Achille in Sciro, libretto, Roma, Corradi, 1771

 SCENA III
 
 LICOMEDE e detti.
 
 LICOMEDE
 Pirra, appunto ti bramo, attendi. Ulisse,
 vedi che il sol di già tramonta. Onori
 un ospite sì grande
480le mense mie.
 ULISSE
                             Mi sarà legge il cenno,
 invittissimo re. (Vuol ritirarsi)
 LICOMEDE
                                Le navi e l'armi,
 che a chieder mi venisti, al nuovo giorno
 radunate vedrai; vedrai di quanto
 superai la richiesta, ed a qual segno
485gli amici onoro e un messaggier sì degno.
 ULISSE
 Sempre eguale a sé stesso
 è del gran Licomede
 il magnanimo cor. Da me sapranno
 i congiurati a danno
490della Frigia infedel principi achei
 quanto amico tu sei. Né lieve prova
 ne fian l'armi e le navi
 che ti piacque apprestarmi.
 (Altro quindi io trarrò che navi ed armi).
 
495   Quando il soccorso apprenda
 che dal tuo regno io guido,
 dovrà sul frigio lido
 Ettore impallidir.
 
    Più gli farà spavento
500questo soccorso solo
 che cento insegne e cento,
 ch'ogni guerriero stuolo,
 che quante vele al vento
 seppe la Grecia aprir. (Parte)