Achille in Sciro, libretto, Roma, Corradi, 1771

 SCENA VII
 
 Gran sala illuminata in tempo di notte corrispondente a diversi appartamenti parimente illuminati. Tavola nel mezzo, credenze all’intorno.
 
 LICOMEDE, TEAGENE, ULISSE e DEIDAMIA seduti a mensa. ARCADE in piedi accanto ad Ulisse. ACHILLE in piedi accanto a Deidamia; e per tutto cavalieri e paggi.
 
 LICOMEDE
 Fumin le tazze intorno
 di cretense liquor.
 DEIDAMIA
                                    Pirra, lo sai;
 se di tua man non viene,
610l'ambrosia degli dei
 vil bevanda parrebbe a' labbri miei.
 ACHILLE
 Ubbidisco. Ah da questa
 ubbidienza mia
 vedi se fido sia di Pirra il core.
 TEAGENE
615(Che strano affetto!) (Guardando Deidamia ed Achille)
 ACHILLE
                                         (Oh tirannia d'amore!) (Nell’andare a prender la tazza)
 LICOMEDE
 Quando da' greci lidi i vostri legni
 l'ancora scioglieranno? (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                             Al mio ritorno.
 TEAGENE
 Son già tutti raccolti?
 ULISSE
                                          Altro non manca
 che il soccorso di Sciro.
 LICOMEDE
                                             Oh qual mi toglie
620spettacolo sublime
 la mia matura età!
 ULISSE
                                     (Non si trascuri (Un paggio porge la tazza ad Achille, egli nel prenderla sente il discorso artificioso d’Ulisse e resta attonito ad ascoltarlo)
 l'opportuno momento). È di te degna,
 gran re, la brama. Ove mirar più mai
 tant'armi, tanti duci,
625tante squadre guerriere,
 tende, navi, cavalli, aste e bandiere?
 Tutta Europa v'accorre. Omai son vuote
 le selve e le città. Da' padri istessi,
 da' vecchi padri invidiata e spinta
630la gioventù proterva
 corre all'armi fremendo. (Arcade, osserva).
 DEIDAMIA
 Pirra.
 ACHILLE
              È ver. (Si riscuote, prende la tazza, s’incamina, poi torna a fermarsi)
 ULISSE
                            Chi d'onore
 sente stimoli in sen, chi sa che sia
 desio di gloria or non rimane. Appena
635restano e quasi a forza
 le vergini, le spose; e alcun che dura
 necessità trattien col ciel s'adira,
 come tutti gli dei l'abbiano in ira.
 DEIDAMIA
 Ma Pirra.
 ACHILLE
                     Eccomi. (Va con la tazza a Deidamia)
 DEIDAMIA
                                      (Ingrato! (Piano ad Achille nel prendere la tazza)
640Questi di poco amor segni non sono?)
 ACHILLE
 (Non ti sdegnar; bell'idol mio, perdono).
 LICOMEDE
 Olà rechisi a Pirra
 l'usata cetra; a lei Deidamia imponi
 che alle corde sonore
645la voce unisca e la maestra mano;
 tutto farà per te.
 DEIDAMIA
                                 Pirra, se m'ami
 seconda il genitore.
 ACHILLE
 Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'amore!) (Un paggio gli presenta la cetra ed altri pongono un sedile da un lato della scena, a vista della mensa)
 TEAGENE
 (Tanto amor non comprendo).
 ULISSE
650Arcade adesso è tempo. Intendi? (Piano ad Arcade)
 ARCADE
                                                               Intendo. (Piano ad Ulisse e parte. Achille canta accompagnandosi con la lira)
 ACHILLE
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
655   Vuoi che al potere
 delle tue frodi
 ceda il sapere,
 ceda il valor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
660se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 ACHILLE
 
    Se in bianche piume
 de' numi il nume
665canori accenti
 spiegò talor,
 
    se fra gli armenti
 muggì negletto,
 fu solo effetto
670del tuo rigor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 ACHILLE
 
675   De' tuoi seguaci
 se a far si viene,
 sempre in tormento
 si trova un cor.
 
    e vuoi che baci
680le sue catene,
 che sia contento
 del suo dolor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
685che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 LICOMEDE
 Questi chi son? (Al comparir de’ doni portati da’ seguaci d’Ulisse, s’interrompe il canto d’Achille)
 ULISSE
                                Son miei seguaci e al piede
 portan di Licomede
 questi per cenno mio piccioli doni
690che d'Itaca recai. Lo stile usato
 d'ospite non ingrato
 giusto è che siegua anch'io. Se troppo osai,
 il costume m'assolva.
 LICOMEDE
                                         Eccede i segni
 sì generosa cura.
 ACHILLE
                                  (Oh ciel! Che miro!) (Avvedendosi dell’armatura che venne fra’ doni)
 LICOMEDE
695Mai non si tinse in Tiro
 porpora più vivace. (Ammirando le vesti)
 TEAGENE
                                       Altri finora (Ammirando i vasi)
 sculti vasi io non vidi
 di magistero egual.
 DEIDAMIA
                                      L'eoa marina (Ammirando le gemme)
 non ha lucide gemme al par di quelle.
 ACHILLE
700Ah chi vide finora armi più belle. (Si leva per andare a vedere più da vicino le armi)
 DEIDAMIA
 Pirra, che fai? Ritorna
 agl'interrotti carmi.
 ACHILLE
 (Che tormento crudele!) (Torna a sedere) (Di dentro)
                                                All'armi, all'armi. (S’ode gran strepito d’armi e d’istromenti militari. Tutti si levano spaventati, solo Achille resta sedendo in atto feroce)
 LICOMEDE
 Qual tumulto è mai questo?
 ARCADE
                                                     Ah corri, Ulisse, (Simulando spaventato)
705corri l'impeto insano
 de' tuoi seguaci a raffrenar.
 ULISSE
                                                     Che avvenne? (Fingendo esser sorpreso)
 ARCADE
 Non so per qual cagion fra lor s'accese
 e i custodi reali
 feroce pugna. Ah qui vedrai fra poco
710lampeggiar mille spade.
 DEIDAMIA
                                               Aita, oh numi!
 Dove corro a celarmi? (Parte intimorita)
 TEAGENE
 Fermati, principessa. (Parte seguendola) (Di dentro)
                                           All'armi, all'armi. (S’ode strepito d’armi. Licomede snudando la spada corre al tumulto. Fugge ognuno. Ulisse si ritira in disparte con Arcade ad osservare Achille che si leva già invaso d’estro guerriero)