Il filosofo di campagna, libretto, Roma, Zempel, 1756 (Civitavecchia)

 Lo volete saper? Voi siete quella.
 VEZZOSA
 Da vero? Oh me felice.
 PARPAGNACCO
45Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza,
 sudo, smanio e deliro,
 rido per il contento
 e poi e poi sospiro.
 
50   Quell’occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar,
 quei labretti cari cari
 mi potrebbero consolar.
 Quel che vedo e che non vedo
55mi fa sempre sospirar.
 
    Labri vezzosi,
 occhi amorosi,
 ah non mi fate
 più delirar.
 
 SCENA III
 
 VEZZOSA e detto
 
 VEZZOSA
60Non ne dica di più. Ma che mai vedo,
 o che vago diamante.
 PARPAGNACCO
 Vi piace?
 VEZZOSA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona.
 VEZZOSA
                    Oh meraviglio.
 PARPAGNACCO
                                                  E via lo prenda.
 VEZZOSA
 No certo no.
 PARPAGNACCO
65Ma poi... Ma poi...
 VEZZOSA
                                    E via lo prenderò.
 PARPAGNACCO
 Dunque, mia cara sposa...
 VEZZOSA
                                                  Con licenza,
 oh gioia mia diletta,
 sono imbrogliata assai. Vien mio fratello,
 uomo senza cervello e assai manesco,
70se vi trova con me voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque che deggio far?
 VEZZOSA
                                              Io vi consiglio,
 per fuggire il pericol
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi se mi trova?
 VEZZOSA
 Lasciate far a me,
75difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 VEZZOSA e poi il barone MACACCO
 
 VEZZOSA
 Vi vuol un po’ d’ingegno a far l’amore
 con questo e con quest’altro
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro.
 MACACCO
80Ma... ma... madama vi chie... chiedo perdono.
 VEZZOSA
 Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Co... co... co... cosa fate?
 VEZZOSA
                                             Io sto be... bene.
 MACACCO
 Non mi co... corbellate.
 VEZZOSA
 Pensi lei, signorsì,
85parlo ancor io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io sono innamorato
 di voi, mia be... bella,
 viver non posso se...
 senza chia... chia... chia... chiamar un’aita
90da voi che siete la mia la mia vita.
 VEZZOSA
 Che ti venghi la rabbia.
 Oh che brutta figura.
 Questo può dirsi un mostro di natura.
 MACACCO
 Le raga... gazze mi co... corron dietro,
95vo... vo... vorrebbero ch’io
 fo... fo... fo... follemente
 le amasse ma ma non fanno niente.
 
    Le zi... zi.... le zi... zitelle,
 le ma... ma... le maritate,
100le bu... brutte, le be... belle
 si son tutte innamorate
 mia signora ca... ca... cara
 della rara mia beltà.
 
    Chi mio ben ndi... ndi... ndi... dice,
105chi ndo... ndo... domanda pace,
 chi nda... nda... d’amor si sface
 ma ma to... to... to... to... to...
 intanto del lor pianto io rido ah ah.
 
 SCENA V
 
 VEZZOSA
 Caro signor Macacco,
110quando lei fosse sposo,
 sarebbe più geloso?
 MACACCO
 Pensate voi, vorrei che la mia sposa
 fosse co... co... corteggiata
 e fo... fo... fo... follemente vagheggiata.
 VEZZOSA
115Non vi saria pericolo
 che li facesse torto
 poiché più bel di lei
 che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACACCO
 Io son ben fatto e in conclusione
120no, non sono un buffone.
 VEZZOSA
 Che faccia di castrone.
 Caro signor barone,
 con buona permissione
 un altro cavalier vuol visitarmi,
125onde vi priego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
 Fa... fate pur, so so ancor io l’usanza
 e mi mi mi ritiro
 in que... quella o in que... quest’altra stanza.
 VEZZOSA
 O questa è bella affè.
130Con quest’altro che vien saranno tre.
 
