Il filosofo di campagna, libretto, Venezia, 1755 (Trieste)

 faccio meravigliar tutto il paese.
 Quand’ero alla montagna
 d’essere mi pareva un contadino,
 ora d’esser mi pare un ballarino.
 MADAMA
45Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
 V’è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente e non dà pena.
 PARPAGNACCO
 Sì, vi dirò il perché, come ricolma
50di pesanti pensieri ho la mia mente
 par che il dorso s’incurvi e non è niente.
 MADAMA
 Niente, niente, signor, lo dico anch’io.
 Anzi grazia gli dà quel monticello
 e poi chi ha del denaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
55Denar? Voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai, voi lo sapete,
60io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
 Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa è mai?
 Lei ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
65ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
 Ritrovarla conviene; una tal donna
 sarà ben fortunata.
 Se la trovi, signore.
 PARPAGNACCO
                                      Io l’ho trovata.
 MADAMA
70E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, com’è lei, graziosa e bella?
 PARPAGNACCO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Da vero? Lo credo, oh me felice!
 Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento!
75Quas’impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
 Voglio la borsa tua, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza;
80sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 
    Quegli occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar;
 quei labbretti cari cari
85mi potrebber consolar.
 Quel ch’io vedo e ch’io non vedo
 mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
 labbri amorosi,
90via non mi fate
 più delirar.
 
    Di penar son ormai stracco,
 del mio mal chiedo pietà.
 Il marchese Parpagnacco
95di madama ognor sarà.
 
    Sì, vezzosetta,
 cara, caretta,
 non saprei... non vorrei...
 che m’avessi ad ingannar.
 
 MADAMA
100Io ingannarvi? Signor, mi maraviglio;
 in casa mia non vien nessun al mondo;
 io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante,
 spiritoso e brillante?
105Certamente è un incanto!
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona.
 MADAMA
                    Maraviglio.
 PARPAGNACCO
                                           Eh via.
 MADAMA
                                                           No certo.
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vo’, non vo’.
 PARPAGNACCO
 Eh lo prenda...
 MADAMA
                              Via, via, lo prenderò...
 PARPAGNACCO
110Dunque, mia cara sposa... (Viene il servo)
 MADAMA
                                                   Con licenza.
 (Il barone Macacco
 mi viene a visitar; non so che dire,
 farlo indietro tornar non è creanza.
 Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza).
115Oh gioia mia diletta, (Parte il servo)
 son imbrogliata assai. Vien mio fratello,
 uomo senza cervello e assai manesco,
 se vi vede con me voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque che deggio far?
 MADAMA
                                              Io vi consiglio,
120per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi, se mi trova?
 MADAMA
 Lasciate far a me.
 Difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si ritira in una camera)
 MADAMA
125Vi vuol un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro. (Viene il Macacco)
 MACACCO
 Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
 vi chiedo perdono.
 MADAMA
130Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Cosa fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
 Io sto be... be... be... bene.
 MACACCO
 Non mi co... co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei; signorsì,
135parl’anch’io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io son inna... na... na... na... na... namorato
 di voi, mia be... be... bella,
 viver non po... po... posso
 senza chia... chia... chia... chia... chiamar aita
140da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 (Che ti venga la rabbia,
 oh che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACACCO
 Le raga... ga... ga... ga... gazze
145mi co... co... co... corron dietro.
 Vorriano ch’io fo... fo... fo... fo... follemente
 le amassi ma non fa... fa... fanno niente.
 
    Sono ancora raga... gazzo,
 non ci penso un ca... ca... cavolo,
150le ma... mando tutte al diavolo
 queste donne bu... bugiarde
 e maliarde se... senza pietà.
 
    Per voi sola divengo pa... pazzo
 e vi voglio be... be... be... be... bene,
155di ca... ca... ca... ca... cavarmi di pene
 mi farete la ca... carità.
 
