La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Savioli, 1770

215un certo non so che vi vederà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza.
 Col piè sempre in cadenza,
220nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire ch’io sia cosa compita.
 E poi che serve? Il conte Bellavita.
 
    Veda che garbo,
225veda che brio,
 tutto son io
 grazia e beltà.
 
    Io con le dame
 son tutto amore,
230son l’amorino,
 caro, carino,
 son per le donne
 tutto bontà.
 
    Ma a chi m’offende
235sono terribile,
 con braccio orribile,
 con luci irate
 tiro stoccate
 di qua, di là.
 
240   Fatene stima,
 non mi lasciate,
 se voi bramate
 d’esser felice;
 ognun mi dice
245ch’io sono bello,
 che io sono quello
 che fa l’onore
 della città.
 
 MADAMA
 Non si stia a faticare.
250Sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma, se tanto è grazioso,
 sarà anco generoso.
 IL CONTE
                                      E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
255Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 IL CONTE
 Dunque con i miei vezzi
260io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto,
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 IL CONTE
 Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
265Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 IL CONTE
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
 poiché tengo un germano
 ch’è più tosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l’arrogante.
 IL CONTE
270Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima.
 Per esempio, volendo
 darvi un segno d’amor, quest’orologgio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
275Ah sì ne ho perso uno
 simile appunto a quello.
 IL CONTE
 Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil! Siete un portento.
 IL CONTE
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 IL CONTE
280Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 IL CONTE
 
    Vezzosa gradita.
 Mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
285Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Che brio! Che beltà!
 
 IL CONTE
 
    Ohimè sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no, non è niente;
290sarà mio fratello.
 
 IL CONTE
 
 Ha poco cervello,
 tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
295   Padron riverito.
 
 IL CONTE
 
 Son servo obligato.
 
 PARPAGNACCO
 
 È tutto compito. (A madama)
 
 IL CONTE
 
 È assai ben creato. (A madama)
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono,
300spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    (Fratello più buono
 di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per fino ch’ei parte,
 celatevi là. (Piano a Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
305È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
 che poi partirà. (Piano al conte)
 
 IL CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Gli son servitore.
310Commandi, signore,
 ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
    Oh questa sì ch’è bella!
 M’hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
    Non c’è più più nessuno,
315to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    E questo bel Macacco
 da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
320Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Un altro suo fratello
 codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or sono nell’imbroglio,
 non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
325Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, IL CONTE
 
    Eh ben quanti fratelli
 avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli,
 io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
330   Voi siete menzogniera.
 
 IL CONTE
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, che vi mando,
 andate via di qua.
 
 MACACCO
 
335Co... cosa mai sarà.
 
 A QUATTRO
 
    Che razza maledetta,
 che rabbia che mi fa.
 
 Fine della prima parte
 
 
 PARTE SECONDA
 
 Giardino.
 
 Il marchese PARPAGNACO da una parte, il conte BELLAVITA dall’altra
 
 PARPAGNACCO
 
    Corpo di Bacco!
 Son Parpagnacco.
 
 IL CONTE
 
340Femina ardita,
 son Bellavita.
 
 A DUE
 
 Le mie vendette
 teco vuo’ far.
 Ecco il rivale, lo voglio sfidar.
 
 IL CONTE
 
345   Ponete mano.
 
 PARPAGNACCO
 
 Fuori la spada.
 
 A DUE
 
 Brutto villano, ti voglio scannar.
 
