Ciro riconosciuto, libretto, Mantova, Pazzoni, 1758

770che concepì, che scrisse
 non la ragion ma la viltade altrui.
 FULVIO
 E il Senato...
 CATONE
                          Il Senato
 non è più quel di pria; di schiavi è fatto
 un vilissimo gregge.
 FULVIO
                                        E Roma...
 CATONE
                                                            E Roma
775non sta fra quelle mura. Ella è per tutto
 dove ancor non è spento
 di gloria e libertà l’amor natio;
 son Roma i fidi miei, Roma son io.
 
    Va’, ritorna al tuo tiranno,
780servi pure al tuo sovrano;
 ma non dir che sei romano,
 finché vivi in servitù.
 
    Se al tuo cor non reca affanno
 d’un vil giogo ancor lo scorno,
785vergognar faratti un giorno
 qualche resto di virtù. (Parte)
 
 SCENA III
 
 MARZIA, ARBACE e FULVIO
 
 FULVIO