 SCENA VI
 
 Il conte BELLAVITA e VEZZOSA
 
 BELLAVITA
 Al volto porporino
 di madama Vezzosa umil m’inchino.
 VEZZOSA
 Io delle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 BELLAVITA
135Permetta, anzi conceda
 che prostato si vede
 il prototipo, è ver, de’ rispettosi
 e l’intimo de’ suoi servi generosi.
 Osservate madama
140il labbro mio vezzoso,
 l’occhio nero amoroso,
 il mio parlar sincero,
 l’aria brillante, il portamento altero.
 VEZZOSA
 Né ne dica di più; lo so, lo vedo.
145Lei è tutto ben fatto;
 lei è molto gentil; (lei è un bel matto).
 BELLAVITA
 Viva viva il buon cor;
 anch’io l’affezzione
 odio nelle persone,
150parlar mi piace naturale affatto,
 perciò dal seno estratto
 il più devoto sentimento,
 trabocca dalle labbra il mio contento.
 
    Vezzosa amabile
155scie bramo l’honour
 de vu servir
 ma l’alma mia
 di gelosia
 fate morir.
 
160   Io già m’avvedo
 che pena e langue,
 che gran plesir.
 
    Bella sciarmante
 di voi sono amante,
165volto ben fatto
 per voi sono matto,
 pietà vi chiedo
 de’ miei martir.
 
 SCENA VII
 
 VEZZOSA e BELLAVITA
 
 VEZZOSA
 Ma se siete poi tanto grazioso,
170sarete ancora un uomo generoso.
 BELLAVITA
 Cosa importa?
 VEZZOSA
                              Per me vi parlo schietto,
 se mi volete impressionar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 
    Non ti minaccio sdegno,
175non ti prometto amor,
 dammi di fede un pegno,
 fidati del mio cor,
 vedrò se m’ami.
 
    E di premiarti poi
180resti la cura a me
 né domandar mercé
 se pur la brami.
 
 BELLAVITA
 Sarà dunque un amor interessato.
 VEZZOSA
 Sarà l’amor che delle donne è usato.
 BELLAVITA
185Parmi di sentir gente.
 VEZZOSA
                                           Ah dite piano
 perché tengo un germano
 che ha il capo stravagante,
 se vi sente vorrà far l’arrogante.
 BELLAVITA
 Ecco in  segno d’amor questo orologio.
190Mi vorrete poi bene?
 VEZZOSA
                                         Oh tanto, tanto.
 BELLAVITA
 Vi piace il volto mio?
 VEZZOSA
                                         Siete un incanto.
 BELLAVITA
 
    Vezzosa gradita,
 mio dolce tesoro.
 
 VEZZOSA
 
 Per voi Bellavita
195io smanio, io moro.
 
 VEZZOSA, BELLAVITA
 
 Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento,
 oh dio che beltà.
 
 BELLAVITA
 
    Oimè sento gente.
 
 VEZZOSA
 
200No no, non è niente,
 sarà mio fratello.
 
 BELLAVITA
 
 Ha poco cervello,
 tremar ci farà.
 
 VEZZOSA
 
    Non tema di nulla,
205stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito.
 
 BELLAVITA
 
 Son servo obligato.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
 Che gran civiltà.
 
 BELLAVITA
 
    È tutto compito.
 
 VEZZOSA
 
210Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO
 
    È assai ben creato.
 
 VEZZOSA
 
 Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
215   Fratello più buono
 di lui non si dà.
 
 VEZZOSA
 
    Per sino ch’io parta,
 celatevi in là.
 
 BELLAVITA
 
 È troppa bontà.
 
 VEZZOSA
 
220   Andate in disparte,
 che poi partirà.
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO A DUE
 
    Gli son servitore,
 comandi signora
225ma con libertà.
 
