Il filosofo di campagna, libretto, Dresda, Stösselin e Krausen, 1755

 anca ella la dize
 che zé le so raize.
 La ve vol tutti do par so morosi.
 Ma ghe despiase assai che sié zelosi.
455Savé che zelosia
 del mondo xe bandia?
 No la se usa più. Nualtre donne
 savé che la volemo a nostro modo?
 Chi ne sa secondar
460qualcosa può sperar;
 ma chi tropo pretende e xe ustinà
 li mandemo ben ben de là da Stra.
 Donca penseghe ben.
 O amarla in compagnia, se la ve preme,
465o andarne a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
 Il dilemma va stretto.
 BELLAVITA
 Non v’è la via di mezzo?
 PARPAGNACCO
 O star cheto o lasciarla?
 BELLAVITA
 O soffrire un compagno o non amarla?
 MADAMA
470(Son due pazzi a consiglio).
 PARPAGNACCO
 Che faccio?
 BELLAVITA
                        A che m’appiglio?
 PARPAGNACCO
 Conte!
 BELLAVITA
                Marchese!
 PARPAGNACCO
                                      Che facciam noi?
 BELLAVITA
 Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
 Penso che si può amare in compagnia.
 BELLAVITA
475Penso al diavol mandar la gelosia.
 VEZZOSA
 Eccoli già cangiati;
 affé ci son cascati.
 PARPAGNACCO
 Andate da madama.
 BELLAVITA
 E ditele in mio nome...
 PARPAGNACCO
480Che d’amarla con altri io mi contento.
 BELLAVITA
 Pur che non lasci me, n’ami anche cento.
 VEZZOSA
 Bravi, così me piase,
 star da buoni compagni; za la donna
 gh’ha el cuor come i meloni,
485una fetta per un contenta tutti.
 Cari i mi cari putti,
 chi crede d’esser solo se ne mente.
 Che le done d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
 Dunque andiam da madama.
 VEZZOSA
490No no, aspettela qua,
 che za la vegnirà;
 lassé che vada mi dalla parona,
 a portarghe sta niova così buona.
 
    Sieu tanto benedetti,
495o cari sti gobbetti,
 staremo allegramente
 in paze tra de nu.
 
    Caro quel gobbo,
 caro colù.
 
500   Via che la vaga.
 De chi è sti mondi?
 Tutti i xe nostri,
 tutti per nu.
 
    Miré, son donna Betta
505che gh’ho la lingua schietta,
 se vu saré zelosi,
 ridicoli saré.
 
    E chi è zeloso?
 Za m’intendé.
 
 PARPAGNACCO
510Dunque sarem d’accordo,
 dunque anderemo insieme
 alla conversazion.
 BELLAVITA
                                   Sì, non mi preme.
 Venite da madama,
 venga il terzo ed il quarto ed anche il quinto,
515so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
 perché una tal risposta
 diedi alla cammeriera,
 perché la mia maniera,
520il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 BELLAVITA
 Veramente voi siete un bel Narciso!
 PARPAGNACCO
 Oh che leggiadro viso!
 Che grazia avete voi!
525Lo giuro da marchese,
 siete una figurina alla chinese.
 
    Se vi guardo ben bene nel volto,
 voi mi fate di risa crepar.
 Quel visino così disinvolto
530è una cosa che fa inamorar.
 Che ti venga la rabbia nel dorso,
 guarda, l’orso mi vuole graffiar.
 
    Pretension veramente da pazzo
 con quel grugno voler far l’amor.
535Zitto, zitto, non tanto schiamazzo,
 che madama mi vuole sposar.
 O che matto che sei da legar.
 
