Il filosofo di campagna, partitura ms. F-Pn, 1755 (Il filosofo)

 SCENA III
 
 DON TRITEMIO, poi RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 Allegoricamente
 m'ha detto che con lei non farò niente.
135E pure io mi lusingo
 che a forza di finezze
 tutto superarò,
 che col tempo con lei tutto farò.
 Per or d'Eugenia mia
140liberarmi mi preme. Un buon partito
 Nardo per lei sarà, ricco riccone,
 un villano, egli è ver, ma sapientone.
 RINALDO
 (Ecco della mia bella
 il genitor felice).
 DON TRITEMIO
145Per la villa si dice
 che Nardo ha un buon stato
 e da tutti filosofo è chiamato.
 RINALDO
 (Sorte non mi tradir). Signor.
 DON TRITEMIO
                                                         Padrone.
 RINALDO
 S'ella mi permetesse,
150le direi due parole.
 DON TRITEMIO
 Anche quattro n'ascolto e più se vuole.
 RINALDO
 Non so se mi conosca.
 DON TRITEMIO
                                          Non mi pare.
 RINALDO
 Di me si può informare;
 son cavaliere e sono i beni miei
155vicini ai suoi.
 DON TRITEMIO
                            Mi rallegro con lei.
 RINALDO
 Ella ha una figlia.
 DON TRITEMIO
                                   Sì signor.
 RINALDO
                                                       Dirò...
 Se fossi degno... Troppo ardir è questo...
 Ma mi sprona l'amore...
 DON TRITEMIO
                                              Intendo il resto.
 RINALDO
 Dunque signor...
 DON TRITEMIO
                                  Dunque signor mio caro,
160per venir alle corte vi dirò...
 RINALDO
 M'accordate la figlia?
 DON TRITEMIO
                                          Signor no.
 RINALDO
 Ah mi sento morir.
 DON TRITEMIO
                                      Ah per cortesia
 non venite a morir in casa mia.
 RINALDO
 Ma perché sì aspramente
165mi togliete alla prima ogni speranza.
 DON TRITEMIO
 Lusingarvi sarebbe un'increanza.
 RINALDO
 Son cavalier.
 DON TRITEMIO
                           Benissimo.
 RINALDO
                                                  De' beni
 ricco son quanto voi.
 DON TRITEMIO
                                        Son persuaso.
 RINALDO
 Il mio stato, i miei fondi,
170le parentelle mie vi mostrerò.
 DON TRITEMIO
 Credo tutto.
 RINALDO
                         Che speri?
 DON TRITEMIO
                                               Signor no.
 RINALDO
 Ma la ragione almeno
 dite perché né men si vuol ch'io speri.
 DON TRITEMIO
 La ragion?
 RINALDO
                       Vuo' saper...
 DON TRITEMIO
                                                Sì volontieri.
 
175   La mia ragione è questa,
 mi par ragion onesta.
 La figlia mi chiedeste
 e la ragion vorreste...
 La mia ragion sta qui,
180non posso dir di sì
 perché vuo' dir di no.
 
    Se non vi basta ancora
 un'altra ne dirò;
 rispondo: «Signor no.
185Perché la vuo' così»
 e son padron di dirlo,
 la mia ragion sta qui.