle udir non voglio.
 Custodi olà, (Esce un custode, che ricevuto l’ordine parte; indi ritorna con la spada, quale consegna a Scitalce) rendete
 il brando al prigionier; libero sei;
790va' pur dove ti guida
 il tuo cieco furor; vanne ma pensa
 ch'oggi ridotta alla sventura estrema
 vendicarmi saprò; pensaci e trema.
 
    Fuggi dagli occhi miei,
795perfido, ingannator.
 Ricordati che sei,
 che fosti un traditor,
 ch'io vivo ancora.
 
    Misera, a chi serbai
800amore e fedeltà?
 A un barbaro che mai
 non dimostrò pietà,
 che vuol ch'io mora. (Parte)