 MADAMA
 Caro signor Macacco,
 quando lei fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACACCO
                                       Pe... pensate.
160Vorrei che la mia sposa
 fosse co... co... co... co... co... corteggiata
 e spiritosa chia... chia... chia... chiamata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che gli facesse torto,
165poiché più bel di lei
 che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACACCO
 Io sono ben fa... fatto,
 son be... be... be... be... bello in conclusione
 e non son un co... co... co... cornacchione.
 MADAMA
170(Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone). (Viene il servo)
 Mi permette? (A Macacco)
 MACACCO
                              Sì sì, signora sì.
 MADAMA
 Oh questa è bella affé.
 Se quest’altro sen vien saranno tre.
 (Sì sì, veng’ancor lui,
175soggezion non mi prendo di costui). (Parte il servo)
 Giacché non è geloso,
 caro signor barone,
 con buona permissione
 un altro cavalier vuol visitarmi,
180onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
 Fa... fa... fa... fa... fate pure,
 so anch’i... ch’io la usanza,
 mi mi mi riti... tiro in questa stanza. (Entra in un’altra camera)
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso
185per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo.
 Ha la vita piegata e il capo tondo.
 IL CONTE
 Al volto porporino
 di madama graziosa umil m’inchino.
 MADAMA
190Io delle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 IL CONTE
 Di me non vi dolete,
 se tardi mi vedete.
 Sono stato finor da certe dame,
195che voglion ballar con fondamento,
 a insegnarle di vita il portamento.
 MADAMA
 Già si sa, già si vede;
 la sua vita ben fatta è cosa rara;
 vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 IL CONTE
200Veda, signora mia,
 osservi in cortesia,
 questi due monticelli,
 ch’io tengo uno per parte,
 son fatti con tal arte
205ch’uno coll’altro in equilibrio accorda
 e sembro appunto un ballarin da corda.
 MADAMA
 Non ne dica di più, lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo.
 Lei è tutto ben fatto;
210lei è tutto gentil. (Lei è un bel matto).
 IL CONTE
 Senta, signora mia, per dir il vero,
 io son un cavaliero
 ameno e disinvolto.
 Se lei mi osserva in volto,
215un certo non so che vi vederà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza.
 Col piè sempre in cadenza,
220nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire ch’io sia cosa compita.
 E poi che serve? Il conte Bellavita.
 
    Veda che garbo,
225veda che brio,
 tutto son io
 grazia e beltà.
 
    Io con le dame
 son tutto amore,
230son l’amorino,
 caro, carino,
 son per le donne
 tutto bontà.
 
    Ma a chi m’offende
235sono terribile,
 con braccio orribile,
 con luci irate
 tiro stoccate
 di qua, di là.
 
240   Fatene stima,
 non mi lasciate,
 se voi bramate
 d’esser felice;
 ognun mi dice
245ch’io sono bello,
 che io sono quello
 che fa l’onore
 della città.
 
 MADAMA
 Non si stia a faticare.
250Sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma, se tanto è grazioso,
 sarà anco generoso.
 IL CONTE
                                      E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
255Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 IL CONTE
 Dunque con i miei vezzi
260io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto,
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 IL CONTE
 Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
265Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 IL CONTE
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
 poiché tengo un germano
 ch’è piuttosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l’arrogante.
 IL CONTE
270Tiriamoci più in qua, torniamo un poco
 al discorso di prima.
 Per esempio, volendo
 darvi un segno d’amore, quest’orologio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
275Ah sì ne ho perso uno
 simile punto a quello.
 IL CONTE
 Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil! Siete un portento.
 IL CONTE
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 IL CONTE
280Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 IL CONTE
 
    Vezzosa gradita,
 mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
285Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Che brio! Che beltà!
 
 IL CONTE
 
    Oimè! Sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no, non è niente;
290sarà mio fratello.
 
 IL CONTE
 
 Ha poco cervello,
 tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
295   Padron riverito.
 
 IL CONTE
 
 Son servo obbligato.
 
 PARPAGNACCO
 
 È tutto compito. (A madama)
 
 IL CONTE
 
 È assai ben creato. (A madama)
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono,
300spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    (Fratello più buono
 di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per fino ch’ei parte,
 celatevi là. (Piano a Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
305È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
 che poi partirà. (Piano al conte)
 
 IL CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO
 
    Le son servitore
310ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
    Oh questa sì ch’è bella!
 M’hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
    Non c’è più più nessuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
315   E questo bel Macacco
 da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
320   Un altro suo fratello
 codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or sono nell’imbroglio,
 non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
325   Ebben quanti fratelli
 avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli,
 io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzogniera.
 
 IL CONTE
 
330Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, che vi mando,
 andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà?
 
 A QUATTRO
 
335   Che razza maladetta,
 che rabbia che mi fa!
 
 Fine della parte prima
 
 
 PARTE SECONDA
 
 Giardino.
 
 Il marchese PARPAGNACCO da una parte, il conte BELLAVITA dall’altra
 
 PARPAGNACCO
 
    Corpo di Bacco!
 Son Parpagnacco.
 
 IL CONTE
 
 Femmina ardita,
340son Bellavita.
 
 A DUE
 
 Le mie vendette
 teco vo’ far.
 Ecco il rivale, lo voglio sfidar.
 
