Artaserse, libretto, Mannheim, Pierron, 1751

 SCENA PRIMA
 
 Appartamenti reali.
 
 ARTASERSE ed ARTABANO
 
 ARTASERSE
 Dal carcere, o custodi, (Nel uscir verso la scena)
 qui si conduca Arbace. Ecco adempite
 le tue richieste; ah voglia il ciel che giovi
 questo incontro a salvarlo.
 ARTABANO
                                                  Io non vorrei
530che credessi, o signor, la mia domanda
 pietà di padre, ho mal fondata speme
 di trovarlo innocente. È troppo chiara
 la colpa sua, deve morir. Non altro
 mi muove a rivederlo
535che la tua sicurezza. Ancor del fallo
 è ignota la cagione,
 sono i complici ignoti, ogni segreto
 tenterò di scoprir.
 ARTASERSE
                                    La tua fortezza
 quanto invidio Artabano. Io mi sgomento
540d'un amico al periglio;
 tu non ti perdi e si condanna il figlio.
 ARTABANO
 Signor che far poss'io,
 s'ogni evento l'accusa e intanto Arbace
 si vede reo, non si difende e tace?
 ARTASERSE
545Ma innocente si chiama. I labbri suoi
 non son usi a mentir. Io m'allontano;
 in libertà seco ragiona; osserva,
 esamina il suo cor. Trova, se puoi,
 un'ombra di difesa. Accorda insieme
550la salvezza del figlio,
 la pace del tuo re, l'onor del trono;
 ingannami se puoi ch'io ti perdono.
 
    Rendimi il caro amico
 parte dell'alma mia,
555fa' ch'innocente sia,
 come l'amai finor.
 
    Compagni dalla cuna
 tu ci vedesti e sai
 che in ogni mia fortuna
560seco finor provai
 ogni piacer diviso,
 diviso ogni dolor. (Parte)