La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Fenzo, 1749

 VALENTINIANO
 Già lo predissi; eh si punisca. Ormai
1335è viltade il riguardo.
 ONORIA
                                        E pur non posso
 crederlo reo, d’alma innocente è segno
 quella sua sicurezza.
 VALENTINIANO
                                        Anzi è una prova
 del suo delitto. Il traditor si fida
 nell’aura popolar. Vuo’ che s’uccida.
 ONORIA
1340Meglio ci pensa; Ezio è peggior nemico
 forse estinto che vivo.
 VALENTINIANO
                                          E che far deggio?
 ONORIA
 Cerca vie di placarlo; il suo segreto
 sveller da lui senza rigor procura.
 VALENTINIANO
 E qual via non tentai?
 ONORIA
                                           La più sicura.
1345Ezio per quel ch’io vedo
 è debole in amor; per questa parte
 assalirlo conviene. Ei Fulvia adora.
 Offrila all’amor suo, cedila ancora.
 VALENTINIANO
 Quanto è facile Onoria
1350a consigliare altrui fuor del periglio.
 ONORIA
 Signor, nel mio consiglio io ti propongo
 un esempio a seguir. Sappi che amante
 io sono al par di te né perdo meno.
 Fulvia è la fiamma tua, per Ezio io peno.
 VALENTINIANO
1355E l’ami?
 ONORIA
                   Sì. Nel consigliarti or vedi
 se facile son io come tu credi.
 VALENTINIANO
 Ma troppo ad eseguir duro consiglio
 mi proponi o germana.
 ONORIA
                                             Il tuo coraggio,
 la tua virtù faccia arrossir la sorte.
1360Una donna t’insegna ad esser forte.
 VALENTINIANO
 Oh dio.
 ONORIA
                 Vinci te stesso, i tuoi vassalli
 apprendano qual sia
 d’Augusto il cor...
 VALENTINIANO
                                   Non più, Fulvia m’invia.
 Facciasi questo ancor. Se tu sapessi
1365che sforzo è il mio, quanto il cimento è duro.
 ONORIA
 Dalla mia pena il tuo dolor misuro.
 Ma soffrilo. Nel duolo
 pur è qualche piacer non esser solo.
 
    Peni tu per un’ingrata,
1370un ingrato adoro anch’io,
 è il tuo fato eguale al mio,
 è nemico ad ambi amor.
 
    Ma s’io nacqui sventurata,
 se per te non v’è speranza,
1375sia compagna la costanza
 come è simile il dolor. (Parte)
 
 SCENA III
 
 VALENTINIANO, indi VARO
 
 VALENTINIANO
 Olà Varo si chiami. A questo eccesso (Una comparsa esce e parte)
 della clemenza mia se il reo non cede,
 un momento di vita
1380più lasciargli non vuo’.
 VARO
                                            Cesare.
 VALENTINIANO
                                                            Ascolta.
 Disponi i tuoi più fidi
 di questo loco in su l’oscuro ingresso.
 E se al mio fianco appresso
 Ezio non è, s’io non gli son di guida
1385quando uscir lo vedrai, fa’ che s’uccida.
 VARO
 Ubbidirò. Ma sai
 qual tumulto destò d’Ezio l’arresto?
 VALENTINIANO
 Tutto m’è noto; a questo
 già Massimo provede.
 VARO
                                           È ver, ma temo...
 VALENTINIANO
1390Eh taci, adempi il cenno e fa’ che il colpo
 cautamente succeda.
 Udisti?
 VARO
                 Intesi. (Parte)
 VALENTINIANO
                                Il prigionier qui rieda. (Alle guardie de’ cancelli)
 Tacete o sdegni miei, l’odio sepolto
 resti nel cor, non comparisca in volto.
 
1395   Colle procelle in seno
 sembri tranquillo il mar
 e un zeffiro sereno
 col placido spirar
 finga la calma.
 
1400   Ma se quel cor superbo
 l’istesso ancor sarà
 vi lascio in libertà
 sdegni dell’alma.
 
 SCENA IV
 
 MASSIMO e detto
 
 MASSIMO
 Signor tutto sedai; d’Ezio la morte
1405a tuo piacere affretta.
 Roma t’applaude, ogni fedel l’aspetta.
 VALENTINIANO
 Ma che vuoi, mi si dice
 che un barbaro, che un empio,
 che un incauto son io. Gli esempi altrui
1410seguitar mi conviene.
 MASSIMO
 Come? Perché?
 VALENTINIANO
                                T’acheta, Ezio già viene.
 