 BELLAVITA
 Cotanta impertinenza
 io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono,
540che, se io caccio la spada un’altra volta,
 gridarete pietà, soccorso invano.
 BELLAVITA
 Misero voi, s’io torno a metter mano.
 PARPAGNACCO
 Ma vien madama.
 BELLAVITA
                                    Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
 Lo sdegno sospendiam.
 BELLAVITA
                                             Cessino l’onte.
 PARPAGNACCO
545V’abbraccio, amico.
 BELLAVITA
                                       Ed io vi bacio in fronte.
 VEZZOSA
 Bravi, così mi piace,
 amici in buona pace.
 PARPAGNACCO
 Madama son per voi.
 BELLAVITA
                                         Son tutto vostro.
 VEZZOSA
 Aggradisco d’ognun le grazie sue;
550ma vi voglio d’accordo tutti e due.
 PARPAGNACCO
 Io per me son contento.
 BELLAVITA
 Di farlo io non mi pento.
 MACACCO
 Ed io che che non scherzo,
 se sie... sie... siete due, fa... farò il terzo.
 VEZZOSA
555Caro il mio Parpagnacco,
 contin grazioso, amabile Macacco,
 venite tutti tre,
 che male già non v’è,
 mentre c’insegna l’odierna moda
560che il galantuom lasci godere e goda.
 PARPAGNACCO
 Io per vostro riguardo il tutto accordo.
 BELLAVITA
 Io sarò, se volete, e cieco, sordo.
 MACACCO
 Io per farvi piacere
 vi farò da ca... ca... ca... candeliere.
 VEZZOSA
565Andiamo dunque uniti
 a cantare, a ballare
 e per divertimento
 venga ognuno a sonar qualche istromento.
 PARPAGNACCO
 Sì, vengo e sonerò
570con madama gentil quanto potrò.
 BELLAVITA
 Corpo di Bacco! Anch’io
 voglio sonar coll’istromento mio.
 MACACCO
 Ed io pur che che che non son merlotto
 voglio suo... suo... suonar il ciufolotto.
 PARPAGNACCO
 
575   O bella cosa ch’è
 l’amare e non temer!
 Che amabile goder
 in buona società.
 
 BELLAVITA
 
    Che bell’amar così
580senza tormento al cor!
 O che felice amor
 che gusto ognor mi dà!
 
 MACACCO
 
    Ca... ca... ca... caro amor!
 Be... bella libertà!
585Do... donne di buon cuor
 fa... fate la carità.
 
 VEZZOSA
 
    Chi vuole amar con me
 contento ognor sarà;
 ma pensi ognun per sé,
590ch’io voglio libertà.
 
 TUTTI
 
    Viva l’amore! Viva il buon cuore!
 Viva l’amarsi con libertà!
 
 BELLAVITA
 
    Senti senti il violoncello,
 dice: «Evviva il viso bello!»
 
 PARPAGNACCO
 
595Senti senti il chitarrino,
 dice: «Evviva il dio bambino!»
 
 MACACCO
 
 Se... se... senti il ciufoletto,
 dice: «Evviva quel visetto!»
 
 VEZZOSA
 
 Ecco il cembal, senti, senti.
600Dice: «Evviva i tre contenti».
 
 TUTTI
 
    Viva viva l’allegria!
 Bell’amarsi in compagnia,
 che piacere al cor mi dà
 questa cara libertà!
 
 Fine
 
 
 
 LI TRE AMANTI RIDICOLI O SIA GLI AMORI DI MADAMA VEZZOSA
 
 
    Operetta per musica da rapresentarsi al teatro di Magdeborgo.
    Magdeborgo, nella stamperia di Nicolao Gontero, stampatore di corte.
 
 
 PERSONNAGI
 
 MADAME VEZZOSA
 (la signora Anna Maccarini di Venezia)
 IL BARON MACACCO TARTAGLIA
 (il signor Gioseppe Gellini di Milano)
 IL CONTE BELLAVITA
 (mademoisella Felicita Vallinotti turinese)
 IL MARCHESE PARPAGNACCO
 (il signor Pietro Fontanini di Milano)
 IL SERVO che non parla
 
 
 PARTE PRIMA
 
 Camera con tre porte.
 
 MADAMA VEZZOSA con un servitore
 
 Aria
 
 MADAMA
 
    Alla toleta
 mi vado a pore
 e che ne ditte,
 non farò bene,
5oh certo sì.
 Mi vo’ consciare
 ma da mia pare
 con un bel toppè.
 
