L’Arcadia in Brenta, libretto, Verona, Saracco, 1752

 SCENA III
 
 Giardino che termina al fiume Brenta.
 
 ROSANNA, LAURA, GIACINTO, FORESTA sopra sedili erbosi, poi FABRIZIO
 
 A QUATTRO
 
    Che amabile contento
 fra questi ameni fiori
 godere il bel concento
 degli augellin canori!
110Che bell'udir quest'aure,
 quell'onde a mormorar!
 
 FABRIZIO
 
    Che bella compagnia!
 Fa proprio innamorar.
 
 A QUATTRO
 
    Che bell'udir quest'aure,
115quell'onde sussurrar!
 
 GIACINTO
 Bellissima Rosana,
 nell'Arcadia novella
 bramo che siate voi mia pastorella.
 ROSANA
 Anzi mi fate onore
120e vi accetto, signor, per mio pastore.
 FORESTA
 E noi Lauretta cara
 seguendo dell'Arcadia i paragoni,
 le pecore sarem...
 LAURA
                                   Loro i caproni.
 FABRIZIO
 Bravi, così mi piace.
125Voi quattro in buona pace
 state qui allegramente
 ed il povero Fabrizio niente, niente.
 GIACINTO
 Via, sedete, o signore.
 FABRIZIO
                                           Io sederei
 qui volontieri un poco,
130se la padrona mia mi desse loco.
 FORESTA
 Intesi a dir fra l'altre cose vere
 che non manca mai sedia a chi ha il sedere.
 FABRIZIO
 (Cappari! Il caso è brutto.
 Io niente ed uno tutto? Aspetta, aspetta).
135Foresta una parola. (A Foresta)
 FORESTA
                                       E che volete?
 FABRIZIO
 Parlar di quel negozio.
 FORESTA
 Di che?
 FABRIZIO
                  Non m'intendete? Uh capo storno!
 FORESTA
 Dell'arsan?
 FABRIZIO
                               Io!
 FORESTA
                                       Lauretta, adesso torno. (S’alza)
 Eccomi, ov'è il denaro?
 FABRIZIO
140Aspettate un momento.
 Passeggiate un tantino ed io mi sento. (Siede nel loco di Foresta)
 Ah ah, te l'ho ficcata.
 Oh questa sì ch'è bella,
 io non voglio star senza pastorella.
 FORESTA
145Pazienza, me l'hai fatta;
 ma mi vendicherò.
 LAURA
                                      (Vuo' divertirmi).
 Bella creanza al certo!
 Dove apprendeste mai
 cotanta inciviltà? (S’alza)
 FABRIZIO
                                   Ma finalmente...
 LAURA
150Finalmente, vi dico...
 FABRIZIO
 Son io...
 LAURA
                  Voi siete un bell'ignorantaccio.
 Dirò meglio; voi siete un assinaccio.
 FABRIZIO
 Al padrone di casa?
 LAURA
                                       Che padrone!
 Questa casa ch'è qui non è più vostra,
155questa è l'Arcadia nostra,
 noi siamo pastorelle e voi pastore;
 e non serve che fate il bell'umore.
 FABRIZIO
 Dice ben.
 FORESTA
                     La capite!
 LAURA
 Non occorre che dite:
160«Voglio, non voglio».
 FABRIZIO
                                         Oibò.
 FORESTA
                                                      Vogliamo fare
 tutto quel che ci pare.
 FABRIZIO
 Signorsì.
 LAURA
                    E non è poca
 la nostra cortesia
 che non v'abbiam sinor cacciato via.
 FABRIZIO
165Padroni.
 FORESTA
                   Avete inteso?
 FABRIZIO
 Se non son sordo.
 LAURA
                                   Acciò ben la capisca
 la vostra mente stolta,
 ve lo tornerò a dir un'altra volta.
 
    Vogliamo fare
170quel che ci pare.
 Vogliam cantare,
 vogliam ballare
 e voi tacete,
 poiché voi siete
175senza giudizio,
 signor Fabrizio,
 siete arrabbiato?
 Via ch'ho burlato,
 non dirò più.
 
180   L'Arcadia nostra
 tutto permette.
 Due parolette
 non fanno male.
 Un animale
185di voi più docile
 giammai non fu.