L’Arcadia in Brenta, libretto, Venezia, Savioli, 1770

 SCENA VI
 
 Camera.
 
 FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
 Non vo', non vo'  sentire.
 FORESTO
 Eh via, signor Fabrizio,
850siete un uom di giudizio,
 siete un uomo civile,
 non fate che vi domini la bile.
 FABRIZIO
 Che bile? Che m'andate
 bilando e strabilando!
855Ve ne dovete andar qualor vi mando.
 FORESTO
 Finalmente fu scherzo.
 FABRIZIO
 Sì, fu scherzo ma intanto
 l'orologgio, la scatola e l'anello
 non si vedono più.
 FORESTO
                                     Siete in errore;
860eccovi l'orologgio,
 la scatola e l'anello.
 Ciò ch'ha di vostro ognun di noi vi rende,
 né d'usurpar il vostro alcun pretende. (Gli dà l’orologgio, la scatola e l’anello)
 FABRIZIO
 Eh non dico, non dico ma vedermi
865strapazzato e deriso...
 FORESTO
 Lo fan sul vostro viso
 per prendersi piacer ma dietro poi
 le vostre spalle ognun vi reca lode
 e del vostro buon cuor favella e gode.
 FABRIZIO
870Son buon amico; e faccio quel ch'io posso.
 FORESTO
 A proposito, amico,
 che facciam questa sera?
 La carozza è venduta,
 sono andati i cavalli
875e da cena non v'è.
 FABRIZIO
                                   Come? In un giorno
 tanti bei ducatoni sono andati?
 FORESTO
 I debiti maggior si son pagati.
 FABRIZIO
 Io non so che mi far.
 FORESTO
                                        Siete in impegno,
 sottrarvi non potete.
 FABRIZIO
880Consigliatemi voi, se lo sapete.
 FORESTO
 L'orologgio e l'anello
 si potriano impegnar.
 FABRIZIO
                                           Sì, dite bene.
 FORESTO
 Ma non so se denaro
 si troverà abbastanza.
 FABRIZIO
                                           Ecco, prendete
885questa scatola ancora.
 Altro più non mi resta,
 Foresto caro, a terminar la festa.
 FORESTO
 Siete un grand'uom; peccato
 non abbiate il tesor maggior del mondo
890(che presto noi gli vederemo il fondo).
 Vado a trovar denaro
 e tosto a voi ritorno.
 Un certo non so che si va ideando.
 Qualor torno saprete il come e il quando. (Parte)