 VEZZOSA
 
    O questa sì ch’è bella,
 m’hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
    Non c’è c’è c’è nessuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 VEZZOSA
 
230   E questo è un bel Macacco,
 da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 VEZZOSA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 VEZZOSA, MACACCO
 
 Son qua, son qua, son qua.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
235   Un altro suo fratello
 ancor questo sarà.
 
 VEZZOSA, MACACCO
 
 Son qua, son qua, son qua.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
    E ben quanti fratelli
 avete mia signora?
 
 VEZZOSA
 
240Padroni cari e belli,
 io non ve lo so dir.
 
 BELLAVITA
 
    Voi siete mensogniera.
 
 PARPAGNACCO
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
 Scoperta siete già.
 
 MACACCO
 
245Co... cosa mai sarà?
 
 VEZZOSA, BELLAVITA
 
    Andate che vi mando,
 andate via di qua.
 
 PARPAGNACCO
 
    Che razza maledetta,
 che rabbia che mi fa.
 
 
 PARTE SECONDA
 
 PARPAGNACCO
 
250   Corpo di Bacco,
 son Parpagnacco.
 
 BELLAVITA
 
 Femina ardita,
 son Bellavita.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
 Le mie vendette
255teco vuo’ far.
 Ecco il rivale, lo voglio sfidar.
 
 BELLAVITA
 
    Ponete mano.
 
 PARPAGNACCO
 
 Fuori la spada.
 
 BELLAVITA
 
 Brutto villano, ti voglio ammazzar.
 
260   Alto.
 
 PARPAGNACCO
 
               Ferma.
 
 BELLAVITA
 
                               Tira.
 
 PARPAGNACCO
 
                                           Vieni.
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
                                                         Ah!
 O che poltrone,
 non sa tirar.
 
 SCENA PRIMA
 
 MACACCO, BELLAVITA e PARPAGNACCO
 
 MACACCO
 Co... co... co... cosa fate?
 PARPAGNACCO
 Lasciatelo ammazzar.
 BELLAVITA
                                          Non mi tenete.
 MACACCO
265Ammazzatevi pur quanto volete.
 PARPAGNACCO
 Tu pur mi sei rivale.
 BELLAVITA
 Tu pur Vezzosa adori.
 PARPAGNACCO
 Voglio cavarti il cor.
 BELLAVITA
                                       Cedila o mori.
 MACACCO
 No no cari fratelli, ve la cedo,
270non voglio andar per quelle luci belle
 a farmi bu... bucar la pelle.
 PARPAGNACCO
 Fermatevi.
 BELLAVITA
                        Venite qui, sentite.
 Amate voi Vezzosa?
 MACACCO
                                       L’amo ancor
 ma di voi non mi prendo soggezzione,
275sono un buon co... co... co... compagnone
 e non ho gelosia
 ed ho gusto d’amare in co... co... co... compagnia.
 PARPAGNACCO
 Caro Macacco mio,
 non è finito ancor.
 MACACCO
                                    La va va lunga.
 PARPAGNACCO
280Questo trattar non è da cavaliero.
 MACACCO
 Mi mi mi son venuti
 in cu... cu... cuppula da vero.
 BELLAVITA
 
    Vi priego di core
 a farmi un favore.
285Parlate a madama,
 pregate per me.
 
    E ben che cos’è?
 Che bella creanza.
 Sentite, direte
290ch’andarle vorrei
 a far riverenza.
 Ma che impertinenza,
 tiratevi in là.
 M’avete capito.
295V’aspetto poi qua.
 
 SCENA II
 
 PARPAGNACCO e MACACCO
 
 PARPAGNACCO
 Sentite ancora a me.
 MACACCO
                                        Non posso.
 PARPAGNACCO
 Una parola sola e poi andate.
 MACACCO
 Ho inteso senza che parlate.
 
    Ho ca... ca... ca... ca... capito,
300pa... pa... pa... pa... parlerò.
 Voi sarete ben servito,
 il mezzan vi vi farò.
 
    Son di buon co... co... co... core,
 l’accialin vi batterò.
 