    Alto, ferma, tira, vieni.
 Oh che poltrone,
350non sa tirar! (Viene il baron Macacco)
 
 MACACCO
 Co... co... co... cosa fate?
 PARPAGNACCO
 Lasciatelo ammazzar.
 IL CONTE
                                          Non mi tenete.
 MACACCO
 Ama... ma... ma... ma... ma... ma...
 ma... mazzatevi pur quanto volete.
 PARPAGNACCO
355Ma tu pur sei rivale.
 IL CONTE
 Tu pur Vezzosa adori.
 IL CONTE, PARPAGNACCO
 Voglio cavarti il cor; cedila o mori.
 MACACCO
 No no no, ca... ca... ca... cari fratelli,
 ve la ce... ce... ce... cedo;
360non voglio andar per quelle luci belle
 a farmi bu... bu... bu... bucar la pelle.
 IL CONTE
 Ehi tiratev’in qua,
 ditem’in confidenza,
 siete voi di Vezzosa innamorato?
 MACACCO
365So... sono e non so... sono;
 ma io son buo... buono;
 non ho ge... gelosia
 e ho gusto d’ama... mare in compagnia.
 PARPAGNACCO
 Eh ehm, signor barone,
370una parola in grazia.
 MACACCO
                                        Ve... ve... vegno.
 PARPAGNACCO
 Amate veramente
 voi pure la Vezzosa?
 MACACCO
 Vi dirò una co... cosa,
 l’amo anch’i... ch’i... ch’i... ch’io
375ma di voi non pre... prendo soggezione,
 io sono un buon co... co... co... compagnone.
 IL CONTE
 Venite qua, sentite,
 di voi poco m’importa.
 Mi basta che colui vada in malora.
 MACACCO
380Lascia... scia... scia... sciate
 fa... fa... fa... fare a me.
 PARPAGNACCO
                                            Caro Macacco,
 non ho finito ancor.
 MACACCO
                                       La la va lunga.
 PARPAGNACCO
 Io di voi son contento.
 Non vorrei che colui venisse qui.
 MACACCO
385Sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì.
 IL CONTE
 Un poco di creanza, padron mio, (A Parpagnacco)
 voglio parlar anch’io.
 PARPAGNACCO
 Quest’azione non è da cavaliero.
 MACACCO
 Mi mi mi son venuti
390in cu... cu... cu... cu... cupola da vero.
 IL CONTE
 
    Vi prego di core (A Macacco)
 di farmi un favore.
 Parlate a madama,
 pregate per me.
 
395   Eh bene! Che c’è? (A Parpagnacco che ascolta)
 Che bella creanza!
 Sentite, direte
 ch’io l’amo e l’adoro,
 ch’ell’è il mio tesoro,
400che andarle vorrei
 a far riverenza.
 Ma che impertinenza! (A Parpagnacco)
 Tiratev’in là.
 M’avete capito? (A Macacco)
405V’aspetto poi qua.
 
    Potete anche dirle
 la gran differenza
 che passa e che v’è
 tra quello e fra me.
410Io son tutto grazia;
 di lui malagrazia
 maggior non si dà.
 Un po’ di creanza, (A Parpagnacco)
 tiratev’in là.
 
 MACACCO
415Su... subito va... vado.
 PARPAGNACCO
 Sentite ancora me.
 MACACCO
                                     Non po... po... posso.
 PARPAGNACCO
 Un galantuom s’ascolta.
 MACACCO
                                              Pa... pa... pa...
 parlate un’altra volta.
 PARPAGNACCO
 Una sola parola e poi andate.
 MACACCO
420V’ho inte... te... te... te... teso
 se... senza che che che che che parlate.
 
    V’ho ca... ca... ca... ca... capito. (A Parpagnacco)
 Pa... pa... pa... parlerò.
 Voi sarete se... servito. (Al conte)
425Il mezzan vi fa... farò;
 
    son di buon co... co... co... core,
 l’acciallin vi ba... ba... ba... ba...
 ba... ba... ba... ba... batterò. (Parte)
 