 SCENA V
 
 EZIO incatenato esce dai cancelli e detti
 
 MASSIMO
 Chi mai lo consigliò!
 EZIO
                                        Dal carcer mio
 richiamato io credei
 d’incaminarmi ad un supplicio ingiusto
1415ma n’incontro un peggior, rivedo Augusto.
 VALENTINIANO
 (Che audace!) Ezio fra noi
 più d’odio non si parli. Io vengo amico,
 il mio rigor detesto
 e voglio...
 EZIO
                     Io so che vuoi, m’è noto il resto.
1420Onoria ti prevenne, il tutto intesi;
 s’altro a dirmi non hai
 torno alla mia prigion, seco parlai.
 VALENTINIANO
 Non potea dirti Onoria
 quanto offrirti vogl’io.
 EZIO
                                           Lo so, mel disse
1425che la mia libertà, che il primo affetto,
 che l’amistà d’Augusto i doni sono.
 VALENTINIANO
 Ma non disse il maggior.
 
 SCENA VI
 
 FULVIA e detti
 
 VALENTINIANO
                                                Vedi qual dono. (Accennando Fulvia)
 EZIO
 Fulvia!
 MASSIMO
                 (Che mai sarà, l’alma s’agghiaccia).
 FULVIA
 Da Fulvia che si vuol?
 VALENTINIANO
                                           Che ascolti e taccia.
1430Ti sorprende l’offerta. Ella è sì grande (Ad Ezio)
 che crederla non sai ma temi invano;
 la promisi, l’affermo, ecco la mano.
 EZIO
 A qual prezzo però mi si concede
 d’esserne possessor?
 VALENTINIANO
                                         Poco si chiede.
1435Tu sei reo per amor; chi visse amante
 facilmente ti scusa. Altro non bramo
 che un ingenuo parlar. Tutto il disegno
 svelami, te ne priego, acciò non viva
 Cesare più co’ suoi timori intorno.
 EZIO
1440Addio mia vita, alla prigione io torno. (A Fulvia)
 VALENTINIANO
 (E il soffro!)
 FULVIA
                          (Ahimè.)
 VALENTINIANO
                                              Senti; e lasciar tu vuoi (Ad Ezio)
 ostinato a tacer Fulvia che tanto
 fedel ti corrisponde?
 Parla? (Né meno il traditor risponde).
 MASSIMO
1445(Quanti perigli!)
 VALENTINIANO
                                  Ezio m’ascolti? Intendi
 che parlo a te? Son tali i detti miei
 che un reo come tu sei debba sprezzarli?
 EZIO
 Quando parli così meco non parli.
 VALENTINIANO
 (Eh si risolva). Olà custodi?
 FULVIA
                                                     Ah prima
1450lo sdegno tuo contro di me si volga. (A Valentiniano)
 VALENTINIANO
 Né puoi tacere? (A Fulvia) Il prigionier si sciolga. (Si tolgono le catene ad Ezio)
 EZIO
 Come!
 FULVIA
                (Che veggio!)
 MASSIMO
                                           (O stelle!)
 VALENTINIANO
                                                                Alfin conosco
 che innocente tu sei. Tanta costanza
 nel ricusar la sospirata sposa
1455no che un reo non avrebbe. Ezio mi pento
 del mio rigore; emenderanno i doni
 l’ingiuste offese de’ sospetti miei.
 Vanne, Fulvia è già tua, libero or sei.
 FULVIA
 (Felice me!)
 EZIO
                          La prima volta è questa
1460ch’io mi confondo e con ragion. Chi mai
 un monarca rivale a questo segno
 generoso sperò! La tua diletta
 mi cedi e non rammenti...
 VALENTINIANO
                                                  Ormai t’affretta.
 Impaziente attende
1465Roma di rivederti; a lei ti mostra,
 dilegua il suo timor; tempo non manca
 ai reciprochi segni
 di affetto e d’amistà.
 EZIO
                                         Del fasto mio
 or Cesare arrossisco; e a tanto dono...
 VALENTINIANO
1470Ezio va’ pur, conoscerai qual sono.
 EZIO
 
    Se la mia vita
 dono è d’Augusto,
 il freddo Scita,
 l’Etiope adusto
1475al piè di Cesare
 piegar farò.
 
    Perché germoglino
 per te gli allori,
 mi vedrai spargere
1480nuovi sudori,
 saprò combattere,
 morir saprò. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 VALENTINIANO, FULVIA e MASSIMO
 
 VALENTINIANO
 (Va’ pur, te n’avvedrai).
 MASSIMO
                                               (Perdo ogni speme).
 FULVIA
 Generoso monarca il ciel ti renda
1485quella felicità che rendi a noi.
 I benefici tuoi
 sempre rammenterò. Lascia che intanto
 su quella augusta mano un bacio imprima.
 VALENTINIANO
 No Fulvia, attendi prima
1490che sia compito il dono; ancor non sai
 quanto ogni voto avanza,
 quanto il dono è maggior di tua speranza.
 MASSIMO
 Cesare, che facesti? Ah questa volta
 t’ingannò la pietade.
 VALENTINIANO
                                        E pur vedrai
1495che giova la pietà, ch’io non errai.
 Ogni cura, ogni tema
 terminata sarà.
 MASSIMO
                               Qual pace acquisti
 se torna in libertà?
 
 SCENA VIII
 
 VARO e detti
 
 VALENTINIANO
                                      Varo eseguisti?
 VARO
 Eseguito è il tuo cenno,
1500Ezio morì.
 FULVIA
                       Come! Che dici?
 VARO
                                                        Al varco (A Valentiniano)
 l’attesero i miei fidi, ei venne e prima
 che potesse temerne il sen trafitto
 si vide, sospirò, cadde fra loro.
 MASSIMO
 (O sorte inaspettata!)
 FULVIA
                                          Oh dio! Mi moro. (Si appoggia ad una scena coprendosi il volto)
 VALENTINIANO
1505Corri, l’esangue spoglia
 nascondi ad ogni sguardo, ignota resti
 d’Ezio la morte ad ogni suo seguace.
 VARO
 Sarà legge il tuo cenno. (Parte)
 VALENTINIANO
                                              E Fulvia tace?
 Ora è tempo che parli; e perché mai
1510generoso monarca or non mi dice?
 FULVIA
 Ah tiranno! Io vorrei... Sposo infelice! (Come sopra)
 MASSIMO
 Un primo sfogo al suo dolore ingiusto
 lascia o signor.
 
 SCENA IX
 
 ONORIA e detti
 
 ONORIA
                              Liete novelle Augusto.
 VALENTINIANO
 Che reca Onoria? Il volto suo ridente
1515felicità promette.
 ONORIA
                                   Ezio è innocente.
 VALENTINIANO
 Come?
 ONORIA
                 Emilio parlò. L’empio ministro
 nelle mie stanze io ritrovai celato,
 già vicino a morir.
 MASSIMO
                                     (Son disperato).
 VALENTINIANO
 Nelle tue stanze?
 ONORIA
                                  Sì. Da te ferito
1520la scorsa notte ivi s’ascose. Intesi
 dal labro suo ch’Ezio è innocente; Augusto
 non mentisce chi muore.
 VALENTINIANO
                                                E l’alma rea
 che gli commise il colpo
 almen ti palesò?
 ONORIA
                                 Mi disse: «È quella
1525che a Cesare è più cara e che da lui
 fu oltraggiata in amor».
 VALENTINIANO
                                              Ma il nome?
 ONORIA
                                                                       Emilio
 a dirlo si accingea; tutta sui labri
 l’anima fuggitiva egli raccolse
 ma l’estremo sospiro il nome involse.
 VALENTINIANO
1530O sventura!
 MASSIMO
                         (O periglio!)
 FULVIA
                                                   Or di’, tiranno, (A Valentiniano)
 s’era infido il mio sposo?
 Se fu giusto il punirlo? Or che mi giova
 che tu il pianga innocente? Or chi la vita
 empio gli renderà?
 ONORIA
                                      Fulvia che dici?
1535Ezio morì!
 FULVIA
                       Sì principessa; ah fuggi
 dal barbaro germano; egli è una fiera
 che si pasce di sangue
 e di sangue innocente. Ognun si guardi,
 egli ha vinto i rimorsi, orror non sente
1540della sua crudeltà, gloria non cura;
 pur la tua vita, Onoria, è mal sicura.
 ONORIA
 Ah inumano! E potesti...
 VALENTINIANO
                                               Onoria, oh dio!
 Non insultarmi; io lo conosco, errai.
 Ma di pietà son degno
1545più che d’accuse. Il mio timor consiglia.
 Son questi i miei più cari; in qual di loro
 cercarò il traditor, s’io non gli offesi?
 ONORIA
 Chi mai non offendesti? Il tuo pensiero
 il passato raccolga e non si scordi
1550di Massimo la sposa, i folli amori,
 l’insidiata onestà.
 MASSIMO
                                   (Come salvarmi!)
 VALENTINIANO
 E dovrò figurarmi
 che i benefici miei meno ei rammenti
 che un giovanil trasporto?
 ONORIA
                                                  E ancor non sai
1555che l’offensore oblia
 ma non l’offeso i ricevuti oltraggi?
 FULVIA
 (Ecco il padre in periglio).
 VALENTINIANO
                                                   Ah che purtroppo
 tu dici il ver ma che farò?
 ONORIA
                                                 Consigli
 or pretendi da me? Se fosti solo
1560a fabricarti il danno,
 solo al riparo tuo pensa o tiranno. (Parte)
 
 SCENA X
 
 VALENTINIANO, MASSIMO e FULVIA
 
 MASSIMO
 Cesare alla mia fede
 troppo ingrato sei tu, se ne sospetti.
 VALENTINIANO
 Ah che d’Onoria ai detti
1565dal mio sonno io mi desto.
 Massimo di scolparti il tempo è questo.