La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Savioli, 1770

 Veramente voi siete un bel Narciso.
 PARPAGNACCO
530Oh che leggiadro viso!
 Che grazia avete voi!
 Lo giuro da marchese,
 siete una figurina alla chinese.
 
    Se vi guardo ben bene nel volto,
535voi mi fate di risa creppar.
 Quel vitino così disinvolto
 è una cosa che fa innamorar.
 Che ti venga la rabbia nel dorso;
 guarda l’orso; mi vuole graffiar.
 
540   Pretension veramente da pazzo,
 con quel grugno voler far l’amor.
 Zitto, zitto; non tanto schiamazzo,
 che madama vi vuole sposar.
 O che matto che sei da ligar.
 
 IL CONTE
545Cotanta impertinenza
 io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono.
 Che, s’io caccio la spada,
 griderete pietà, soccorso invano.
 IL CONTE
 Misero voi, s’io torno a metter mano.
 PARPAGNACCO
550Ma vien madama.
 IL CONTE
                                    Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
 Lo sdegno sospendiam.
 IL CONTE
                                             Cessino l’onte.
 PARPAGNACCO
 V’abbraccio, amico.
 IL CONTE
                                       Ed io vi baccio in fronte. (Viene madama servita da Macaco)
 MADAMA
 Bravi, così mi piace.
 Amici in buona pace.
 PARPAGNACCO
555Madama, son per voi.
 IL CONTE
 Son qui, son tutto vostro.
 MADAMA
 Aggradisco d’ognun le grazie sue;
 ma vi voglio d’accordo tutti due.
 PARPAGNACCO
 Io per me son contento.
 IL CONTE
560Di farlo io non mi pento.
 MACACCO
 Ed io non sche... sche... scherzo,
 se se se siete due, fa... farò il terzo.
 MADAMA
 Caro il mio Parpagnacco,
 contin grazioso, amabile Macacco,
565venite tutti tre,
 che male già non v’è.
 Mentre c’insegna l’odierna moda
 che il galantuom lasci goder e goda.
 PARPAGNACCO
 Io per vostro riguardo il tutto accordo.
 IL CONTE
570Io sarò, se il volete, e cieco e sordo.
 MACACCO
 Ed io per per fa... fa... farvi piacere
 vi farò da ca... ca... ca... candeliere.
 MADAMA
 Andiamo dunque uniti
 a cantare e a ballare
575e per divertimento
 venga ognuno a suonar qualche istromento. (Parte)
 PARPAGNACCO
 Sì, vengo e suonerò
 con madama gentil quanto potrò. (Parte)
 IL CONTE
 Corpo di Bacco, anch’io
580voglio suonar coll’istrumento mio. (Parte)
 MACACCO
 Ed io pur che che che non son merlotto
 voglio suo... suo... suonar il ciffolotto. (Parte. Esce Parpagnacco colla chitarra)
 PARPAGNACCO
 
    Oh bella cosa ch’è
 l’amar e non temer!
585Che amabile goder
 in buona società! (Esce il conte col violoncello al collo)
 
 IL CONTE
 
    Che bell’amar così
 senza tormento al cor!
 Oh che felice amor,
590che gusto ognor mi dà. (Esce Macacco con un flauto)
 
 MACACCO
 
    Ca... ca... ca... caro amor,
 be... bella libertà!
 Do... donne di bon cor
 fa... fate carità. (Esce madama con un cembalo)
 
 MADAMA
 
595   Chi vuol amar con me
 content’ognor sarà;
 ma pensi ognun per sé,
 ch’io voglio libertà.
 
 A QUATTRO
 
    Viva l’amore, viva il bon core,
600viva l’amarsi con libertà.
 
 PARPAGNACCO
 
    Senti, senti il chitarino,
 dice: «E viva il dio bambino».
 
 IL CONTE
 
 Senti, senti il violoncello,
 dice: «E viva il viso bello».
 
