L’Arcadia in Brenta, libretto, Bologna, Pisarri e Primodì, 1753 (Faenza)

 SCENA VII
 
 Arriva un borchiello con entro il conte BELLEZZA che sbarca su la riva. FABRIZIO e conte Bellezza
 
 FABRIZIO
205(Poh! Che gran signorone!
 Costui porre mi vuol in soggezione).
 CONTE
 Permetta, anzi conceda
 che prostrato si veda
 al prototipo ver de' generosi
210l'infimo de' suoi servi rispettosi.
 FABRIZIO
 Servitor obbligato...
 CONTE
 La fama ha pubblicato
 i pregi vostri con eroica tromba;
 l'eco intorno rimbomba
215il nome alto sovrano
 di Fabrizio Fabron da Fabriano.
 FABRIZIO
 Servitore di lei...
 CONTE
 Ed io pur bramerei,
 anzi sospirarei,
220ben che il merito mio sia circonscritto,
 nel ruolo de' suoi servi esser descritto.
 FABRIZIO
 Anzi de' miei padroni.
 CONTE
 Ah, mio signor, perdoni
 se tracotante, ardito,
225prevenendo l'invito,
 per far la mente mia sazia e contenta,
 son venuto a goder l'Arcadia in Brenta.
 FABRIZIO
 S'accomodi...
 CONTE
                           La fama
 poco disse finor di voi parlando,
230voi cantando, esaltando,
 veggo più, veggo molto
 in quel amabil volto
 che con raggi di placido splendore
 nudrite in sen un generoso core.
 FABRIZIO
235Signor lei mi confonde;
 vorrei dir ma non so,
 per andar alla breve, io tacerò.
 CONTE
 Quel silenzio loquace
 quanto, quanto mi piace!
240Ella vuol favorirmi ed io mi arrendo.
 Ed accetto le grazie e grazie rendo.
 FABRIZIO
 Le renda o non le renda
 è tutta una facenda,
 se qui vuole restar mi farà onore,
245ceremonie non fo, son di buon core.
 CONTE
 Viva il bon cor; anch'io nelle persone
 odio l'affettazione.
 FABRIZIO
 Così mi piace... Vada pur... Pancrazio (Chiamando il servo)
 servi questo signor...
 CONTE
                                         L'esuberanza,
250anzi l'esorbitanza
 delle grazie, onde lei mi ha incatenato...
 FABRIZIO
 Vada. Basta così.
 CONTE
                                  Lasci che almeno...
 FABRIZIO
 Vada per carità.
 CONTE
                                Non sia mai vero
 che io manchi al dover mio...
 FABRIZIO
255Vada lei mio signore o che vada io.
 CONTE
 
    Fabrizio amabile
 io parto, addio,
 vi son servitor
 ma quel bel volto
260sì ben raccolto
 spiega l'idea
 del suo bel cor.
 (Pur non s'avede
 che ci è l'inganno,
265che gran piacer).
 
    L'uom di bon core
 amico garbato,
 vi sono obbligato.
 Lo dico da vero,
270credetelo a me. (Parte)