Il filosofo di campagna, libretto, Bologna, Sassi, 1756

 SCENA PRIMA
 
 Madama VEZZOSA, in atto di andare ad assettarsi il capo alla toletta con una cameriera, che l’assiste, ed un paggio, entrambi che non parlano; indi il marchese PARPAGNACCO
 
 VEZZOSA
 
    Con questo portamento
 se muovo l’occhio in giro,
 se tenera sospiro,
 ognun fo spasimar.
 
5   Mi corrono d’intorno
 per sempre i damerini,
 amanti poverini
 mi fate voi pietà.
 
 Per tutte le botteghe
10so che di me si parla,
 per le vie, per le piazze e per le strade,
 in ogn’angolo alfin della cittade
 non si fa che parlar di mia beltade. (Paggio che li fa cenno d’esservi marchese Parpagnacco)
 Come? Chi è? Il marchese Parpagnacco.
15Venga, venga, è padrone. (Paggio via)
 Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa.
 In oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel saccoccin la nobiltà.
 PARPAGNACCO
20Riverente m’inchino
 a quella bella grazia
 che di farmi penar non è mai sazia.
 VEZZOSA