Il mondo della luna, libretto, Vercelli, Panialis, 1752

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Si finge un sito nella casa d’Eclitico con specula, cannochiale e notte con luna.
 
 ECLITICO e scolari d’astrologia, eccetera. Scolari, personagi muti
 
 CORO
 
    Bella dea del terzo cielo
 con gl'influssi tuoi felici,
 or ch'ascoso è il dio di Delo,
 tu consola i buoni amici;
5dona ognor buona fortuna
 agli amanti della luna.
 
 ECLITICO
 Basta, basta, discepoli;
 alla triforme dea le voci giunsero,
 esauditi sarete in breve termine;
10su via tosto sugli omeri
 prendete l'arcimassimo
 mio cannocchial novissimo;
 drizzatel su la specula
 perpendicolarmente inver l'eclitica.
15Vuo' veder se avvicinasi
 de' due pianeti il sinodo,
 id est quando la luna al sol congiongesi,
 che al mondo volgare ecclisse appellasi.
 Andate, andate subito,
20pria che Cintia ritorni al suo decubito. (Resta Eclitico solo in scena, tuttavia si torna a udire il coro suddetto, gli scolari prendono il cannocchiale e lo portano dentro alla specula, vedendosi poi quello spuntar fuori della sommità della medesima)
 Oh le belle gran cose
 che ad intender si danno
 a quei che poco sanno di natura;
 oh che gran bel mestier ch'è l'impostura!
25Chi finge di saper accrescer l'oro,
 chi cavar un tesoro,
 chi dispensa segreti,
 chi parla de' pianeti,
 chi vende mercanzia,
30chi falsa ippocrisia,
 chi finge nome, titolo e figura,
 oh che gran bel mestier ch'è l'impostura!
 Io fo la parte mia
 con finta astrologia
35ingannando egualmente i sciocchi e i dotti;
 e un bravo cacciator trova i merlotti.
 Eccon uno; ecco quel sì buon cervello
 del signor Buonafede,
 a lui, che tutto crede,
40con una macchinetta
 inventata dal mio sottile ingegno
 far un colpo galante ora m'impegno.
 
 SCENA II
 
 BUONAFEDE e detto
 
 BUONAFEDE
 Si puol entrar?
 ECLITICO
                               Sì venga, mi fa grazia.
 BUONAFEDE
 Servo, signor Eclitico;
45in che cosa si sta lei divertendo?
 ECLITICO
 Nella speculazion di varie stelle
 stav'or considerando
 l'analogia che unisce
 alle fisse gl'erranti,
50al capo di Medusa il Can celeste,
 al cuore del Leon la Spiga d'oro
 ed all'Orsa maggior l'occhio del Toro.
 BUONAFEDE
 Oh bellissime cose!
 Anch'io d'astrologia son dilettante
55ma quel che mi fa pena
 è il non saper trovar dottrina alcuna
 che mi sappia spiegar cos'è la luna.
 ECLITICO
 La luna è un corpo diafano
 che da' raggi del sol è illuminato;
60ma in quel bel corpo luminoso e tondo
 che credete vi sia? V'è un altro mondo.
 BUONAFEDE
 O che cosa mi dite!
 Colà v'è un altro mondo?
 Ma cosa son quei segni
65che si vedon nel corpo della luna?
 So che un giorno mia nonna,
 la qual non era sciocca,
 mi disse che ella avea gli occhi e la bocca.
 ECLITICO
 Sciocherie, sciocherie, le macchie oscure
70son del mondo lunar colline e monti,
 non già monti sassosi,
 come fra noi veggiam; ma son forniti
 d'una tenue materia,
 la qual s'arrende e cede
75alla pression del piede;
 indi s'alza bel bello e non si spacca,
 onde l'uomo cammina e non si stracca.
 BUONAFEDE
 Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,
 come siete arrivato
80a scoprir cosa tale?
 ECLITICO
 Ho fatto un cannocchiale
 che arriva a penetrar cotanto in dentro
 che veder fa la superficie e il centro,
 individua non solo
85i regni e le provincie
 ma le case, le piazze e le persone.
 Col mio cannocchialone,
 posso veder lassù per mio diletto
 spogliar le genti, quando vanno a letto.
 BUONAFEDE
90Oh bellissima cosa!
 Ma dite, non potrei,
 caro Ecclitico mio,
 col vostro cannocchial veder anch'io?
 ECLITICO
 Perché no? Bench'io sia
95solo inventor della mirabil arte,
 voglio che ancora voi ne siate a parte.
 BUONAFEDE
 Obbligato vi sono e vi sarò,
 vederete per voi cosa farò.
 ECLITICO
 Nella specula entrate,
100nel canochial mirate,
 cose belle vedrete,
 cose rare, per cui voi stupirete.
 BUONAFEDE
 Vado e provar io voglio
 se con quel cannocchial sì longo longo
105nella luna poss'io veder sto mondo.
 Ma chi son quei signori
 che dove io deggio entrar vengono fuori?
 ECLITICO
 Sono scolari miei,
 amanti di quest'arte, com'è lei.
 