 SCENA III
 
 BELLAVITA e PARPAGNACCO
 
 BELLAVITA
305Veramente voi siete un bel soggetto.
 PARPAGNACCO
 Oh che gentile aspetto.
 BELLAVITA
 Che amabile figura,
 che gran caricatura.
 PARPAGNACCO
 Che grazia avete voi.
310Lo giuro da marchese,
 siete una figura alla chinese.
 
    Se vi guardo ben bene nel volto,
 voi mi fate di risa crepar.
 Quel visino così disinvolto
315è una cosa che fa innamorar.
 Che ti venghi la rabbia nel dorso;
 guarda l’orso, mi vuole graffiar.
 
 SCENA IV
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO e poi VEZZOSA
 
 BELLAVITA
 Non posso più soffrir tal petulanza.
 PARPAGNACCO
 Che sì, che sì, che con un temperino
320ti taglio quel gobbino.
 BELLAVITA
 Che sì, che col bastone
 ti rompo quel gobbone.
 BELLAVITA
 Io timore non ho.
 PARPAGNACCO
                                   Non ho paura.
 BELLAVITA
 Faccia di bernardon.
 PARPAGNACCO
                                         Brutta figura.
 VEZZOSA
325Olà, olà fermeve,
 cosa diavolo feu,
 disé, cossa gh’aveu?
 Se ve disé più robba,
 la stizza ve farà crescer la gobba.
 BELLAVITA
330Veneziana gentil, chi siete voi?
 PARPAGNACCO
 Cercate voi di me?
 VEZZOSA
 Domando tutti do. Son vegnua qua
 per parte de madama, mia padrona,
 a farvi riverenza
335e a dirve do parole in confidenza.
 BELLAVITA
 Dite, dite.
 PARPAGNACCO
                      Parlate.
 VEZZOSA
 La sa che tutti do sé innamorai
 de ella spasemai, anch’ella dise
 che seu le so raise,
340ella vi vuol tutti do per so morosi
 ma ghe dispiase assai che sé zelosi.
 Savé che zelosia
 dal mondo xe bandia.
 Chi ne sa secondar
345qualcosa pol sperar.
 Ma chi troppo pretende e ze ostinà
 lo mandemo ben ben de là de Stra.
 Onde penseghe,
 o amarla in compagnia, se la ve preme,
350o andate a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
 O star quieto o lasciarla.
 BELLAVITA
 O soffrire un compagno o non amarla.
 PARPAGNACCO
 Andiamo da madama
 e ditele in mio nome
355che d’amarla con altri io son contento.
 BELLAVITA
 Pur che non lasci me, n’ami anche cento.
 
    Non saremo più gelosi,
 lo giuriamo a tutti i numi,
 lo giuriamo ai vostri lumi
360che son fonti di beltà.
 
 No no, spetela qua,
 che za la vegnerà.
 Lasé che vaga mi dalla padrona
 e portarghe sta nova cosa buona.
 
365   Non temer bell’idol mio,
 contro il ciel resiste amor.
 Che! Tu piangi, ah frena oh dio
 quell’amaro tuo dolor.
 
    Sì crudeli, in voi le prove
370io dirò del mio valor,
 là sull’ara in grembo a Giove
 proverete il mio furor.
 
 SCENA ULTIMA
 
 BELLAVITA
 Marchese che ne dite?
 PARPAGNACCO
 Che far pensate voi?
 BELLAVITA
375Penso d’amare in compagnia.
 PARPAGNACCO
 Penso al diavolo mandar la gelosia.
 VEZZOSA
 Bravi, così mi piace,
 amici in buona pace.
 PARPAGNACCO
 Madama son per voi.
 BELLAVITA
380Son qui, son tutto vostro.
 VEZZOSA
 Aggradisco d’ognun le grazie sue
 ma vi voglio d’accordo tutti e due.
 PARPAGNACCO
 Per me son contento.
 BELLAVITA
 Di farlo non mi pento.
 MACACCO
385Ed io che non sche... scherzo,
 se siete due, io sa... sarò il terzo.
 VEZZOSA
 Andiamo dunque uniti
 a ballare e cantare
 e per divertimento
390venga ognuno a sonar qualche stromento.
 PARPAGNACCO
 Sì, vengo e sonerò
 con madama gentil quanto potrò.
 BELLAVITA
 Corpo di Bacco,
 voglio sonar coll’istrumento mio.
 MACACCO
395Ed io che non so... sono
 me... me... me... me... merlotto
 voglio sonare anch’io
 il ciu... ciu... ciu... ciuffolotto.
 BELLAVITA
 
