L’Arcadia in Brenta, libretto, Bologna, Borghi, 1751

 SCENA VII
 
 Madam LINDORA e detti
 
 LINDORA
 Come non v'è nessuno
 che mi venga ad incontrar? Dov'è il padrone?
 FABRIZIO
270Vi priego ingenocchione
 perdonar se ho tardato.
 LINDORA
 Il padrone di casa è un malcreato.
 FABRIZIO
 Il padrone son io.
 LINDORA
 Ah scusi padron mio,
275detto ho così per giocco,
 gli dimando perdon, se ho detto pocco.
 FABRIZIO
 Che serve, un'altra volta
 meglio si porterà.
 LINDORA
 Guardate per pietà
280che non vi siano fiori,
 io non posso sentir cattivi odori.
 FABRIZIO
 L'odor non è cattivo, faccia grazia.
 Qualche disgrazia?
 LINDORA
 Maledetto giardino,
285ho sentito l'odor di gelsomino.
 FABRIZIO
 Vuol che lo butti via?
 LINDORA
                                         Subito, presto...
 FABRIZIO
 Vattene, o brutto vaso,
 che di madama hai conturbato il naso.
 LINDORA
 È lei il signor Fabrizio?
 FABRIZIO
                                             Sì signora.
 LINDORA
290E questo è il suo casin?
 FABRIZIO
                                             Questo è il casino
 ove ogn'anno villeggio.
 LINDORA
 Oibò, che robba, non si può far di peggio.
 FABRIZIO
 Se mai non gli piacesse, ella è padrona
 di andar quando li pare.
 LINDORA
295No no, non voglio fare
 questo gran torto al mio signor Fabrizio.
 Resterò, vi farò questo servizio.
 FABRIZIO
 Ma se mai se ne volesse
 andar...
 LINDORA
                  Dite, ove sono
300l'arcadi pastorelle?
 FABRIZIO
                                     Io non lo so.
 LINDORA
 Non importa signor, le cercherò.
 FABRIZIO
 Comanda ch'io la servi?
 LINDORA
                                              Obligattissima,
 voi siete un po' vechietto,
 io voglio che mi serva un giovinetto.
 FABRIZIO
305Adunque se io son vecchio
 perché viene da me?
 LINDORA
                                         Per tormi spasso.
 FABRIZIO
 Spasso de' fatti miei?
 LINDORA
                                          No, bel visino,
 di voi non mi burlo, anzi vi stimo,
 vi lodo e vi professo obbligazione
310e vi dico che siete un bel m...
 FABRIZIO
                                                       Un bel minchione.
 LINDORA
 Non dicevo così.
 FABRIZIO
                                 Ma io lo dico.
 LINDORA
 Quando lo dite voi, nol contradico.
 FABRIZIO
 Ma vede che una donna
 di spirito come lei
315perdere il tempo suo co' pari miei...
 LINDORA
 Voi siete un bello spirto,
 voi siete della Brenta il primo onore,
 d'Arcadia il gran pastore
 siete, signor Fabrizio,
320senza difetto alcun.
 FABRIZIO
                                      Senza giudizio.
 LINDORA
 Eh! Che dite!
 FABRIZIO
                            Conosco il merto mio.
 LINDORA
 Quando lo dite voi, lo dico anch'io.
 FABRIZIO
 Dunque...
 LINDORA
                      Dunque men vado
 a ritrovar le belle
325di questa vostra Arcadia pastorelle.
 
    Riverente a lei m'inchino.
 Eh! Braccieri! Qui la mano,
 venga presto... Andate piano.
 Venga poi... Non mi stroppiate.
330Correr troppo voi mi fate.
 Mi vien mal... Non posso più.
 
    Via, bel bello, andiamo avanti,
 le son serva, addio, monsiù.