Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 IL TRIONFO DI CLELIA
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel real teatro dell’Ajuda nel felicissimo giorno natalizio del fedelissimo monarca don Giuseppe I, re di Portogallo, Algarve, etcetera, etcetera, nel dì 6 giugno 1774.
    Nella Stamperia Reale.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Risoluto Porsenna re de’ Toscani di ristabilir sul trono di Roma Tito Tarquinio, ultimo figliuolo di Tarquinio il Superbo che n’era stato scacciato, andò con potentissimo esercito ad assediarla. Le istanze degl’angustiati Romani secondate dall’eccessivo stupore cagionato nel re dalla portentosa costanza del celebre Muzio Scevola ottennero alcuni giorni di tregua, per trattar seco di pace, a patto che per sicurezza di quella si desse dagli assediati un prescritto numero di ostaggi, fra’ quali il più considerabile fu l’illustre Clelia, nobile donzella romana. Le scoperte fraudolenti violenze di Tarquinio e le replicate prove di valore date frattanto da’ Romani produssero in Porsenna, come negli animi grandi d’ordinario avviene, disprezzo ed abborrimento per l’uno, amore ed ammirazione per gli altri. A segno che nell’udir finalmente il più che viril coraggio di Clelia nel passare il Tevere a nuoto (fatto che al dir di Livio egli esaltò sopra quei di Scevola e di Coclite) si cangiò nel magnanimo re in emulazion di gloria tutta la concepita ammirazione. Quindi recandosi a grave fallo il defraudar la posterità de’ numerosi esempi di virtù che dovea promettersi da’ primi saggi d’un simil popolo, invece d’opprimerlo come potea, elesse di stringersi seco in sincero nodo di amicizia e di pace, e di generosamente lasciarlo nel tranquillo possesso della sua contrastata libertà (Livio, Dionisio Alicarnasseo, Plutarco, Floro, Aurelio Vittore).
    L’azione si rappresenta nel campo toscano fra la sponda del Tevere e le radici del Gianicolo.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: camere interne destinate a Clelia in un real palazzo suburbano, situato fra le sponde del Tevere e le radici del Gianicolo ed occupato da Porsenna in occasione dell’assedio di Roma; logge reali dalle quali si scuopre tutto l’esercito toscano, attendato sulla pendente costa dell’occupato Gianicolo.
    Nell’atto secondo: galleria corrispondente a diversi appartamenti; angusto delizioso ritiro di verdure nell’interno real giardino; fabbriche antiche alla riva toscana del Tevere, sopra di cui il ponte Sublicio che nasconde uno dei’ suoi capi alla sinistra fra gli antichi nominati edifici e lascia visibile l’altro sull’opposta sponda del fiume, prospetto di Roma in lontano.
    Nell’atto terzo: orti pensili corrispondenti alle interne camere di Clelia circondati da balaustre e cancelli che chiudono l’unica uscita donde discende ad una solitaria ripa del Tevere, del quale si vede gran parte; reggia illuminata in tempo di notte.
 
    Il dramma è del celebre abate Metastasio, poeta cesareo. La musica è nuova composizione del celebre Jommelli, maestro di cappella pensionario all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le scene sono d’invenzione del signor Giacomo Azzolini, architetto teatrale all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le macchine e decorazioni sono del signor Petronio Mazzoni, macchinista all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Li abiti de’ virtuosi cantanti sono d’invenzione e disegno degl’eredi Mainino di Milano; quelli de’ danzerini del signor Paolo Solenghi all’attual servizio di sua maestà fedelissima.
 
 
 ATTORI
 
 PORSENNA re de’ Toscani
 (il signor Luigi Torriani)
 CLELIA nobile donzella romana, ostaggio nel campo toscano, destinata sposa di Orazio
 (il signor Giambattista Vasques)
 ORAZIO ambasciador di Roma
 (il signor Carlo Reyna)
 LARISSA figliuola di Porsenna, amante occulta di Mannio e destinata sposa a Tarquinio
 (il signor Giuseppe Orti)
 TARQUINIO amante di Clelia
 (il signor Giovanni Ripa)
 MANNIO principe de’ Veienti, amante di Larissa
 (il signor Giuseppe Romanini)
 Tutti virtuosi della Real Cappella di sua maestà fedelissima.
 
 Comparse: giovani cavalieri toscani con Porsenna, soldati toscani con Porsenna, cavalieri romani con Orazio, soldati romani con Orazio, guastatori romani con Orazio, incendiari romani con Orazio, paggi con Clelia e Larissa.
 
 
 LI BALLI
 
    Li balli sono d’invenzione del signor Francesco Sauveterre ed eseguiti dalli seguenti: signor Pietro Colonna, signor Tommaso Zucchelli, signor Benedetto Lombardi, signor Paolo Orlandi, signor Giambattista Flambò, signor Niccola Midossi, signor Teofilo Corazzi, signor Carlo Vitalba, signor Francesco Zucchelli, signor Luigi Bellucci, signor Luigi Bardotti, signor Maurino Zucchelli, tutti all’attual servizio de sua maestà fedelissima.