 MACACCO
 
605Se... se... senti il cifoletto,
 dice: «E viva un bel visetto».
 
 MADAMA
 
 Ed il cembal, senti senti,
 dice: «E viva i tre contenti».
 
 A QUATTRO
 
    Viva, viva l’allegria,
610bell’amar in compagnia.
 Che piacere al cor mi dà
 questa cara libertà.
 
 Fine dell’intermezzo
 
 
 
 LA FAVOLA DEI TRE GOBBI
 
 
    Di Vincenzo Ciampi.
 
 
 VEZZOSA con un servitore
 
 MADAMA
 
    Sì lo so, non replicare,
 tutti muoiono per me;
 poverini! Sai perché?
 
    Perch’io sono la Vezzosa,
5tutta grazia e spiritosa.
 Che! Tu ridi? Ignorantaccio.
 Chiedi a tutta la città
 se dich’io la verità.
 
 Per tutto le botteghe
10so che di me si parla,
 per le vie, per le piazze e per le case;
 in ogn’angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
 Io però non so’ pazza;
15non mi fo vagheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon core e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
20per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva la vechiezza
 ed allora può dirsi: «Adio bellezza!» (Torna il servo e gli parla piano)
 Come? Chi è? Il marchese Parpagnacco?
 Venga, venga, è padrone. (Parte il servo)
25Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa;
 in oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà. (Vien il marchese Parpagnacco)
 PARPAGNACCO
 Riverente m’inchino
30a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
 Io faccio riverenza
 a quei vezzosi rai
 che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
35Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
 Ah Parpagnacco mio,
 siete tutto bellezza e tutto brio!
 PARPAGNACCO
 Non dico per lodarmi
40ma dacché son marchese
 faccio meravigliar tutto il paese.
 Quand’ero alla montagna
 d’essere mi pareva un contadino,
 ora d’esser mi pare un ballarino.
 MADAMA
45Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
 V’è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente e non dà pene.
 PARPAGNACCO
 Sì, vi dirò il perché, come ricolma
50di pesanti pensieri ho la mia mente
 par che il dorso s’incurvi e non è niente.
 MADAMA
 Niente, niente, signor! Lo dico anch’io.
 Anzi grazia gli dà quel monticello
 e poi chi ha del dinaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
55Denar, voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai. Voi lo sapete,
60io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
 Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa è mai?
 Lei ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
65ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
 Ritrovarla conviene; una tal donna
 sarà ben fortunata.
 Se la trovi signore!
 PARPAGNACCO
                                     Io l’ho trovata.
 MADAMA
70E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, com’è lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Da vero? Lo credo? O me felice!
 O che sorte! O che grazia! O che contento!
75Quas’impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
 Voglio la borsa tua, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza;
80sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 
    Quegli occhietti belli belli
 m’han fatto innamorar;
 quei labretti cari cari
85mi potrebbero consolar.
 Quel ch’io vedo e ch’io non vedo
 mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
 labbri amorosi,
90ah non mi fate
 più delirar.
 
    Di penar ormai son stracco,
 del mio mal chiedo pietà.
 Il marchese Parpagnacco
95di madam ognor sarà.
 
    Sì vezzosetta,
 cara, caretta
 non saprei... non vorrei...
 che m’avesse ad ingannar.
 
