Artaserse, libretto, Roma, Amidei, 1749

 SCENA III
 
 ARTABANO con seguito di congiurati, poi MEGABISE, tutti da’cancelli, a guardia de’ quali restano i congiurati
 
 ARTABANO
 Figlio, Arbace, ove sei? Dovrebbe pure
 ascoltar le mie voci. Arbace? O stelle!
1300Dove mai si celò? Compagni intanto
 ch'io ritrovo il mio figlio,
 custodite l'ingresso. (Entra fra le scene a mano destra)
 MEGABISE
                                        E ancor si tarda? (Alli congiurati)
 Ormai tempo saria... Ma qui non vedo
 né Artabano, né Arbace!
1305Che si fa? Che si pensa? In tanta impresa
 che lentezza è mai questa?
 Artabano, signore. (Entrando fra le scene a mano sinistra)
 ARTABANO
                                      O me perduto! (Uscendo dall’istesso lato per il quale entrò ma da strada diversa)
 Non trovo il figlio mio. Gelar mi sento;
 temo... Dubito... Ascoso
1310forse in quest'altra parte io non invano...
 Megabise! (Incontrandosi in Megabise, quale esce dall’istesso lato per il quale entrò ma da strada diversa)
 MEGABISE
                        Artabano!
 ARTABANO
 Trovasti Arbace?
 MEGABISE
                                  E non è teco?
 ARTABANO
                                                             O dei!
 Crescono i dubbi miei.
 MEGABISE
                                             Spiegati, parla,
 che fu d'Arbace?
 ARTABANO
                                  E chi può dirlo. Ondeggio
1315fra mille affanni e mille
 orribili sospetti. Il mio timore
 quante funeste idee forma e descrive!
 Chi sa che fu di lui! Chi sa se vive!
 MEGABISE
 Troppo presto a l'estremo
1320precipiti i sospetti. E non potrebbe
 Artaserse, Mandane, amico, amante
 aver del prigioniero
 procurata la fuga? Ecco la via
 che alla reggia conduce.
 ARTABANO
                                              E per qual fine
1325la sua fuga celarmi? Ah Megabise
 no, più non vive Arbace
 e ognun pietoso al genitor lo tace.
 MEGABISE
 Cessin gli dei l'augurio. Ah ricomponi
 i tumulti del cor. Sia la tua mente
1330men torbida e più pronta,
 che l'impresa il richiede.
 ARTABANO
                                                E quale impresa
 vuoi ch'io pensi a compir, perduto il figlio?
 MEGABISE
 Signor che dici? Avrem sedotti invano
 tu i reali custodi ed io le schiere?
1335Risolviti; a momenti
 va del regno le leggi
 Artaserse a giurar. La sacra tazza
 già per tuo cenno avvelenai. Vogliamo
 perder così vilmente
1340tanto sudor, cure sì grandi?
 ARTABANO
                                                     Amico,
 se Arbace io non ritrovo,
 per chi deggio affannarmi? Era il mio figlio
 la tenerezza mia. Per dargli un regno
 divenni traditor; per lui mi resi
1345orribile a me stesso; e lui perduto
 tutto dispero e tutto
 veggo de' falli miei rapirmi il frutto.
 MEGABISE
 Arbace estinto o vivo
 dalla tua mano aspetta
1350il regno o la vendetta.
 ARTABANO
                                          Ah questa sola
 in vita mi trattien, sì Megabise
 guidami dove vuoi, di te mi fido.
 MEGABISE
 Fidati pur, che a trionfar ti guido.
 
    Ardito ti renda,
1355t'accenda di sdegno
 d'un figlio il periglio,
 d'un regno l'amor.
 
    È dolce ad un'alma
 che aspetta vendetta
1360il perder la calma
 fra l'ire del cor. (Parte)