    Che bella cosa ch’è
400l’amare e non temer,
 che amabile goder
 in buona società.
 
 PARPAGNACCO
 
    Che bell’amar così
 senza tormenti al cor.
405O che felice amor
 che gusto ognor mi dà.
 
 MACACCO
 
    Ca... ca... ca... caro amor,
 be... bella libertà.
 Do... donne di bon core
410fa... fa... fate la carità.
 
 VEZZOSA
 
    Chi vuole amar con me
 contento ognor sarà
 ma pensi ognun per sé,
 ch’io voglio libertà.
 
 VEZZOSA, BELLAVITA, MACACCO
 
415   Viva l’amore, viva il bon core,
 viva l’amarsi con libertà.
 
 BELLAVITA
 
   Senti senti il violoncello,
 dice: «E viva il viso bello».
 
 PARPAGNACCO
 
 Senti senti il chitarrino,
420dice: «E viva il bel visino».
 
 MACACCO
 
 Senti senti il ciuffolotto,
 dice: «E viva il bel visotto».
 
 VEZZOSA
 
 Ed il cembalo senti senti,
 dice: «E viva i tre contenti».
 
 VEZZOSA, BELLAVITA, PARPAGNACCO, MACACCO
 
425   Viva viva l’allegria,
 bell’amarsi in compagnia.
 Che piacere al cor mi dà
 questa cara libertà.
 
 Fine
 
 
 LA FENICE SUL ROGO O VERO LA MORTE DI SAN GIUSEPPE
 
    Melodrama di Antonino Maria Paolucci da cantarsi nella venerabile congregazione dell’istesso titolo eretta nell’atrio della chiesa de’ molto reverendi padri dell’oratorio di Napoli, in occasione della festività del santo.
    In Napoli, MDCCXXXVII, per Serafino Porsile regio stampatore, con licenza de’ superiori.
 
 
 PERSONAGGI
 
 MARIA SANTISSIMA
 SAN GIUSEPPE
 SAN MICHELE ARCANGIOLO
 AMOR DIVINO
 
    Musica del signor Giovanni Battista Pergolesi.
 
 
 PARTE PRIMA
 
 
 SAN MICHELE
 Tra le angustie beate
 del tuo povero letto,
 quasi di acceso rogo
 sui bei rami odorosi,
5già tra sacri profumi
 fortunata Fenice il sen consumi.
 Io ti vedo, o Giuseppe,
 ai rai del vero sole,
 all’adorato lume
10scioglierti in fiamme, e incenerir le piume.
 Intanto a le tranquille
 agonie del tuo core, ai dolci affanni
 qui arresto in ammirare e i lumi e i vanni.
 
    Sono spirito immortale,
15io non so, che sia ’l morire,
 ma un sì dolce e bel languire
 già comincio a invidiar.
 
    Sì, così infocate ho l’ale,
 così anch’io son tutto ardore,
20ma vantar non posso un core
 da rinascere a bruggiar.
 
 SAN GIUSEPPE
 Michele, il fianco antico
 al gran peso degli anni alfin vacilla,
 né incenerito amore
25ha finora il mio core,
 almeno il rio tormento,
 che amai poco Giesù, ne resti spento.
 
    Se a un sì bel foco
 ardei sì poco
30chiedo perdono,
 spero pietà.
 
