Artaserse, libretto, Roma, Amidei, 1749

 SCENA VIII
 
 Luogo magnifico destinato per la coronazione di Artaserse. Trono da un lato con sopra scettro e corona. Ara nel mezzo accesa con simulacro del Sole.
 
 ARTASERSE ed ARTABANO con numeroso seguito e popolo
 
 ARTASERSE
 A voi popoli io m'offro
 non men padre che re. Siatemi voi
 più figli che vassalli. Il vostro sangue,
1495la gloria vostra e quanto
 è di guerra o di pace acquisto o dono
 vi serberò; voi mi serbate il trono
 e faccia il nostro core
 questo di fedeltà cambio e d'amore.
1500Sarà del regno mio
 soave il freno. Esecutor geloso
 delle leggi io sarò. Perché sicuro
 ne sia ciascun, solennemente il giuro. (Una comparsa reca una sottocoppa con la tazza)
 ARTABANO
 Ecco la sacra tazza. Il giuramento
1505abbia nodo più forte; (Porge la tazza ad Artaserse)
 compisci il rito. (E beverai la morte).
 ARTASERSE
 «Lucido dio per cui l'april fiorisce,
 per cui tutto nel mondo e nasce e muore,
 volgiti a me; se il labbro mio mentisce
1510piombi sopra il mio capo il tuo furore,
 languisca il viver mio, come languisce
 questa fiamma al cader del sacro umore, (Versa sul foco parte del liquore)
 e si cangi, or che bevo, entro il mio seno
 la bevanda vital tutta in veleno». (In atto di bevere)