 IL CONTE
 
    Ponete mano.
 
 PARPAGNACCO
 
345Fuori la spada.
 
 A DUE
 
 Brutto villano, ti voglio scannar.
 
    Alto, ferma, tira, vieni,
 oh che poltrone,
 non sa tirar! (Viene il barone Macacco)
 
 MACACCO
350Co... co... co... cosa fate?
 PARPAGNACCO
 Lasciatelo ammazzar.
 IL CONTE
                                          Non mi tenete.
 MACACCO
 Ama... ma... ma... ma... ma... ma...
 ma... mazzatevi pur quanto volete.
 PARPAGNACCO
 Ma tu pur sei rivale.
 IL CONTE
355Tu pur Vezzosa adori.
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 Voglio cavarti il cor; cedila o mori.
 MACACCO
 No no no, ca... ca... ca... cari fratelli,
 ve la ce... ce... ce... cedo;
 non voglio andar per quelle luci belle
360a farmi bu... bu... bu... bucar la pelle.
 IL CONTE
 Ehi tiratevi in qua,
 ditemi in confidenza,
 siete voi di Vezzosa innamorato?
 MACACCO
 So... sono e non so... sono;
365ma io son buo... buono;
 non ho ge... gelosia
 e ho gusto d’ama... mare in compagnia.
 PARPAGNACCO
 Eh, ehm, signor barone,
 una parola in grazia.
 MACACCO
                                        Ve... ve... vegno.
 PARPAGNACCO
370Amate veramente
 voi pure la Vezzosa?
 MACACCO
 Vi dirò una co... cosa,
 l’amo anch’i... ch’i... ch’i... ch’io
 ma di voi non pre... prendo soggezione,
375io sono un buon co... co... co... compagnone.
 IL CONTE
 Venite qua, sentite,
 di voi poco m’importa.
 Mi basta che colui vada in malora.
 MACACCO
 Lascia... scia... scia... sciate
380fa... fa... fa... fare a me.
 PARPAGNACCO
                                            Caro Macacco,
 non ho finito ancor.
 MACACCO
                                       La la va lunga.
 PARPAGNACCO
 Io di voi son contento,
 non vorrei che colui venisse qui.
 MACACCO
 Sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì.
 IL CONTE
385Un poco di creanza, padron mio, (A Parpagnacco)
 voglio parlar anch’io.
 PARPAGNACCO
 Quest’azione non è da cavaliero.
 MACACCO
 Ma mi mi son venuti
 in cu... cu... cu... cu... cupola da vero.
 IL CONTE
 
390   Vi prego di core (A Macacco)
 di farmi un favore.
 Parlate a madama,
 pregate per me.
 
    Ebbene! Che c’è? (A Parpagnacco che ascolta)
395Che bella creanza!
 Sentite, direte
 ch’io l’amo e l’adoro,
 ch’ell’è il mio tesoro,
 che andarle vorrei
400a far riverenza.
 Ma che impertinenza! (A Parpagnacco)
 Tiratev’in là.
 M’avete capito? (A Macacco)
 T’aspetto poi qua.
 
405   Potete anche dirle
 la gran differenza
 che passa e che v’è
 tra quello e fra me.
 Io son tutto grazia;
410di lui malagrazia
 maggior non si dà.
 Un po’ di creanza, (A Parpagnacco)
 tiratev’in là.
 
 MACACCO
 Su... subito vado.
 PARPAGNACCO
415Sentite ancora me.
 MACACCO
                                     Non po... po... posso.
 PARPAGNACCO
 Un galantuomo s’ascolta.
 MACACCO
 Pa... pa... pa... parlate un’altra volta.
 PARPAGNACCO
 Una sola parola e poi andate.
 MACACCO
 V’ho inte... te... te... te... teso
420se... senza che che che che parlate.
 
    V’ho ca... ca... ca... ca... capito. (A Parpagnacco)
 Pa... pa... pa... parlerò.
 Voi sarete se... servito, (Al conte)
 il mezzan vi fa... farò;
 
425   son di buon co... co... co... core,
 l’accialin vi ba... ba... ba...
 ba... ba... ba... ba... batterò. (Parte)
 