 IL CONTE
 Veramente voi siete il bel soggetto.
 PARPAGNACCO
430Oh che gentile aspetto!
 Che amabile figura!
 IL CONTE
 Che gran caricatura!
 PARPAGNACCO
                                        Ah gobbo!
 IL CONTE
                                                             Ah monte!
 Oh che caro marchese!
 PARPAGNACCO
                                            Oh che bel conte!
 IL CONTE
 Che sì, che il mio bastone
435ti rompe quel gobbone.
 PARPAGNACCO
 Che sì, che sì, che con un temperino
 ti taglio quel gobbino.
 IL CONTE
 Timore non ho!
 PARPAGNACCO
                                Non ho paura.
 IL CONTE
 Faccia di bernardon.
 PARPAGNACCO
                                         Brutta figura. (Viene madama vestita alla veniziana)
 MADAMA
440Ola, ola, fermeve,
 cossa diavolo feu?
 Dixé, cossa gh’aveu?
 Se ve dixé più robba,
 la stizza ve farà crescer la gobba.
 PARPAGNACCO
445Veneziana gentil, chi siete voi?
 IL CONTE
 Cercate voi di me?
 MADAMA
 Domando tutti do. Son vegnua qua
 per parte de madama, mia parona,
 a farve riverenza
450e a dirve do parole in confidenza.
 PARPAGNACCO
 Dite, dite.
 IL CONTE
                      Parlate.
 PARPAGNACCO
 V’ascolto con diletto.
 IL CONTE
 Mi balza il cor per l’allegria nel petto.
 MADAMA
 La sa che tutti do sé innamorai
455per ela spasemai.
 Anca ela la dixe
 che sé le so raixe,
 la ve vuol tutti do per so morosi
 ma ghe despiase assè che sié zelosi.
460Savé che zelusia
 dal mondo xe bandia.
 No la se usa più. Nualtre donne
 savé che la volemo a nostro modo.
 Chi ne sa segondar
465qualcossa pol sperar.
 Ma chi troppo pretende e xe ustinà
 lo mandemo ben ben de là da Stra.
 Donca penseghe ben,
 o amarla in compagnia, se la ve preme,
470o andarve a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
 (Il dilema va stretto).
 IL CONTE
 (Non v’è la via di mezzo).
 PARPAGNACCO
 (O star cheto o lasciarla).
 IL CONTE
 (O soffrire un compagno o non amarla).
 MADAMA
475(Son due pazzi a consiglio).
 PARPAGNACCO
 (Che faccio?)
 IL CONTE
                            (A che m’appiglio?)
 PARPAGNACCO
 Conte.
 IL CONTE
                Marchese.
 PARPAGNACCO
                                     Che facciamo noi?
 IL CONTE
 Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
 Penso che si può amare in compagnia.
 IL CONTE
480Penso al diavol mandar la gelosia.
 MADAMA
 (Eccoli già cangiati.
 Affé ci son cascati).
 PARPAGNACCO
 Andate da madama.
 IL CONTE
 E ditele in mio nome...
 PARPAGNACCO
485Che d’amarla con altri io mi contento.
 IL CONTE
 Pur che non lasci me, n’ami anche cento.
 MADAMA
 Bravi, cusì me piaxe,
 star da boni compagni. Za la donna
 gh’ha el cuor come i meloni;
490una fetta per un contenta tutti.
 Cari i mi cari putti,
 chi crede d’esser solo se ne mente.
 Che le donne d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
 Dunque andiam da madama.
 MADAMA
495No no, aspettela qua,
 che za la vegnirà. Lassé che vaga
 mi dalla mia parona
 a portarghe sta niova cusì bona.
 
    Scieu tanto benedetti
500o cari sti gobetti.
 Staremo allegramente
 in paxe tra de nu.
 
    Caro quel muso,
 caro colù!
 
505   Via che la vaga
 de chi è sti mondi,
 tutti i xe nostri,
 tutto è per nu.
 
    Caro quel gobbo,
510caro colù!
 
    Mi za son donna Betta
 che gh’ha la lengua schietta.
 Se vu saré zelosi,
 redicoli saré.
 
515   E chi è zeloso...
 Za m’intendé... (Parte)
 
 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d’accordo,
 dunque andaremo insieme
 alla conversazion?
 IL CONTE
                                    Sì, non mi preme.
520Venite da madama,
 venga il terzo ed il quarto ed anco il quinto,
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
 perché una tal risposta
525diedi alla cameriera?
 Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 IL CONTE