    Queste che sono
 su le pupille
 stille del core
35il mio Signore
 non sdegnerà.
 
 MARIA SANTISSIMA
 Candido amato giglio,
 tu chini al suol le sempre intatte foglie.
 SAN GIUSEPPE
 È tempo omai che spoglie
40l’alma il suo grave ammanto, è tempo omai
 che voli ad eseguir gli alti voleri...
 AMOR DIVINO
 De’ tuoi strali più fieri,
 Morte, disarma il fianco,
 resti inutile al suol la tua faretra,
45Giuseppe ha da morir, Morte, ti arretra.
 
    Morono le Fenici,
 ma in quel venirsi meno
 si sentono nel seno
 la vita rinovar.
 
50   Così tra le felici
 fiamme di amor ferito
 Giuseppe incenerito
 al cielo ha da volar.
 
 MARIA SANTISSIMA
 More alfine Giuseppe,
55ma in braccio al mio bel Figlio
 è diletto il tormento...
 SAN MICHELE
 E l’istesso morir vita e contento.
 
    Appena spira
 aura soave,
60parte la nave,
 e tutto mira
 placido il mar.
 
    Presso è la sposa,
 presso è il Figliuolo:
65Morte amorosa,
 vero consuolo,
 dolce spirar.
 
 MARIA SANTISSIMA
 Morte, invidia gentil d’ogn’altra vita.
 SAN MICHELE
 Egli a morir t’invita
70per cui vive ogni cor...
 MARIA SANTISSIMA
                                           Egli che venne
 a debellar la Morte,
 vuol che a Lui spiri in seno...
 SAN MICHELE
                                                       O cara sorte!
 MARIA SANTISSIMA
 Ei con dardo amoroso
 di sua man ti ferisce, o caro sposo.
 
75   Gradite ferite
 d’un Dio tutto amore,
 chiunque ne more
 a viver ne va.
 
    Son vaghe le piaghe
80che imprime in un petto
 Giesù, il mio diletto,
 ch’è tutto pietà.
 
 AMOR DIVINO
 Di Morte no, d’Amor è la ferita.
 SAN MICHELE
 È l’autor d’ogni vita
85con infocato strale
 ch’a te imprime nel sen piaga mortale.
 SAN GIUSEPPE
 Piaga mortale? e come?
 Presso l’amato nume,
 non posso io più, che rinovar le piume.
 
90   Non può chi tutto può
 darmi la morte, no,
 qualor ne gode il cor
 l’aria gioconda.
 
    Ma, s’egli vuol così,
95mi ucciderà, sì sì.
 Ohimè s’egli da me
 fia che si asconda.
 
 SAN MICHELE
 Ai dolcissimi affanni
 suda il caro Giuseppe...
 MARIA SANTISSIMA
100Come ingemma vezzosa
 l’alba de’ regni Eoi l’auree contrade,
 sì sparge perle un sì bel dì, che cade.
 SAN GIUSEPPE
 Sei tu aurora, o Maria,
 è Giesù vero sole, Espero io sono
105che i suoi rai, che i tuoi rai ricevo in dono.
 MARIA SANTISSIMA
 Vero sol, vero lume è il caro Figlio.
 Chiaro eterno splendore,
 balsamo è il tuo sudore,
 che diede ogni momento
110al divino suo ardor dolce alimento.
 Ed or puoi tu languire?
 Puoi morire, o Giuseppe, e teco è unita
 la vita d’ogni cor, ch’a sé t’invita!
 Muori sì, ma gioisci,
115e fiano al mio Signore
 i mancanti respiri inni d’onore.
 
    Pellegrin, ch’in folto orror
 tra la speme e tra ’l timor
 sospettoso intorno va,
120vede già che mezz’ascoso
 d’un barlume brilla il ciel.
 
    Quanto allor, ch’appena uscì,
 gode ai rai del nuovo dì,
 e risponde al suo cantar
125lieto il mar da le sue sponde,
 la dolce aura e ’l vago augel.
 