 IL CONTE
 Veramente voi siete il bel soggetto.
 PARPAGNACCO
 Oh che gentile aspetto!
430Che amabile figura!
 IL CONTE
 Che gran caricatura!
 PARPAGNACCO
                                        Ah gobbo!
 IL CONTE
                                                             Ah monte!
 Oh che caro marchese!
 PARPAGNACCO
                                            Oh che bel conte!
 IL CONTE
 Che sì, che il mio bastone
 ti rompe quel gobbone.
 PARPAGNACCO
435Che sì, che sì, che con un temperino
 ti taglio quel gobbino.
 IL CONTE
 Timore non ho.
 PARPAGNACCO
                               Non ho paura.
 IL CONTE
 Faccia di bernardon!
 PARPAGNACCO
                                         Brutta figura! (Viene madama vestita alla veneziana)
 MADAMA
 Ola, ola, fermeve,
440cossa diavolo feu?
 Dixé, cossa gh’aveu?
 Se ve dixé più roba,
 la stizza ve farà crescer la gobba.
 PARPAGNACCO
 Veneziana gentil, chi siete voi?
 IL CONTE
445Cercate voi di me?
 MADAMA
 Domando tutti do. Son vegnua qua
 per parte de madama, mia parona,
 a farve riverenza
 e a dirve do parole in confidenza.
 PARPAGNACCO
450Dite, dite.
 IL CONTE
                      Parlate.
 PARPAGNACCO
 V’ascolto con diletto.
 IL CONTE
 Mi balza il cor per l’allegria nel petto.
 MADAMA
 La sa che tutti do se innamorai
 per ela spasemai.
455Anca ela la dixe
 che sé le so raixe,
 la ve vuol tutti do per so morosi
 ma ghe despiase assae che sié zelosi.
 Savé che zelosia
460dal mondo xe bandia,
 no la se usa più. Nualtre donne
 savé che la volemo a nostro modo.
 Chi ne sa segondar
 qualcossa pol sperar.
465Ma chi troppo pretende e ze ustinà
 lo mandemo ben ben de là da Stra.
 Donca penseghe ben,
 o amarla in compagnia, se la ve preme,
 o andarve a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
470(Il dilemma va stretto).
 IL CONTE
 (Non v’è la via di mezzo).
 PARPAGNACCO
 (O star cheto o lasciarla).
 IL CONTE
 (O soffrire un compagno o non amarla).
 MADAMA
 (Son due pazzi a consiglio).
 PARPAGNACCO
475(Che faccio!)
 IL CONTE
                           (A che m’appiglio!)
 PARPAGNACCO
 Conte.
 IL CONTE
                Marchese.
 PARPAGNACCO
                                     Che facciamo noi?
 IL CONTE
 Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
 Penso che si può amare in compagnia.
 IL CONTE
 Penso al diavol mandar la gelosia.
 MADAMA
480(Eccoli già cangiati,
 affé ci son cascati).
 PARPAGNACCO
 Andate da madama.
 IL CONTE
 E ditele in mio nome...
 PARPAGNACCO
 Che d’amarla con altri io mi contento.
 IL CONTE
485Purché non lasci me, n’ami anche cento.
 MADAMA
 Bravi, cusì me piaxe,
 star da boni compagni. Za la donna
 gh’ha el cuor come i meloni,
 una fetta per un contenta tutti.
490Cari i mi cari putti,
 chi crede d’esser solo se ne mente,
 che le donne d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
 Dunque andiam da madama.
 MADAMA
 No no, aspettela qua,
495che za la vegnirà. Lassé che vaga
 mi dalla mia parona
 a portarghe sta niova cusì bona.
 
    Sieu tanto benedetti
 o cari sti gobbetti,
500staremo allegramente
 in pase tra de nu.
 
    Caro quel muso,
 caro colù!
 
    Via che la vaga
505de chi è sti mondi,
 tutti i xe nostri,
 tutto è per nu.
 
    Caro quel gobbo!
 Caro colù!
 
510   Mi za son donna Betta
 che gh’ha la lengua schietta.
 Se vu saré zelosi,
 redicoli saré.
 
    E chi è zelosi...
515Za m’intendé... (Parte)
 
 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d’accordo,
 dunque anderemo insieme
 alla conversazion?
 IL CONTE
                                    Sì, non mi preme.
 Venite da madama,
520venga il terzo ed il quarto ed anco il quinto,
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
 perché una tal risposta
 diedi alla cameriera?
525Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 IL CONTE
 Veramente voi siete un bel Narciso.
 PARPAGNACCO
 Oh che leggiadro viso!
530Che grazia avete voi!
 Lo giuro da marchese,
 siete una figurina alla chinese.
 
    Se vi guardo ben bene nel volto,
 voi mi fate di risa crepar.
535Quel visino così disinvolto
 è una cosa che fa innamorar.
 Che ti venga la rabbia nel dorso,
 guarda l’orso, mi vuole graffiar.
 