 MADAMA
100Io ingannarvi, signor, mi meraviglio,
 in casa mia non vien nessun al mondo;
 io non sono di quelle... Eh! Faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante,
 spiritoso e brillante?
105Certamente è un incanto!
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona.
 MADAMA
                    Mi meraviglio.
 PARPAGNACCO
                                                 Eh via!
 MADAMA
                                                                 No certo.
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vo’, non vo’.
 PARPAGNACCO
 Eh! Lo prenda...
 MADAMA
                                 Via via, lo prenderò...
 PARPAGNACCO
110Dunque, mia cara sposa... (Viene il servo)
 MADAMA
                                                   Con licenza.
 (Il barone Maccacco
 mi viene a visitar? Non so che dire,
 farlo indietro tornar non è creanza.
 Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza). (Parte il servo)
115O gioia mia diletto,
 son imbrogliato assai. Vien mio fratello,
 uomo senza cervello e assai manesco,
 se vi vede con me, voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque che deggio far?
 MADAMA
                                              Io vi consiglio,
120per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi, se mi trova?
 MADAMA
 Lasciate far a me.
 Difendervi io prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si ritira in una camera)
 MADAMA
125Vi vuol un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro
 e vi vuol pronto labro ed occhio scaltro.
 MACCACCO
 Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
 vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
130Del barone Maccacco io serva sono.
 MACCACCO
 Cosa fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
 Io sto be... be... be... bene.
 MACCACCO
 Non mi co... co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei; signorsì,
135parl’anch’io qualche volta co... così.
 MACCACCO
 Io son inna... na... na... na... namorato
 di voi, mia be... be... bella,
 viver non po... po... posso
 senza chia... chia... chia... chia... chiamar aita
140da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 Che ti venga la rabbia.
 O che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura.
 MACCACCO
 Le raga... ga... ga... gazze
145mi co... co... corron dietro.
 Vorrian ch’io fo... fo... fo... fo... fo... folemente
 le amassi ma non fa... fa... fanno niente.
 
    Sono ancora raga... ga... raga... ga...
 raga... raga... ragazzo.
150Non ci penso un ca... ca... ca...
 un ca... ca... ca... ca... ca... ca... ca... ca... cavolo,
 le ma... mando tu... tu... tu... tutte al diavolo
 queste donne bu... bu... bu... bu...
 bu... bu... bu... bugiarde,
155maliarde se... senza pietà.
 
    Per voi sola divengo pa... pa...
 di... divengo pa... pazzo
 e vi voglio be... be... be... be... bene,
 di ca... ca... ca... cavarmi le pene
160mi farete la ca... carità.
 
 MADAMA
 Caro signor Maccacco!
 Quando lei fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACCACCO
                                       Pe... pensate!
 Vorrei che la mia sposa
165fosse co... co... co... co... co... corteggiata
 e spiritosa chia... chia... chia... chia... chiamata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che gli facesse torto,
 poi che più bel di lei
170che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACCACCO
 Io sono ben fa... fato,
 son be... be... be... be... bello in cunclusione
 e non son un co... co... cornachione.
 MADAMA
 (Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone). (Viene il servo)
175Mi permette?
 MACCACCO
                             Sì sì sì, signora sì.
 MADAMA
 (Oh questa è bella affé.
 Se quest’altro sen vien sarano tre.
 Sì sì, veng’ancor lui,
 soggezion non mi prendo di costui). (Parte il servo)
180Già che non è geloso,
 caro signor barone,
 con buona permissione
 un altro cavalier vuol visitarmi,
 onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACCACCO
185Fa... fa... fa... fate pure,
 so anch’i... ch’io la usanza,
 mi mi ritiro in questa stanza. (Entra in un’altra camera)
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso,
 per una cui piacesse
190di vivere al gran mondo.
 Ha la vita piegata e il capo tondo.
 IL CONTE
 Al volto porporino
 di madama graziosa umil m’inchino.
 MADAMA
 Io dalle grazie sue resto stordita
195e riverisco il conte Bellavita.
 IL CONTE
 Di me non vi dolete,
 se tardi mi vedete.
 Sono stato finor da certe dame,
 che voglion ballar con fondamento,
200a insegnarle di vita il portamento.
 MADAMA
 Già si sa, già si veda,
 la sua vita ben fatta è cosa rara;
 vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 IL CONTE
 Veda signora mia!
205Osservi in cortesia,
 questi due monticelli,
 ch’io tengo uno per parte,
 son fatti con tal arte
 ch’uno con l’altro in equilibrio accorda
210e sembro appunto un ballarin da corda.