Il filosofo di campagna, libretto, Roma, Puccinelli, 1757 (La serva astuta)

 Giardino.
 
 LESBINA, poi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Povera padroncina,
 affé la compatisco,
 quest'anch'io la capisco,
 insegna la prudenza,
5se non si ha quel che piace, è meglio senza.
 DON TRITEMIO
 Che si fa signorina?
 LESBINA
 Un po' d'inzalatina
 raccogliere volea per desinare.
 DON TRITEMIO
 Poco fa t'ho sentito cantuzzare.
 LESBINA
10È ver con la padrona
 mi divertiva un poco.
 DON TRITEMIO
                                          E mi figuro
 che cantate s'avranno
 canzonette d'amor?
 LESBINA
                                       Oh non signore,
 di questo o di quel fiore,
15di questo o di quel frutto
 si cantava le lodi.
 DON TRITEMIO
                                  Il crederò?
 LESBINA
 Le volete sentir?
 DON TRITEMIO
                                 Le sentirò.
 LESBINA
 Qualche strofetta canterò a proposito.
 DON TRITEMIO
 Oh ragazza... Farei uno sproposito.
 LESBINA
20Sentite padron bello
 la canzonetta sopra il ravanello.
 
    Quando son giovane,
 son fresco e bello,
 son tenerello,
25di buon sapor.
 
    Ma quando invecchio
 gettato sono,
 non son più buono
 col pizzicor.
 
 DON TRITEMIO
30Scaccia questa canzon dalla memoria.
 LESBINA
 Una ne vuo' cantar su la cicoria.
 
    Son fresca, son bella,
 cicoria novella,
 mangiatemi presto,
35coglietemi su.
 
    Se resto nel prato,
 radicchio invecchiato,
 nessuno si degna
 raccogliermi più.
 
 DON TRITEMIO
40Senti ragazza mia,
 questa canzon ha un poco d'allegria.
 Tu sei Lesbina bella
 cicorietta novella,
 prima che ad invecchiar ti veda il fato,
45esser colta dovresti in mezzo al prato.
 LESBINA
 Per me v'è tempo ancor.
 Dovreste alla signora
 pensar, caro padrone,
 or ch'è buona stagione,
50or ch'è frutto maturo e saporito,
 non la fate invecchiar senza marito.
 DON TRITEMIO
 A lei ho già pensato,
 sposo le ho destinato e avrallo presto.
 LESBINA
 Posso saper chi sia?
 DON TRITEMIO
                                       Nardo è cotesto.
 LESBINA
55Di quella tenerina
 erbetta cittadina
 la bocca d'un villan non mi par degna.
 DON TRITEMIO
 E la prudenza insegna
 ch'ogn'erba si contenti
60d'aver qualche governo,
 purché esposta non resti al crudo verno.
 LESBINA
 Io mi contenterei,
 pria di vederla così mal troncata,
 per la neve lasciar la mia inzalata.
 DON TRITEMIO
65Tu sei un bocconcino
 per il tuo padroncino.
 LESBINA
                                          Oh oh sentite
 un'altra canzonetta ch'ho imparata
 sul proposito mio dell'inzalata.
 
    Non raccoglie le mie foglie
70vecchia mano di pastor;
 
    voglio un bello pastorello
 e vuo' star nel prato ancor. (Parte)