    Pretension veramente da pazzo,
540con quel grugno voler far l’amor.
 Zitto, zitto; non tanto schiamazzo,
 che madama vi vuole sposar.
 Oh che matto che sei da ligar.
 
 IL CONTE
 Cotanta impertinenza
545io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono.
 Che, s’io caccio la spada,
 griderete pietà, soccorso invano.
 IL CONTE
 Misero voi, s’io torno a metter mano.
 PARPAGNACCO
 Ma vien madama.
 IL CONTE
                                    Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
550Lo sdegno sospendiam.
 IL CONTE
                                             Cessino l’onte.
 PARPAGNACCO
 V’abbraccio, amico.
 IL CONTE
                                       Ed io vi bacio in fronte. (Viene madama servita da Macacco)
 MADAMA
 Bravi, così mi piace,
 amici in buona pace.
 PARPAGNACCO
 Madama, son per voi.
 IL CONTE
555Son qui, son tutto vostro.
 MADAMA
 Aggradisco d’ognun le grazie sue;
 ma vi voglio d’accordo tutti due.
 PARPAGNACCO
 Io per me son contento.
 IL CONTE
 Di farlo io non mi pento.
 MACACCO
560Ed io non sche... sche... scherzo,
 se se se siete due, fa... farò il terzo.
 MADAMA
 Caro il mio Parpagnacco,
 contin grazioso, amabile Macacco,
 venite tutti tre,
565che male già non v’è.
 Mentre c’insegna l’odierna moda
 che il galantuom lasci goder e goda.
 PARPAGNACCO
 Io per vostro riguardo il tutto accordo.
 IL CONTE
 Io sarò, se il volete, e cieco e sordo.
 MACACCO
570Ed io per per fa... fa... farvi piacere
 vi farò da ca... ca... ca... candeliere.
 MADAMA
 Andiamo dunque uniti
 a cantare e a ballare
 e per divertimento
575venga ognuno a sonar qualche instrumento. (Parte)
 PARPAGNACCO
 Sì, vengo e sonerò
 con madama gentil quanto potrò. (Parte)
 IL CONTE
 Corpo di Bacco, anch’io
 voglio sonar coll’instrumento mio. (Parte)
 MACACCO
580Ed io pur che che che non son merlotto
 voglio so... so... sonar il ciffolotto. (Parte. Esce Parpagnacco colla chitarra)
 PARPAGNACCO
 
    Oh bella cosa ch’è
 l’amar e non temer!
 Che amabile goder
585in buona società! (Il conte col violoncello al collo)
 
 IL CONTE
 
    Che bell’amar così
 senza tormento al cor!
 Oh che felice amor,
 che gusto ognor mi dà. (Esce Macacco con un flauto)
 
 MACACCO
 
590   Ca... ca... ca... caro amor!
 Be... bella libertà!
 Do... donne di bon cor
 fa... fate carità. (Esce madama con un cembalo)
 
 MADAMA
 
    Chi vuol amar con me
595content’ognor sarà;
 ma pensi ognun per sé,
 ch’io voglio libertà.
 
 A QUATTRO
 
    Viva l’amore, viva il bon core,
 viva l’amarsi con libertà.
 
 PARPAGNACCO
 
600   Senti, senti il chitarrino,
 dice: «Evviva il dio bambino».
 
 IL CONTE
 
 Senti, senti il violoncello,
 dice: «Evviva il viso bello».
 
 MACACCO
 
 Se... se... senti il ciffoletto,
605dice: «Evviva un bel visetto».
 
 MADAMA
 
 Ed il cembal, senti senti,
 dice: «Evviva i tre contenti».
 
 A QUATTRO
 
    Viva, viva l’allegria,
 bell’amar in compagnia,
610che piacere al cor mi dà
 questa cara libertà!
 
 Fine dell’intermezzo
 
 
 
 LI TRE GOBBI RIVALI AMANTI DI MADAMA VEZZOSA
 
 
    Farsetta in musica da representarsi in Monaco nell’anno 1758.
    Nella stamperia di Giovanni Giacomo Vötter, stampatore di corte e statale, provincia Baviera.
 
 
 PERSONAGGI
 
 MADAMA VEZZOSA
 MACCACO
 PARPAGNACCO
 BELLAVITA
 
    La musica è del signor Ciampi, maestro celebre napolitano.
 
 
 PARTE PRIMA
 
 Camera con tavoletta.
 
 Madama VEZZOSA e donzella
 
 MADAMA
 
    Alla toletta
 mi vado a porre;
 e cosa dite,
 non farò bene?
5Oh certo sì.
 Mi vo’ conciare
 ma da mia pari
 un bel toppè.
 
    Allor direte: