Artaserse, libretto, Roma, Amidei, 1749

 SCENA VI
 
 SEMIRA
 
 SEMIRA
 Forsennata, che feci! Io mi credei
 condivider l'affanno,
 a me scemarlo e pur l'accrebbi. Allora
1420che insultando Mandane
 qualche ristoro a questo cor desio,
 il suo trafiggo e non risano il mio.
 
    Non è ver che sia contento
 il veder nel suo tormento
1425più d'un ciglio lagrimar.
 
    Che l'esempio del dolore
 è uno stimolo maggiore
 che richiama a sospirar. (Parte)