 SCENA III
 
 Gli scolari escono dalla specula e s’inchinano a BUONAFEDE
 
 ECLITICO
110Olà Claudio, Pasquino
 la machina movete, (Vengono due servi)
 fate ch'ella s'appressi al cannocchiale,
 onde mirando in quella
 il signor Buonafede
115moversi le figure ad una ad una
 creda mirar nel mondo della luna. (Partono i servi)
 Quanti sciocchi mortali,
 con falsi cannocchiali,
 credono di mirar la verità
120e non sanno scoprir la falsità!
 Quanti van scrutinando
 quello che gli altri fanno
 e sé stessi conoscere non sanno! (Si vede accostarsi alla cima del cannocchiale una machina illuminata dentro la quale si movono alcune figure)
 Il signor Buonafede
125ora di veder crede
 le lunatiche donne sol lassù
 e lunatiche sono ancor quaggiù. (Buonafede esce dalla specula ridendo)
 BUONAFEDE
 Ho veduto, ho veduto.
 ECLITICO
                                           E cosa mai?
 BUONAFEDE
 Ho veduto una cosa bella assai.
 
130   Ho veduto una ragazza
 far carezze ad un vecchietto,
 o che gusto, o che diletto
 che quel vecchio proverà!
 
    Oh che mondo benedetto,
135oh che gran felicità. (Torna nella specula)
 
 ECLITICO
 Se una ragazza fa carezze ad un vecchio,
 non lo sprona l'amor ma l'interesse,
 lo vezzeggia, l'adora
 ma che crepi il meschin non vede l'ora. (Buonafede esce dalla specula)
 BUONAFEDE
140Ho veduto, ho veduto.
 ECLITICO
                                           E che, signore?
 BUONAFEDE
 Una cosa per cui rido di cuore.
 
    Ho veduto un buon marito
 bastonar la propria moglie
 per corregger il prurito
145d'una certa infedeltà.
 
    Oh che mondo ben compito!
 Oh che gusto che mi dà! (Torna nella specula)
 
 ECLITICO
 Volesse il ciel che quanto
 finalmente ha mirato
150fosse nel nostro mondo praticato!
 Se gli uomini di garbo
 alle cattive mogli
 desser di bastonate un precipizio,
 avrebbero le donne più giudizio. (Buonafede torna uscir dalla specula)
 BUONAFEDE
155Oh questa assai mi piace.
 ECLITICO
                                                 Che vuol dire?
 BUONAFEDE
 Ho veduto il contrario
 di quello che fra noi si suol usare,
 da un uomo e da una donna praticare.
 
    Ho veduto dall'amante
160per il naso esser menata
 certa donna innamorata
 che chiedeva invan pietà.
 
    Oh che usanza prelibata!
 Oh s'usasse ancora qua!
 
 ECLITICO
165E qui ancor s'useria,
 se gli uomini non patisser la pazzia.
 BUONAFEDE
 Caro signor Eclitico,
 ho veduto gran cose
 e per farvi veder che son contento
170questa borsa tenete. (Gli porge una borsa di denari)
 ECLITICO
                                         Oh! Meraviglio.
 BUONAFEDE
 Eh prendetela, via, ch'io così vuo'.
 ECLITICO
 Se volete così, la prenderò.
 BUONAFEDE
 Diman ritornerò.
 ECLITICO
                                   Siete padrone.
 BUONAFEDE
 Certo quel cannocchiale è assai ben fatto,
175tutto tutto si vede, ho un gusto matto.
 
