La favola de’ tre gobbi, libretto, Modena, Soliani, s.d. (Li tre gobbi)

 Questo sarebbe il caso
 per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo,
 ha la vita piegata e il capo tondo.
 CONTE
185Al volto porporino
 di madama graziosa umil m’inchino.
 MADAMA
 Io dalle grazie sue resto stordita.
 CONTE
 Di me non vi dolete
 se tardi mi vedete,
190sono stato finor da certe dame,
 che vogliano ballar con fondamento,
 a insegnare di vita il portamento.
 MADAMA
 Già si sa, già si vede,
 la sua vita ben fatta è cosa rara,
195vezzi e grazia da lei ciascuno impara.
 CONTE
 Veda, signora mia,
 osservi in cortesia,
 questi due monticelli,
 ch’io tengo uno per parte,
200son fatti con tal arte
 ch’uno con l’altro in equilibrio accorda
 e sembro appunto un ballerin di corda.
 MADAMA
 Non ne dica di più, lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo,
205lei è tutto ben fatto;
 lei è tutto gentil. (Lei è un bel matto).
 
    Nel formar quel nero ciglio
 che fa guerra a più d’un cor,
 quell’occhietto graziosetto
210con quel labro di cinabro
 dove scherza e ride amor,
 
    che diletto sento in petto.
 Non provai già mai finor.
 (Se lo crede l’animale
215quanto è matto in verità).
 
 CONTE
 Senta, signora mia, per dir il vero,
 io son un cavaliero
 ameno e disinvolto,
 se lei mi osserva in volto,
220un certo non so che vi vederà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza,
225nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire ch’io sia cosa compita;
 e poi che serve? Il conte Bellavita.
 
    Nel mio volto, che bellezza!
230Nell’andar, che legiadria!
 Nel ballar, che bizzaria!
 Nel cantare, che braura.
 Son l’incanto d’ogni cor.
 
    Se madama un’altra volta
235sol mi guarda, sol mi ascolta,
 arderà per me d’amor.
 
 MADAMA
 Non si stia a faticare,
 sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma, se tanto è grazioso,
240sarà anco generoso.
 CONTE
                                      E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
 Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
245quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 CONTE
 Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto,
250se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 CONTE
 Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
 Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 CONTE
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
255poiché tengo un germano
 ch’è più tosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l’arrogante.
 CONTE
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima.
260Per esempio, volendo
 darvi un segno d’amor, quest’orologgio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
 Ah sì ne ho perso uno
 simile appunto a quello.
 CONTE
265Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil? Siete un portento.
 CONTE
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 CONTE
 Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 CONTE
 
    Vezzosa gradita,
270mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento!
275Che brio! Che beltà!
 
 CONTE
 
    Ohimè sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no, non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 CONTE
 
 Ha poco cervello,
280tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito.
 
 CONTE
 
 Son servo obbligato.
 
 PARPAGNACCO
 
285È tutto compito.
 
 CONTE
 
 È assai ben creato.
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    (Fratello più buono
290di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per fino ch’ei parte,
 celatevi là. (Piano a Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
295che poi partirà. (Piano al conte)
 
 CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    Gli son servitore.
 Comandi, signore,
 ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
300   Oh questa sì ch’è bella!
 M’hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
    Non c’è più più nessuno.
 To... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    E questo bel Macacco
305da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    Un altro suo fratello
310codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or sono nell’imbroglio,
 non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    Eh ben quanti fratelli
315avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli,
 io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzognera.
 
 CONTE
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
320Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, che vi mando;
 andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà.
 
 A QUATTRO
 
    Che razza maledetta,
325che rabbia che mi fa.
 
 Fine della prima parte
 
 
 PARTE SECONDA
 
 Giardino.
 
 Il marchese PARPAGNACCO da una parte. Il conte BELLAVITA dall’altra
 
 PARPAGNACCO
 
    Corpo di Bacco?
 Son Parpagnacco.
 
 CONTE
 
 Femina ardita,
 son Bellavita.
 
 A DUE
 
330Le mie vendette
 teco vuo’ far.
 Ecco il rivale, lo voglio sfidar.
 
 CONTE
 
    Ponete mano.
 
 PARPAGNACCO
 
 Fuori la spada.
 
 A DUE
 
335Brutto villano, ti voglio scannar.
 
    Alto, ferma, tira, vieni.
 Oh che poltrone,
 non sa tirar! (Viene il baron Macacco)
 
 MACACCO
 Co... co... co... cosa fate?
 PARPAGNACCO
340Lasciatelo ammazzar.
 CONTE
                                          Non mi tenete.
 MACACCO
 Ama... ma... ma... ma... ma... ma...
 ma... mazzatevi pur quanto volete.
 PARPAGNACCO
 Ma tu pur sei rivale.
 CONTE
 Tu pur Vezzosa adori.
 CONTE, PARPAGNACCO
345Voglio cavarti il cor; cedila o mori.
 MACACCO
 No no no, ca... ca... ca... cari fratelli
 ve la ce... ce... ce... cedo,
 non voglio andar per quelle luci belle
 a farmi bu... bu... bu... bucar la pelle.
 CONTE
350Ehi tiratev’in qua,
 ditem’in confidenza,
 siete voi di Vezzosa innamorato?
 MACACCO
 So... sono e non so... sono;
 ma io son buo... buono;
355non ho ge... gelosia
 e ho gusto d’ama... mare in compagnia.
 PARPAGNACCO
 Eh ehm, signor barone,
 una parola in grazia.
 MACACCO
                                        Ve... ve... vegno.
 PARPAGNACCO
 Amate veramente
360voi pure la Vezzosa?
 MACACCO
 Vi dirò una co... cosa,
 l’amo anch’i... ch’i... ch’i... ch’io
 ma di voi non pre... prendo soggezione,
 io sono un buon co... co... co... compagnone.
 CONTE
365Venite qua; sentite,
 di voi poco m’importa.
 Mi basta che colui vada in malora.
 MACACCO
 Lascia... scia... scia... sciate
 fa... fa... fa... fare a me.
 PARPAGNACCO
                                            Caro Macacco,
370non ho finito ancor.
 MACACCO
                                       La la va lunga.
 PARPAGNACCO
 Io di voi son contento.
 Non vorrei che colui venisse qui.
 MACACCO
 Sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì.
 CONTE
 Un poco di creanza, padron mio, (A Parpagnacco)
375voglio parlar anch’io.
 PARPAGNACCO
 Quest’azione non è da cavaliero.
 MACACCO
 Mi mi mi son venuti
 in cu... cu... cu... cu... cupola da vero.
 CONTE
 
    Vi prego di core (A Macacco)
380di farmi un favore.
 Parlate a madama,
 pregate per me.
 
    Eh bene! Che c’è? (A Parpagnacco che ascolta)
 Che bella creanza!
385Sentite, direte
 ch’io l’amo e l’adoro,
 ch’ell’è il mio tesoro,
 che andarle vorrei
 a far riverenza,
390ma che impertinenza! (A Parpagnacco)
 Tiratev’in là!
 M’avete capito? (A Macacco)
 V’aspetto poi qua.
 
    Potete anche dirle
395la gran differenza
 che passa e che v’è
 tra quello e fra me.
 Io son tutto grazia,
 di lui malagrazia
400maggior non si dà.
 Un po’ di creanza, (A Parpagnacco)
 tiratev’in là.
 
 MACACCO
 Su... subito va... vado.
 PARPAGNACCO
 Sentite ancora me.
 MACACCO
                                     Non po... po... posso.
 PARPAGNACCO
405Un galantuom s’ascolta.
 MACACCO
                                              Pa... pa... pa...
 parlate un’altra volta.
 PARPAGNACCO
 Una sola parola e poi andate.
 MACACCO
 V’ho inte... te... te... te... teso
 se... senza che che che che che parlate.
 
410   V’ho ca... ca... ca... ca... capito. (A Parpagnacco)
 Pa... pa... pa... parlerò.
 Voi sarete se... servito. (Al conte)
 Il mezzan vi fa... farò;
 
    son di buon co... co... co... core,
415l’acciallin vi ba... ba... ba... ba...
 ba... ba... ba... ba... batterò. (Parte)
 
 CONTE
 Veramente voi siete il bel soggetto.
 PARPAGNACCO
 Oh che gentile aspetto!
 Che amabile figura!
 CONTE
420Che gran caricatura!
 PARPAGNACCO
                                        Ah gobbo!
 CONTE
                                                             Ah monte!
 Oh che caro marchese!
 PARPAGNACCO
                                            Oh che bel conte!
 CONTE
 Che sì, che il mio bastone
 ti rompe quel gobbone.
 PARPAGNACCO
 Che sì, che sì, che con un temperino
425ti taglio quel gobbino.
 CONTE
 Timore non ho!
 PARPAGNACCO
                                Non ho paura.
 CONTE
 Faccia di bernardon.
 PARPAGNACCO
                                         Brutta figura. (Viene madama vestita alla veniziana)
 MADAMA
 Ola, ola fermeve,
 cossa diavolo feu;
430dixé, cossa gh’aveu?
 Se ve dixé più robba,
 la stizza ve farà crescer la gobba.
 PARPAGNACCO
 Veneziana gentil, chi siete voi?
 CONTE
 Cercate voi di me?
 MADAMA
435Domando tutti do. Son vegnua qua
 per parte de madama, mia parona,
 a farve riverenza,
 e a dirve do parole in confidenza.
 PARPAGNACCO
 Dite; dite.
 CONTE
                      Parlate.
 PARPAGNACCO
440V’ascolto con diletto.
 CONTE
 Mi balza il cor per l’allegria nel petto.
 MADAMA
 La sa che tutti do sé innamorai
 per ela spasemai.
 Anca ela la dixe
445che sé le so raixe,
 la ve vuol tutti do per so morosi.
 Ma ghe despiase affé che sié zelosi.
 Savé che zelusia
 dal mondo xe bandia,
450no la se usa più. Nualtre donne
 savé che la volemo a nostro modo.
 Chi ne sa segondar
 qualcossa pol sperar.
 Ma chi troppo pretende e xe ustinà
455lo mandemo ben ben de là da Stra.
 Donca penseghe ben,
 o amarla in compagnia, se la ve preme,
 o andarve a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
 (Il dilema va stretto).
 CONTE
460(Non v’è la via di mezzo).
 PARPAGNACCO
 (O star cheto o lasciarla).
 CONTE
 (O soffrire un compagno o non amarla).
 MADAMA
 (Son due pazzi a consiglio).
 PARPAGNACCO
 (Che faccio?)
 CONTE
                            (A che m’appiglio?)
 PARPAGNACCO
465Conte.
 CONTE
                Marchese.
 PARPAGNACCO
                                     Che facciamo noi?
 CONTE
 Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
 Penso che si può amare in compagnia.
 CONTE
 Penso al diavol mandar la gelosia.
 MADAMA
 (Eccoli già cangiati.
470Affé ci son cascati).
 PARPAGNACCO
 Andate da madama.
 CONTE
 E ditele in mio nome...
 PARPAGNACCO
 Che d’amarla con altri io mi contento.
 CONTE
 Pur che non lasci me, n’ami anche cento.
 MADAMA
475Bravi, così me piaxe,
 star da boni compagni. Za la donna
 gh’ha el cuor come i meloni;
 una fetta per un contenta tutti.
 Cari i mi cari putti.
480Chi crede d’esser solo se ne mente,
 che le donne d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
 Dunque andiam da madama.
 MADAMA
 No no, aspettatela qua,
 che za la vegnirà. Lassé che vaga
485mi dalla mia parona
 a portarghe sta niova così bona.
 
    Scieu tanto benedetti
 o cari sti gobetti.
 Staremo allegramente
490in pase tra de nu;
 
    caro quel muso.
 Caro colù!
 
    Via che la vaga
 de chi è sti mondi,
495tutti i xe nostri,
 tutto è per nu.
 
    Caro quel gobbo,
 caro colù!
 
    Mi za son donna Betta
500che gh’ha la lengua schietta.
 Se vu saré zelosi,
 redicoli saré.
 
    E chi è zeloso...
 Za m’intendé... (Parte)
 
 PARPAGNACCO
505Dunque sarem d’accordo,
 dunque andaremo insieme
 alla conversazion?
 CONTE
                                    Sì, non mi preme.