Artaserse, libretto, Mannheim, Pierron, 1751

 SCENA VII
 
 SEMIRA
 
 SEMIRA
 Voi della Persia, voi
 deità protettrici, a questo impero
280conservate Artaserse. Ah, ch'io lo perdo,
 se trionfa di Dario. Ei questa mano
 bramò vassallo e sdegnerà sovrano.
 Ma che! Sì degna vita
 forse non vale il mio dolor? Si perda,
285pur che regni il mio bene e pur che viva.
 Per non esserne priva,
 se lo bramassi estinto, empia sarei.
 No, del mio voto io non mi pento, o dei.
 
    Bramar di perdere
290per troppo affetto
 parte dell'anima
 nel caro oggetto,
 è il duol più barbaro
 d'ogni dolor.
 
295   Pur fra le pene
 sarò felice,
 se il caro bene
 sospira e dice:
 «Troppo a Semira
300fu ingrato amor». (Parte)