L’Arcadia in Brenta, libretto, Genova, Tarigo, 1764

 SCENA XI
 
 Camera in casa di Fabrizio.
 
 Madama LINDORA, poscia il conte BELLEZZA
 
 LINDORA
 Dove Laura e Rosanna,
440dove mai sono? Oimè, che nel cercarle
 dalla sala alla stanza
 ho tanto camminato
 che mi sento di già mancare il fiato.
 Vorrei sedere un poco.
445Chi è di là? V'è nessuno?
 CONTE
 Madama, vi son io.
 LINDORA
 Da sedere... Oh perdoni;
 non vi avevo veduto.
 CONTE
 A tempo son venuto. (Le dà una sedia)
450S'accomodi.
 LINDORA
                         Mi scusi...
 CONTE
 Anzi al provido ciel le grazie io mando,
 perché degno mi fe' di un suo comando.
 LINDORA
 (Non mi dispiace, è tutto gentilezza).
 Ma chi è lei, mio signore?
 CONTE
455Sono il conte Bellezza,
 un vostro servitore,
 obbligato, divoto e profondissimo.
 LINDORA
 Anzi mio padronissimo.
 CONTE
 Deh, mi conceda l'alto onor sovrano
460di poterle baciar la bianca mano.
 LINDORA
 Ahi!
 CONTE
            Cosa è stato?
 LINDORA
 Mi avete rovinato il mio ditino.
 Toccate pian pianino;
 son tanto delicata
465che non posso sì forte esser toccata.
 CONTE
 Legerissimamente
 alzo la lattea delicata mano
 e con l'avida bocca...
 LINDORA
 No no, che se mi tocca
470l'acuto pelo, che vi spunta al mento,
 mi vedrete cadere in svenimento.
 CONTE
 Lo farò con tal arte
 che voi ne stupirete.
 Siate pietosa, oh dio, se bella siete.
 LINDORA
475(Mi commove).
 CONTE
                                Prostrato,
 mia bella, al vostro piede,
 vi dimando pietà, grazia, mercede.
 LINDORA
 Via, prendete la mano.
 CONTE
 Cara man...
 LINDORA
                         Piano, piano.
 CONTE
480Ancor non l'ho toccata.
 LINDORA
 L'avete con il fiato un po' alterata.
 CONTE
 Andrò cauto anche in questo.
 Lasciate...
 LINDORA
                      Non stringete.
 CONTE
 Riposate la man sovra il mio braccio.
 LINDORA
485Che ruvido pannaccio!
 CONTE
 Ci porrò il fazzoletto.
 LINDORA
 Non mi par molto netto.
 CONTE
 Dunque che far dovrò?
 LINDORA
 Non saprei.
 CONTE
                         Ah, madama, io morirò.
 LINDORA
490Vi vorrei compiacer ma non vorrei
 che la mia compassione...
 CONTE
 Trovata ho un'invenzione
 che non vi spiacerà. La bella mano
 alzate da voi stessa
495e mentr'ella si appressa al labbro mio,
 il labbro inchino e me le accosto anch'io.
 LINDORA
 Mi contento.
 CONTE
                          Sien grazie al cielo, al fato,
 generosa madama, io son beato.
 Eccomi, alzate un poco.
500Ancora... un poco più.
 LINDORA
                                          Non mi stancate.
 CONTE
 Ma se non vi fermate
 per un momento solo...