Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 Dido scender dovrà! Dido che seppe
 dalle sidonie rive
1190correr dell’onde a cimentar lo sdegno,
 altro clima cercando ed altro regno!
 Son io, son quella ancora
 che di nuove cittadi Africa ornai,
 che il mio fasto serbai
1195fra le insidie, fra l’armi e fra i perigli;
 ed a tanta viltà tu mi consigli?
 SELENE
 O scordati il tuo grado
 o abbandona ogni speme.
 Amore e maestà non vanno insieme.
 
 SCENA XI
 
 ARASPE e dette
 
 DIDONE
1200Araspe in queste soglie! (Si cominciano a veder fiamme in lontananza sugli edifizi di Cartagine)
 ARASPE
                                               A te ne vengo
 pietoso del tuo rischio. Il re sdegnato
 di Cartagine i tetti arde e ruina.
 Vedi, vedi, o regina,
 le fiamme che lontane agita il vento.
1205Se tardi un sol momento
 a placare il suo sdegno,
 un sol giorno ti toglie e vita e regno.
 DIDONE
 Restano più disastri
 per rendermi infelice?
 SELENE
                                            Infausto giorno!