Artaserse, libretto, Roma, Amidei, 1749

 SCENA IX
 
 SEMIRA e detti
 
 SEMIRA
1515Al riparo signor. Cinta la reggia
 da un popolo infedel, tutta risuona
 di grida sediziose e la tua morte
 si procura, si chiede.
 ARTASERSE
 Numi! (Posa la tazza su l’ara)
 ARTABANO
                 Qual alma rea mancò di fede?
 ARTASERSE
1520Ah, che tardi il conosco,
 Arbace è il traditore.
 SEMIRA
                                         Arbace estinto!
 ARTASERSE
 Vive, vive l'ingrato. Io lo disciolsi,
 empio con Serse, e meritai la pena
 che il cielo or mi destina.
1525Io stesso fabricai la mia ruina.
 ARTABANO
 Di che temi o mio re? Per tua difesa
 basta solo Artabano.
 ARTASERSE
 Sì corriamo a punir... (In atto di partire)