    La ragazza col vecchione
 uh carina bel piacere!
 Il marito col bastone,
 bravo, bravo, oh bel vedere!
180Una donna per il naso,
 che bel colpo, che bel caso!
 Oh che mondo benedetto;
 oh che gran felicità;
 
    che piacere, che diletto,
185oh che gusto che mi dà. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 ECLITICO, poi ERNESTO e CECCO
 
 ECLITICO
 Io la caccia non fo alle sue monete
 ma vorrei se potessi
 la sua figlia Clarice,
 custodita con tanta gelosia,
190torla dalle sue mani e farla mia.
 ERNESTO
 Amico io vi son schiavo.
 ECLITICO
 Servo signor Ernesto.
 CECCO
                                          Riverisco
 il signor segretario della luna.
 ECLITICO
 Sei pazzo e tal morrai.
 ERNESTO
                                           Veduto uscire
195ho dalla vostra casa
 il signor Buonafede. È vostro amico?
 ECLITICO
 Amico ed amicone
 della mia strepitosa professione.
 ERNESTO
 Egli ha una bella figlia.
 ECLITICO
                                             Anzi n'ha due.
 CECCO
200Anzi rassembra a me
 che con la cameriera n'abbia tre.
 ERNESTO
 Son di Flaminia amante.
 ECLITICO
 Ed io Clarice adoro.
 CECCO
 Per Lisetta ancor io spasimo e moro.
 ERNESTO
205L'ho chiesta a Buonafede
 ed ei me l'ha negata.
 ECLITICO
 Spera di maritar le proprie figlie
 con principi d'altezza.
 CECCO
                                           E così spera
 a un conte maritar la cameriera.
 ECLITICO
210Corrisponde Flaminia all'amor vostro?
 ERNESTO
 M'ama con tutto il cuor.
 CECCO
                                              La mia Lisetta
 per le bellezze mie par impazzita.
 ECLITICO
 E Clarice è di me pur invaghita,
 dite, vogliam noi
215rapirle a questo pazzo?
 ERNESTO
                                             Il ciel volesse!
 ECLITICO
 Secondatemi dunque e non temete.
 CECCO
 Un ottimo mezzan so che voi siete.
 ECLITICO
 Di denar come state?
 ERNESTO
                                          Quando occorra,
 io vuoterò tutto l'errario.
 CECCO
220Io sacrificherò tutto il salario.
 ECLITICO
 Andiamo. Ho un machinista
 che prodigi sa far. Con il mio ingegno,
 oggi di far m'impegno
 che il signor Buonafede, o sia baggiano,
225le tre donne ci dia colla sua mano.
 CECCO
 Oh bravo!
 ERNESTO
                      E come mai?
 ECLITICO
                                                Tutto saprete,
 preparate monete;
 preparatevi a far quel che dirò
 e la parola vi mantenerò.
 
230   Un poco di denaro
 e un poco di giudizio
 vi vuol per quel servizio;
 voi m'intendete già.
 
    La testa ed i testoni
235san far miracoloni,
 lo stolido e l'avaro
 mai nulla ottenerà.
 
 SCENA V
 
 ERNESTO e CECO
 
 CECCO
 Costui dovrebbe al certo
 esser ricco sfondato.
 ERNESTO
                                        E a che motivo?
 CECCO
240Perché a far il mezzano
 egli non ha difficoltade alcuna
 ed è questo un mestier che fa fortuna.
 ERNESTO
 Tu dici male, Eclitico è sagace.
 E se in ciò ci compiace,
245il fa perché Clarice ei spera e l'ama.
 CECCO
 Ho inteso, ho inteso. Ei basta
 render contenti i desideri suoi
 e vuol fare il piacer pagare a noi.
 ERNESTO
 Orsù taci e rammenta
250chi son io, chi sei tu.
 CECCO
 Per cent'anni, padron, non parlo più.
 ERNESTO
 Vado in questo momento
 denaro a provveder. Tu va', m'attendi
 d'Eclitico all'albergo.
255Fra la speme ed il timore
 intanto io resto e non ha pace il cuore.
 
    Fra cento affanni e cento
 palpita l'alma e sento
 che invan da sue catene
260bramo disciolto il cuor.
 
    Mille soavi pene
 dolce mi dan martiro
 e invan bramo e sospiro
 l'antica libertà.
 
 SCENA VI
 
 CECCO solo
 
 CECCO
265Qualche volta il padrone mi fa ridere,
 ei siegue il mondo stolido,
 cambia alle cose il termine
 e il nome cambia bene spesso agli uomini.
 Per esempio a un ipocrita
270si dice uom divotissimo,
 all'avaro si dice un bravo economo
 e generoso vien chiamato il prodigo.
 Così appella talun bella la femina,
 perché sul volto suo la biacca semina.
 
275   Mi fanno ridere
 quelli che credono
 che quel che vedono
 sia verità.
 
    Non sanno i semplici
280che tutti fingono,
 che il vero tingono
 di falsità.
 
 SCENA VII
 
 Camera.
 