    Allor direte:
10«O come bella!»
 Ed io con gusto
 dirò: «Son quella
 così compita».
 «Che bella vita!»
15Direte ancora:
 «Signora coll’andriè». (Parte il servo)
 
 Per tutte le botteghe
 so che di me si parla,
 per le vie, per le piazze e per le case;
20in ogn’angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
 Io però non son pazza;
 non mi fo vagheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
25ma ricchi, di buon core e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
 per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva la vecchiezza
30ed allora può dirsi: «Addio bellezza!» (Torna il servo e gli parla piano)
 Come? Chi è? Il marchese Parpagnacco?
 Venga, venga, è padrone. (Parte il servo)
 Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa;
35in oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà. (Vien il marchese Parpagnacco)
 PARPAGNACCO
 Riverente m’inchino
 a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
40Io faccio riverenza
 a quei vezzosi rai
 che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
 Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
45Ah Parpagnacco mio,
 siete tutto bellezza e tutto brio!
 PARPAGNACCO
 Non dico per lodarmi
 ma dacché son marchese
 faccio meravigliar tutto il paese.
50Quand’ero alla montagna
 d’essere mi pareva un contadino,
 ora d’esser mi pare un ballerino.
 MADAMA
 Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
55V’è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente e non dà pena.
 PARPAGNACCO
 Sì, vi dirò il perché, come ricolma
 di pesanti pensieri ho la mia mente,
 par che il dorso s’incurvi e non è niente.
 MADAMA
60Niente, niente, signor! Lo dico anch’io.
 Anzi grazia gli dà quel monticello
 e poi chi ha del denaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
 Denar? Voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
65palazzi, servitù, sedie e carozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai. Voi lo sapete,
 io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
70Una cosa manca.
 MADAMA
                                  E cosa è mai?
 Lei ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
75Ritrovarla conviene, una tal donna
 sarà ben fortunata.
 Se la trovi signore!
 PARPAGNACCO
                                     Io l’ho trovata.
 MADAMA
 E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, com’è lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
80Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Da vero? Lo credo? O me felice!
 O che sorte! O che grazia! O che contento!
 Quas’impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
85Voglio la borsa tua, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza;
 sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 
 Aria
 
90   Quegli occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar;
 quei labretti cari cari
 mi potrebbero consolar.
 Quel ch’io vedo e ch’io non vedo
95mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
 labri amorosi,
 via non mi fate
 più delirar.
 
100   Di penar son ormai stracco,
 del mio mal chiedo pietà.
 Il marchese Parpagnacco
 di madama ognor sarà.
 
    Sì, vezzosetta,
105cara, caretta,
 non saprei... non vorrei...
 che m’avesse ad ingannar.
 
 MADAMA
 Io ingannarvi, signor? Mi meraviglio,
 in casa mia non vien nessun al mondo;
110io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante,
 spiritoso e brillante?
 Certamente è un incanto.
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
115Padrona!
 MADAMA
                    Mi meraviglio.
 PARPAGNACCO
                                                 Eh via!
 MADAMA
                                                                 No certo.
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vo’, non vo’.
 PARPAGNACCO
 Eh! Lo prenda.
 MADAMA
                               Via, via, lo prenderò.
 PARPAGNACCO
 Dunque, mia cara sposa... (Viene il servo)
 MADAMA
                                                   Con licenza.
 (Il barone Macacco
120mi viene a visitar? Non so che dire,
 farlo indietro tornar non è creanza.
 Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza).
 Oh gioia mia diletta! (Parte il servo)
 (Son imbrogliata assai). Vien mio fratello,
125uomo senza cervello e assai manesco,
 se vi vede con me, voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque che deggio far?
 MADAMA
                                              Io vi consiglio,
 per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi se mi trova?
 MADAMA
130Lasciate far a me.
 Difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si ritira in una camera)
 MADAMA
 Vi vuol un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro
135e vi vuol pronto labro ed occhio scaltro. (Viene il Macacco)
 MACACCO
 Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
 vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
 Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Cosa fa... fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
140Io sto be... be... be... bene.
 MACACCO
 Non mi co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei, signorsì.
 Parl’anch’io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io son inna... na... na... na... na... namorato
145di voi, mia be... bella;
 viver non po... po... posso
 senza chia... chia... chia... chia... chiamar aita
 da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 (Che ti venga la rabbia.
150O che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACACCO
 Le ra... ga... ga... ga... ga... gazze
 mi co... co... corron dietro,
 vorrian ch’io fo... fo... fo... fo... fo... follemente
155le amassi ma non fa... fa... fanno niente.
 
