L’Arcadia in Brenta, libretto, Monaco di Baviera, Thuille, 1760

 SCENA V
 
 Madama LINDORA con due braccieri
 
 LINDORA
 Come non v'è nessuno
 che mi venga a incontrar? Dov'è il padrone?
 FABRIZIO
175Vi prego inginocchione
 perdonar se ho tardato.
 LINDORA
 Il padrone di casa è un malcreato.
 FABRIZIO
 Il padrone son io.
 LINDORA
 Oh scusi padron mio,
180detto ho così per gioco,
 gli dimando perdon, se ho detto poco.
 FABRIZIO
 Che serve, un'altra volta
 meglio si porterà.
 LINDORA
 Guardate per pietà
185che non vi siano fiori;
 io non posso sentir cattivi odori.
 FABRIZIO
 L'odor non è cattivo, faccia grazia. (Li dà da odorare)
 LINDORA
 Ahi, ahi.
 FABRIZIO
                   Qualche disgrazia?
 LINDORA
 Maledetto giardino,
190ho sentito l'odor di gelsomino.
 FABRIZIO
 Vuol che lo butti via?
 LINDORA
                                         Sì, fate presto.
 FABRIZIO
 Vattene, o brutto vaso,
 che di madama hai conturbato il naso.
 LINDORA
 È lei signor Fabrizio?
 FABRIZIO
                                          Sì signora.
 LINDORA
195È questo il suo casino?
 FABRIZIO
 Quest'è il casino ove ogn'anno io villegio.
 LINDORA
 Oibò, che robba! Non si può far di peggio.
 FABRIZIO
 Se mai non le piacesse, ella è padrona
 d'andar quando le pare.
 LINDORA
200No no, non voglio fare
 questo gran torto al mio signor Fabrizio.
 Resterò e vi farò questo servizio.
 FABRIZIO
 Obbligato da vero; ma se mai
 se ne volesse andar.
 LINDORA
                                       Dite, ove sono
205l'arcadi pastorelle?
 FABRIZIO
                                     Io non lo so.
 LINDORA
 Non importa, signor, le cercherò.
 FABRIZIO
 Commanda ch'io la servi?
 LINDORA
                                                  Obbligatissima.
 Voi siete un po' vecchietto,
 io voglio che mi serva un giovinetto.
 FABRIZIO
210Adunque s'io son vecchio,
 perché viene da me?
 LINDORA
                                         Per tormi spasso.
 FABRIZIO
 Spasso de' fatti miei?
 LINDORA
                                          No, bel visino,
 no, di voi non mi burlo, anzi vi stimo.
 Vi lodo, vi professo obbligazione
215e vi dico che siete...
 FABRIZIO
                                      Un bel minchione.
 LINDORA
 Non dicevo così.
 FABRIZIO
                                 Ma io lo dico.
 LINDORA
 Quando lo dice lei, non contradico.
 FABRIZIO
 Ma vada, non conviene
 una donna di spirito come lei
220perdere il tempo suo co' pari miei.
 LINDORA
 Voi siete un bel spirto,
 voi siete della Brenta il primo onore.
 D'Arcadia il gran pastore
 siete, signor Fabrizio.
 FABRIZIO
225Senza giudizio.
 LINDORA
 Eh, che dite?
 FABRIZIO
                           Conosco il merto mio.
 LINDORA
 Quando lo dite voi, lo dico anch'io.
 FABRIZIO
 Dunque?
 LINDORA
                     Dunque men vado
 a ritrovar le belle
230di questa vostra Arcadia pastorelle.
 
    Riverente a lei m'inchino.
 Ehi, braccieri; qua la mano,
 venga presto... Andate piano,
 venga poi... Non mi stroppiate,
235correr troppo voi mi fate.
 Mi vien mal, non posso più.
 
    Via, bel bello, andiamo avanti,
 le son serva, addio, monsù. (Parte)