Il filosofo di campagna, libretto, Siena, Bonetti, 1756

 SCENA V
 
 Campagna con casa rustica.
 
 NARDO esce di casa con una vanga, accompagnato da alcuni villani
 
 NARDO
 
    Al lavoro, alla campagna,
 poi si gode, poi si magna
 con diletto e libertà.
 
    Oh che pane delicato,
200se da noi fu coltivato!
 Presto, presto, a lavorare,
 a potare, a seminare,
 e dipoi si mangerà.
 Del buon vin si beverà;
205ed allegri si starà.
 
 Vanga mia benedetta,
 mio diletto conforto e mio sostegno,
 tu sei lo scettro e questi campi il regno.
 Quivi regnò mio padre,
210l'avolo ed il bisavolo e il trisavolo
 e fur sudditi lor la zucca e il cavolo.
 Nelle città famose
 ogni generazion si cambia stato.
 Se il padre ha accumulato
215con fatica, con arte e con periglio,
 distrugge i beni suoi prodigo il figlio.
 Qui dove non ci tiene
 il lusso, l'ambizion, la gola oppressi,
 son gli uomini tra noi sempre gl'istessi.
220Non cambierei, lo giuro,
 col piacer delle feste e de' teatri
 zappe, trebbie, rastrelli, vanghe e aratri.