    Sono ancora raga... gazzo.
 Non ci penso un ca... cavolo,
 le ma... mando tutte al diavolo
 queste donne bu... bugiarde
160e maliarde senza pietà.
 
    Per voi sola divengo pa... pazzo
 e vi voglio be... be... be... be... bene,
 di ca... ca... ca... ca... cavarmi di pene
 mi farete la ca... carità.
 
 MADAMA
165Caro signor Macacco!
 Quando lei fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACACCO
                                       Pe... pensate!
 Vorrei che la mia sposa
 fosse co... co... co... co... corteggiata
170e spiritosa chia... chia... chia... chiamata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che gli facesse torto,
 poiché più bel di lei
 che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACACCO
175Io sono ben fatto,
 son be... be... be... be... bello in conclusione
 e non so’ un co... co... co... co... cornachione.
 MADAMA
 (Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone). (Viene il servo)
 Mi permette? (A Macaco)
 MACACCO
                              Sì sì, signora sì.
 MADAMA
180(Oh questa è bella affé.
 Se quest’altro se ne vien saranno tre.
 Sì sì, veng’ancor lui,
 soggezion non mi prendo di costui). (Parte il servo)
 Già che non è geloso,
185caro signor barone,
 con buona permissione,
 un altro cavalier vuol visitarmi,
 onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
 Fa... fa... fa... fa... fate pure,
190so anch’i... ch’io la usanza,
 mi mi mi riti... tiro in questa stanza. (Entra in un’altra camera)
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso
 per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo.
195Ha la vita piegata e il capo tondo.
 IL CONTE
 Al volto porporino
 di madama graziosa umil m’inchino.
 MADAMA
 Io dalle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 IL CONTE
200Di me non vi dolete,
 se tardi mi vedete.
 Sono stato finor da certe dame,
 che vogliono ballar con fondamento,
 a insegnarle di vita il portamento.
 MADAMA
205Già si sa, già si vede;
 la sua vita ben fatta è cosa rara;
 vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 IL CONTE
 Veda, signora mia!
 Osservi in cortesia
210questi due monticelli
 ch’io tengo uno per parte.
 Son fatti con tal arte
 ch’uno coll’altro in equilibrio accorda
 e sembro appunto un ballarin da corda.
 MADAMA
215Non ne dica di fatto,
 lei è tutto gentil. (Lei è un bel matto).
 
 Aria
 
    Voi siete un bel furbeto,
 io vi conosco già.
 Ohimè con quel risetto
220voi mi ferite il cor.
 
    In questo petto oddio
 mai non vi è stato amor
 ed ora sento oddio
 che per il mio gobeto
225son tutta tutta amor.
 
 IL CONTE
 Senta, signora mia! Per dir il vero,
 io son un cavagliero
 ameno e disinvolto,
 se lei mi osserva in volto,
230un certo non so che vi vederà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza.
 Col piè sempre in cadenza,
235nelle braccie grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire ch’io sia cosa compita;
 e poi che serve? Il conte Bellavita.
 
 Aria
 
    Vezzosa amabile,
240io bramo l’onor
 de vu servir.
 Ma l’alma mia
 di gielozia
 fate morir.
 
245   (Io già m’avedo (Parla da sé)
 che pena e langue,
 che gran plezir).
 