 CLARICE e poi FLAMINIA
 
 CLARICE
 Eh venite germana,
 andiam su quella loggia
285a goder della notte il bel sereno.
 FLAMINIA
 Se il genitor austero
 ci ritrova colà misere noi!
 CLARICE
 Ch'ei badi ai fatti suoi,
 ci vuol tener rinchiuse
290e dall'aria difese,
 come fossimo noi tele di ragno?
 FLAMINIA
 Finché noi siam soggette
 al nostro genitor, soffrir conviene.
 CLARICE
 Ma io per vero dire,
295stanca di questa soggezion noiosa
 non veggo l'ora d'essere la sposa.
 FLAMINIA
 E quando sarem spose,
 avrem di soggezion finiti i guai?
 Anzi sarem soggette più che mai.
 CLARICE
300Eh sorella i mariti
 non son più tanto austeri,
 aman la libertà al par di noi
 ed abbada ciascuno ai fatti suoi.
 FLAMINIA
 Felici noi se ci toccasse in sorte
305un marito alla moda! Ah sventurate,
 se un geloso ci tocca!
 CLARICE
                                        In pochi giorni
 o ch'io lo guarirei
 o che al mondo di là lo manderei.
 FLAMINIA
 Vorreste forse avvelenarlo?
 CLARICE
                                                    Oibò.
310Ma il segreto io so
 con cui questi gelosi
 dalle donne si fan morir rabbiosi.
 FLAMINIA
 Se l'accordasse il padre,
 spererei con Ernesto esser felice.
 CLARICE
315Lo spererei anch'io
 con Eclitico mio.
 FLAMINIA
 Quell'Eclitico vostro
 è un uom che altro non pensa
 che a contemplar or l'una, or l'altra stella.
 CLARICE
320Questo è quello, sorella,
 che in lui mi piace più,
 finch'ei pensa alla luna, ovver al sole,
 la sua moglie farà quello che vuole.
 FLAMINIA
 Ma il genitor, io temo,
325non vorrà soddisfarci.
 CLARICE
                                           Evvi in tal caso
 un ottimo espediente,
 maritarci da noi senza dir niente.
 FLAMINIA
 Ciò so che non conviene a onesta figlia
 ma se amor mi consiglia
330e il padre a me si oppone,
 io temo ch'all'amor ceda ragione.
 
    Benché veda a me d'intorno
 tutto il ciel sdegnato e fiero,
 non pavento, non dispero,
335pur verrà sereno il giorno
 e più lieto il cuor sarà.
 
    Fra la sorte a me fedele
 non mi lagno del mio stato,
 del rigor d'averso fato
340l'alma mia timor non ha. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 CLARICE, poi BUONAFEDE
 
 BUONAFEDE
 Brava signora figlia,
 v'ho detto tante volte
 che non usciate dalla vostra stanza.
 CLARICE
 Ed io tant'altre volte
345mi son dichiarata
 che non posso soffrir di star serrata.
 BUONAFEDE
 Eh, ben bene fraschetta,
 so io quel che farò.
 CLARICE
                                     Sì, castigatemi,
 cacciatemi di casa e maritatemi.
 BUONAFEDE
350Se io ti maritassi,
 non castigarei te ma tuo marito
 né castigo maggior dar li potrei
 quanto una donna pazza, qual tu sei.
 CLARICE
 Io pazza! V'ingannate.
355Pazza sarei qualora
 mi lasciassi un po' troppo intimorire
 e avessi per rispetto a intisichire.
 
    Son fanciulla da marito;
 e lo voglio, già il sapete,
360e se voi non mel darete
 da me stessa il prenderò.
 
    Ritrovatemi un partito
 che sia proprio al genio mio;
 o lasciate, farò io;
365se lo cerco il troverò.
 
