Il filosofo di campagna, libretto, Siena, Bonetti, 1756

 SCENA XIV
 
 LENA e detti
 
 LENA
 Signor zio, signor zio, che cosa fate?
905Lontano discacciate
 colei che d'ingannarvi ora s'impegna,
 d'essere vostra sposa non è degna.
 LESBINA
 (Qualche imbroglio novello).
 NARDO
                                                       Ha forse altrui
 data la fé di sposa?
 LENA
                                      Eh signor no,
910quel ch'io dico lo so per cosa vera,
 ella di don Tritemio è cameriera.
 LESBINA
 (Ah maledetta).
 NARDO
                                È ver quel che ella dice? (A Lesbina)
 LESBINA
 Ah misera infelice!
 Compatite se tanto
915amor mi rese ardita.
 Finsi il grado, egli è ver, perché v'adoro;
 per voi languisco e moro;
 confesso il mio fallire;
 ma voglio essere vostra o pur morire.
 NARDO
920(Poverina!)
 LENA
                         Vi pare
 che convenga sposare
 a un uomo come voi femmina tale!
 NARDO
 Non ci vedo alcun male.
 Per me nel vostro sesso
925serva o padrona sia, tutt'è lo stesso.
 LESBINA
 Deh per pietà donate
 perdono all'error mio.
 NARDO
 Se tu m'ami da ver t'adoro anch'io.
 
    Ho per te nel mezzo al cuore
930la fucina di Vulcano;
 stendi pur la bianca mano,
 senti senti che rumore
 i martelli ben rotati
 sopra i fulmini infocati
935fanno tip e tup e tap.