    Beltà zermante
 di voi sono amante,
250volto ben fatto
 per voi vengo matto.
 Pietà vi chiedo
 de’ miei sospir.
 
 MADAMA
 Non si stia a faticare.
255Sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma, se è tanto grazioso,
 sarà ancor generoso.
 IL CONTE
                                        E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
260Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 IL CONTE
 Dunque con i miei vezzi
265io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto,
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 IL CONTE
 Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
270Sarà l’amor che dalle donne è usato. (Picchiano entro la scena)
 IL CONTE
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
 poiché tengo un germano
 ch’è più tosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l’arrogante.
 IL CONTE
275Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima;
 per esempio, volendo
 darvi un segno d’amor, quest’orologio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
280Ah sì, ne ho perso uno
 simile a punto a quello.
 IL CONTE
 Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 O che grazia gentil! Siete un portento.
 IL CONTE
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto tanto.
 IL CONTE
285Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 
 Quartetto
 
 IL CONTE
 
    Vezzosa gradita!
 Mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
290Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Che brio! Che beltà!
 
 IL CONTE
 
    Ohimè sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no, non è niente.
295Sarà mio fratello.
 
 IL CONTE
 
 Ha poco cervello,
 tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
300   Padron riverito.
 
 IL CONTE
 
 Son servo obligato.
 
 MADAMA
 
 Che gran civiltà.
 
 PARPAGNACCO
 
    È tutto compito. (A madama)
 
 IL CONTE
 
    È assai ben creato. (A madama)
 
 MADAMA
 
305Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
 (Fratello più buono
 di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per fino ch’ei parte
310celatevi là. (Piano a Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
 che poi partirà. (Piano al conte)
 
 IL CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
315   Gli son servitore.
 Commandi, signore,
 ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
    (Oh questa sì ch’è bella!
 M’hanno creduto affé). (Torna Macacco)
 
 MACACCO
 
320   Non c’è più nissuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    E questo bel Macacco
 da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara!
 
 MADAMA
 
325Mio be... be... be... be... bello!
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua qua. (Parpagnacco e il conte mettano la testa fuori della porta)
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Un altro suo fratello
 codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or sono nell’imbroglio,
330non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Eh ben quanti fratelli
 avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli!
335Io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzogniera.
 
 IL CONTE
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate che vi mando.
340Andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà.
 
 A QUATTRO
 
    Che razza maledetta,
 che rabbia che mi fa.
 
 Fine della prima parte
 
 
 PARTE SECONDA
 
 Giardino.
 
 Il marchese Parpagnacco da una parte, il conte Bellavita dall’altra
 
 Duetto
 
 PARPAGNACCO
 
    Corpo di Bacco!
345Son Parpagnacco.
 
 IL CONTE
 
 Femina ardita!
 Son Bellavita.
 
 A DUE
 
 Le mie vendette
 teco vuo’ far.
350Ecco il rivale, lo voglio sfidar.
 
 IL CONTE
 
    Siete rozo.
 
 PARPAGNACCO
 
                          Siete pazzo.
 
 IL CONTE
 
 Villanazio.
 
 PARPAGNACCO
 
                       Ignorantazio.
 
 IL CONTE
 
 Non mi sdegno.
 
 PARPAGNACCO
 
                                Se mi sdegno...
 
 IL CONTE
 
 Mallagrazia.
 
 PARPAGNACCO
 
                          Bruta fascia.
 
 A DUE
 
355Colla spada su la strada
 ti prometo che t’aspetto
 ed il cor ti vo’ cavar.
 
 IL CONTE
 
    Ponete mano.
 
 PARPAGNACCO
 
 Fuori la spada.
 
 A DUE
 
360Brutto villano! Ti voglio scannar.
 