 SAN GIUSEPPE
 Sposa...
 MARIA SANTISSIMA
                  Che brami, o sposo?
 SAN GIUSEPPE
                                                         Il caro Dio
 mi fé de le tue gioie ognor consorte;
 teco il vidi bambino,
130teco godei trovando il mio tesoro,
 né vuol, che incontr’io teco il tuo martoro.
 Là nel Calvario monte
 viva per più dolore
 miracolo del duolo un dì sarai,
135ed io tra le delizie or chiudo i rai!
 Vorrei... ma s’ei non vuole
 adoro il suo voler, e seco io voglio
 tua la gloria del pianto e del cordoglio.
 
 A due
 
    Il Signor vuol, ch’a te solo
140cara morte dia l’amore,
 e la nieghi a te il dolor.
 
 MARIA SANTISSIMA
 
    Egli vuol, ch’a te dia solo
 morte placida l’amore,
 e la nieghi a me il dolor!
 
 SAN GIUSEPPE
 
145   Che bontà!
 
 MARIA SANTISSIMA
 
                           Che dir poss’io?
 
 SAN GIUSEPPE
 
 Arde, oh Dio, tra fiamme il cor.
 
 MARIA SANTISSIMA
 
 Non è mio questo mio cor.
 
    E ’l dolor
 
 SAN GIUSEPPE
 
                       ed il consuolo
 
 A DUE
 
 ugualmente
 
 MARIA SANTISSIMA
 
                         all’alma,
 
 SAN GIUSEPPE
 
                                           al core
 
 A DUE
 
150rende amabile il Signor.
 
 SAN MICHELE
 Ad accenti sì bei muto son io.
 SAN GIUSEPPE
 O sposa, un picciol rio
 se alfin ne giunge ad imboccarsi al mare,
 AMOR DIVINO
 già non più quello in quel gran seno appare.
 SAN GIUSEPPE
155Tra l’incendio infinito
 d’un inesausto ardore
 non si discerne, no, questo mio core.
 AMOR DIVINO
 Un abisso di luce
 il confonde, l’abbaglia...
 SAN MICHELE
                                              O cari incendi!
 MARIA SANTISSIMA
160Fiamme adorate e belle!
 SAN GIUSEPPE
 Ed ecco incenerito è il cor tra quelle.
 
    Dolce auretta che alletta, che piace,
 più vorace fa un debole ardor.
 
    Sì mi accende, mi rende più amante
165il sembiante del caro Signor.
 
 Fine della prima parte
 
 
 PARTE SECONDA
 
 
 SAN GIUSEPPE
 Vegg’io la Morte, o sposa...
 AMOR DIVINO
 La Morte sì, che rispettosa mira
 agonizar in estasi d’amore
 Fenice, che rinasce, e che non more!
 
170   E può rinascere
 chi non morì?
 Se non sia spento,
 si può riaccendere
 acceso ardore?
175Questo è un portento
 del mio valor.
 
    Maria così
 è madre e vergine,
 difeso e illeso
180il suo candore:
 questi impossibili
 può farli amor.
 
 SAN GIUSEPPE
 Sposa vegg’io la Morte,
 che de’ giorni dell’uomo è notte oscura,
185la vedo invidiosa
 emular quella notte,
 in cui nacque bambino
 il vero sol divino,
 e tu ne fosti, tu, l’intatta aurora.
 AMOR DIVINO
190Quella notte del dì più bella assai.
 SAN GIUSEPPE
 Così di mille rai,
 cinta l’orride chiome
 questa che già di morte appena ha ’l nome,
 placidissima viene
195a dar notte tranquilla a questo core;
 così ai rai del Signore,
 ai tuoi bei raggi, o sposa,
 io chiudo i lumi, e l’alma omai riposa.
 MARIA SANTISSIMA
 Sì sì, riposa omai,
200chiudi in sonno di pace i stanchi rai.