Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 SCENA XI
 
 TARQUINIO e detto
 
 Mentre ORAZIO si trattiene a dar gli ordini per il taglio del ponte e che si veggono venire soldati e guastadori con faci ed istromenti per eseguirlo, escono sull’innanzi dalla sinistra i toscani fuggitivi seguiti da TARQUINIO che con spada alla mano gli arresta dicendo:
 
 TARQUINIO
 Dove o codardi? Ah chi vi fuga almeno
 volgetevi a mirar. Colà del vostro
 vergognoso spavento (Accennando Orazio)
 vedete la cagion. Macchia sì nera
600deh a cancellar tornate. Ah non pervenga
 ai secoli remoti
 tale infamia di voi. Non si rammenti
 un dì per vostro scorno
 che fu da un ferro solo
605un esercito intero oggi respinto,
 che un sol roman tutta l'Etruria ha vinto.
 (Preceduti da Tarquinio corrono i toscani a rinnovar l’assalto rientrando per la sinistra. Intanto avendo già le fiamme cominciato ad impadronirsi della parte opposta del ponte, si veggono alcuni romani sollecitare Orazio a mettersi in sicuro, a’ quali:)
 ORAZIO
 No, compagni io non voglio
 il passo abbandonar. Finché non sia
 questo varco interrotto in me ritrovi
610un argine il Toscano. Alle mie spalle
 franchi il ponte abbattete;
 non vi trattenga il mio periglio. Abbiate
 cura di Roma e non di me. Del cielo
 io col favore antico
615saprò... L'opra s'affretti. Ecco il nemico.
 (Orazio va ad incontrare i toscani a mezzo il ponte e gli trattiene combattendo. Intanto crescono le fiamme e s’impadroniscono di quella parte del medesimo che appoggia sulla sponda romana, la quale cedendo finalmente alla violenza del fuoco, a’ colpi ed agli urti de’ numerosi guastatori, stride, vacilla e ruina. Spaventati i toscani dal terribile fragore della caduta, precipitosamente fuggendo, lasciano vuoto il ponte; e sulla parte intera di quello si vede Orazio rimanere intrepido e solo)