    Alto, ferma, tira, vieni.
 Oh che poltrone,
 non sa tirar! (Viene il baron Macaco)
 
 MACACCO
 Co... co... co... cosa fate?
 PARPAGNACCO
365Lasciatelo amazzar.
 IL CONTE
                                      Non mi tenete.
 MACACCO
 A... ma... ma... ma... ma... ma...
 ma... mazzatevi pur quanto volete.
 PARPAGNACCO
 Ma tu pur sei rivale.
 IL CONTE
 Tu pur Vezzosa adori.
 IL CONTE, PARPAGNACCO
370Voglio cavarti il cor; cedila o mori.
 MACACCO
 No no no, ca... ca... ca... cari fratelli!
 Ve la ce... ce... ce... cedo;
 non voglio andar per quelle luci belle
 a farmi bu... bu... bu... bucar la pelle.
 IL CONTE
375Eh! Tiratev’in qua, (A Macacco)
 ditem’in confidenza;
 siete voi di Vezzosa innamorato?
 MACACCO
 So... sono e non sono;
 ma io son buo... buono;
380non ho ge... gelosia
 e ho gusto d’ama... mare in compagnia.
 PARPAGNACCO
 Eh ehm, signor barone,
 una parola in grazia.
 MACACCO
                                        Ve... ve... vegno.
 PARPAGNACCO
 Amate veramente
385voi pure la Vezzosa?
 MACACCO
 Vi dirò una co... cosa,
 l’amo anch’i... ch’i... ch’i... ch’io
 ma di voi non pre... prendo soggezzione.
 Io sono un buon co... co... compagnone.
 IL CONTE
390Venite qua, sentite, (A Macacco)
 di voi poco m’importa.
 Mi basta che colui vada in malora.
 MACACCO
 Lascia... scia... sciate
 fa... fa... fa... fare a me.
 PARPAGNACCO
                                            Caro Macaco,
395non ho finito ancor.
 MACACCO
                                       La la va lunga.
 PARPAGNACCO
 Io di voi son contento,
 non vorrei che colui venisse qui.
 MACACCO
 Sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì.
 IL CONTE
 Un poco di creanza, padron mio! (A Parpagnacco)
400Voglio parlar anch’io.
 PARPAGNACCO
 Quest’azione non è da cavaliero.
 MACACCO
 Mi mi mi son venuti
 in cu... cu... cu... cu... cupola da vero.
 
 Aria
 
 IL CONTE
 
    Vi prego di core (A Macaco)
405di farmi un favore.
 Parlate a madama,
 pregate per me.
 
    E bene! Che c’è? (A Parpagnacco che ascolta)
 Che bella creanza!
410Sentite, direte
 ch’io l’amo e l’adoro,
 ch’ell’è il mio tesoro,
 che andarle vorrei
 a far riverenza.
415Ma che impertinenza! (A Parpagnacco)
 Tiratev’in là.
 Mi avete capito? (A Macacco)
 V’aspetto poi qua.
 
    Potete anche dirle
420la gran differenza
 che passa e che v’è
 fra quello e fra me.
 Io son tutto grazia;
 di lui malagrazia
425maggior non si dà.
 Un po’ di creanza, (A Parpagnacco)
 tiratev’in là.
 
 MACACCO
 Su... subito va... vado.
 PARPAGNACCO
 Sentite ancora me.
 MACACCO
                                     Non po... posso.
 PARPAGNACCO
430Un galantuom s’ascolta.
 MACACCO
 Pa... pa... pa... parlate un’altra volta.
 PARPAGNACCO
 Una sola parola e poi andate.
 MACACCO
 V’ho inte... te... te... te... teso senza che parlate.
 
    V’ho ca... ca... ca... capito, (A Parpagnacco)
435pa... pa... pa... parlerò.
 Voi sarete se... servito. (Al conte)
 Il mezzan vi fa... farò.
 
