L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Ghislandi, 1758 (Novara)

 SCENA VI
 
 Camera.
 
 FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
 Non vuo' sentire.
 FORESTO
                                  Eh via. Signor Fabrizio,
 siete un uom di giudizio,
 siete un uomo civile,
800non fate che vi domini la bile.
 FABRIZIO
 Che bile? M'andate
 bilando, strabilando!
 Ve ne dovete andar qualor vi mando.
 FORESTO
 Finalmente fu scherzo.
 FABRIZIO
805Sì, fu scherzo ma intanto
 l'orologio, la scatola e l'anello
 non si vedono più.
 FORESTO
                                     Siete in errore,
 eccovi l'orologio,
 la scatola e l'anello.
810Ciò ch'ha di vostro ognun di noi vi rende
 né d'usurpar il vostro alcun pretende. (Gli dà l’orologio, la scatola e l’anello)
 FABRIZIO
 Eh non dico, non dico ma vedermi
 strapazzato e deriso...
 FORESTO
 Lo fan sul vostro viso
815per prendersi piacer ma dietro poi
 le vostre spalle ognun vi reca lode
 e del vostro buon cuor favella e gode.
 FABRIZIO
 Son bon amico e faccio
 quel che posso.
 FORESTO
                               A proposito,
820che facciam questa sera?
 La carozza è venduta,
 sono andati i cavalli
 e da cena non v'è.
 FABRIZIO
                                   Come? In un giorno
 tanti bei ducatoni sono andati?
 FORESTO
825I debiti si sono pagati.
 FABRIZIO
 Io non so che mi far.
 FORESTO
 Sotrarvi non potete.
 FABRIZIO
 Consigliatemi voi, se lo sapete.
 FORESTO
 L'orologio e l'annello
830si potrian impegnar.
 FABRIZIO
                                         Sì, dite bene.
 FORESTO
 Ma non so se denaro
 si troverà abbastanza.
 FABRIZIO
                                           Ecco, prendete
 questa scatola ancora.
 Altro più non mi resta,
835Foresto caro, a terminar la festa.
 FORESTO
 Siete un grand'uom! Peccato
 non abbiate il tesor maggior del mondo
 (che presto noi li vedressimo il fondo).
 Vado a ritrovar il denaro
840e tosto a voi ritorno.
 Un certo non so che si va ideando,
 qualor torno saprete il come e il quando.