    Son di buon co... co... co... core,
 l’acciallin vi ba... ba... ba... ba...
440ba... ba... ba... ba... batterò. (Parte)
 
 IL CONTE
 Veramente voi siete il bel soggetto!
 PARPAGNACCO
 Oh che gentile aspetto!
 Che amabile figura!
 IL CONTE
 Che gran caricatura!
 PARPAGNACCO
                                        Ah gobbo!
 IL CONTE
                                                             Ah monte!
445O che caro marchese!
 PARPAGNACCO
                                          O che bel conte!
 IL CONTE
 Che sì, che il mio bastone
 ti rompe quel gobbone.
 PARPAGNACCO
 Che sì, che sì, che con un temperino
 ti taglio quel gobbino.
 IL CONTE
450Io timore non ho!
 PARPAGNACCO
                                   Non ho paura.
 IL CONTE
 Faccia di bernardon!
 PARPAGNACCO
                                         Brutta figura! (Viene madama vestita alla veneziana)
 MADAMA
 Olà, Olà, fermeve,
 cossa diavolo feu,
 dixé, cosa gh’aveu?
455Se ve dixé più robba,
 la stizza ve farà crescer la gobba.
 PARPAGNACCO
 Veneziana gentil, chi siete voi?
 IL CONTE
 Cercate voi di me?
 MADAMA
 Demando tutti do. Son vegnua qua
460per parte di madama, mia padrona,
 a farve riverenza
 e a dirve due parole in confidenza.
 PARPAGNACCO
 Dite, dite.
 IL CONTE
                      Parlate.
 PARPAGNACCO
 V’ascolto con diletto.
 IL CONTE
465Mi balza il cor per l’allegria nel petto.
 MADAMA
 La sa che tutti do sé innamorai
 per ela spasemai.
 Anca ela la dixe
 che sé le so raixe.
470La ve vuol tutti do par so morosi
 ma ghe despiase assai che sié zelosi.
 Savé che zelosia
 dal mondo ze bandia.
 No la se usa più. Nualtre done
475savé che la volemo a nostro modo.
 Chi ne sa segondar
 qualcossa pol sperar;
 ma chi troppo pretende e xe ustinà
 lo mandamo ben ben de là da Stra.
480Donca penseghe ben,
 o amar in compagnia, se la ve preme,
 o andarvi a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
 (Il dilemma va stretto).
 IL CONTE
 (Non v’è la via di mezzo).
 PARPAGNACCO
485(O star cheto o lasciarla).
 IL CONTE
 (O soffrire un compagno o non amarla).
 MADAMA
 (Son due pazzi a consiglio).
 PARPAGNACCO
 (Che faccio?)
 IL CONTE
                            (A che m’appiglio?)
 PARPAGNACCO
 Conte!
 IL CONTE
                Marchese!
 PARPAGNACCO
                                      Che facciamo noi?
 IL CONTE
490Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
 Penso che si può amare in compagnia.
 IL CONTE
 Penso al diavol mandar la gelosia.
 MADAMA
 (Eccoli già cangiati.
 Affé ci son cascati).
 PARPAGNACCO
495Andate da madama.
 IL CONTE
 E ditele in mio nome...
 PARPAGNACCO
 Che d’amarla con altri io mi contento.
 IL CONTE
 Pur che non lasci me, n’ami anche cento.
 MADAMA
 Bravi, così me piace,
500star da boni compagni; za la donna
 gh’ha el cuor come i meloni;
 una fetta per un contenta tutti.
 Cari i mi cari putti!
 Chi crede d’esser solo se ne mente,
505che le donne d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
 Dunque andiam da madama.
 MADAMA
 No no, aspettela qua,
 che za la vegnirà. Lassé che vaga
 mi dalla mia padrona
510a portarghe sta niova così bona.
 
 Aria
 
    Scieu tanto benedetti,
 o cari sti gobetti.
 Staremo allegramente
 in paxe tra de nu.
 
515   Caro quel muso,
 caro colù!
 
    Via che la vaga,
 de chi è sti mondi?
 Tutti i xe nostri,
520tutto è per nu.
 
    Caro quel gobbo,
 caro colù! (Parte)
 
 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d’accordo,
 dunque andaremo insieme
525alla conversazion?
 IL CONTE
                                    Sì, non mi preme.
 Venite da madama,
 venga il terzo ed il quarto ed anco il quinto,
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
530perché una tal risposta
 diedi alla cameriera?
 Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.