 SCENA IX
 
 BUONAFEDE, poi LISETTA
 
 BUONAFEDE
 Se mandarla potessi
 nel mondo della luna, avrei speranza
 castigata veder la sua baldanza.
 LISETTA
 Serva signor padrone.
 BUONAFEDE
                                           Addio Lisetta.
 LISETTA
370Vuol cenare?
 BUONAFEDE
                           È ancor presto; aspetta un poco.
 LISETTA
 Ho posta già la panatella al fuoco.
 BUONAFEDE
 Brava, brava; Lisetta, oh se sapessi
 le belle cose ch'ho vedute!
 LISETTA
                                                  E cosa
 ha veduto di bello?
 BUONAFEDE
375Ho avuta la fortuna
 di mirar dentro al mondo della luna.
 LISETTA
 (Ecco la sua pazzia!)
 BUONAFEDE
                                        Senti, può darsi...
 Sai che ti voglio ben... Può darsi ancora,
 se tu mi sei fedel, se non ricusi
380di darmi un po' d'aiuto,
 ch'io ti faccia veder quel ch'ho veduto.
 LISETTA
 Sapete pur ch'io sono
 vostra serva fedele e se mi lice
 vostra tenera amante.
385(Invaghita però del suo contante).
 BUONAFEDE
 Quand'è così, mia cara,
 della ventura mia ti voglio a parte,
 vedrai d'un uomo l'arte
 quanto può, quanto vale,
390le prodezze vedrai d'un cannocchiale.
 LISETTA
 Vorrei ch'un cannocchial si desse al mondo,
 da cui vedeste il fondo
 del mio povero cuor che sol per voi
 arde d'amor e fede.
395(Egli è pazzo da ver e se lo crede).
 BUONAFEDE
 Per rimirar là dentro
 in quel tuo cuor sincero,
 serve di cannocchiale il mio pensiero;
 vedo che mi vuoi bene,
400vedo che tu sei mia.
 LISETTA
 (Ma non vede che questa è una pazzia).
 BUONAFEDE
 Doman ti vuo' menar dal bravo astrologo,
 vedrai quel che si pratica lassù
 dalle donne da ben come sei tu.
 LISETTA
 
405   Una donna come me
 non vi fu né vi sarà;
 io son tutta amore e fé,
 io son tutta carità.
 Domandate a chi lo sa;
410sì ch'è vero ognun dirà.
 
    Io malizia in sen non ho.
 Sono stata ognor così.
 Poche volte dico di no,
 quando posso dico sì
415ma lo dico, già si sa,
 salva sempre l'onestà.
 
 SCENA X
 
 BUONAFEDE, poi ECLITICO
 
 BUONAFEDE
 È poi la mia Lisetta
 una buona ragazza,
 non è di quelle serve impertinenti
420che quando hanno la grazia del padrone
 vogliono in casa far le braghessone.
 ECLITICO
 Eh signor Buonafede
 si puol entrar?
 BUONAFEDE
                              Oh capperi, ch'è qui?
 Venite, signorsì,
425cos'è sta novità?
 Qualche cosa di grande vi sarà.
 ECLITICO
 Compatite s'io vengo
 in quest'ora importuna a disturbarvi,
 un segno d'amicizia io vengo a darvi.
 BUONAFEDE
430Oh, che buona ventura a me guida?
 ECLITICO
 V'è nissun che ci ascolti?
 BUONAFEDE
 No siam soli, sedete,
 parlate pur con libertà.
 ECLITICO
                                             Voi siete
 l'unico galantuom ch'io stimo ed amo,
435onde ci vengo a usar per puro affetto
 un atto d'amicizia e di rispetto.
 BUONAFEDE
 Obbligato vi son. Ma che intendete
 voler dire con ciò?
 ECLITICO
                                    Vengo da voi
 per sempre a licenziarmi.
 BUONAFEDE
                                                  Oh dei! Per sempre?
440Ditemi, cosa fu?
 ECLITICO
 Amico addio, non ci vedrem mai più.
 BUONAFEDE
 Voi mi fate morir; ma perché mai?
 ECLITICO
 Tutto confido a voi, sappiate, amico,
 che il grand'imperadore
445del bel mondo lunar con lui mi vuole.
 Io fra pochi momenti
 sarò insensibilmente
 trasportato lassù per mio destino
 e sarò della luna cittadino.
 BUONAFEDE
450Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
 se resto senza voi!... Ma in qual maniera
 la voce di lassù poté arrivare?
 ECLITICO
 Là nel mondo lunare
 un astrologo v'è, come son io,
455che ha fatto un cannocchial simile al mio,
 congiunti nella cima i cannochiali
 e levato il cristallo, o sia la lente,
 facilissimamente
 sento quel che si dice in l'altro mondo
460e col metodo stesso anch'io rispondo.
 BUONAFEDE
 Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
 sperate andar tant'alto?
 Dalla terra alla luna v'è un gran salto.
 ECLITICO
 Tutto vuo' confidarvi.
465Del cannocchiale istesso
 il grande imperadore
 mi ha fatto schizzetar certo liquore
 che quando il beverò
 leggiermente alla luna io volerò.
 BUONAFEDE
470Amico ah se voleste,
 aiutar mi potreste.
 ECLITICO
                                     E come mai?
 BUONAFEDE
 Schizzettatemi un po' di quel liquore
 che v'ha mandato il vostro imperadore.
 ECLITICO
 (Eccolo nella rete).
 BUONAFEDE
                                     E poi anch'io
475verrò lassù con voi.
 ECLITICO
                                      Ma non vorrei
 che se l'avesse a mal sua maestà.
 BUONAFEDE
 È un signor di buon cuor; non parlerà.
 ECLITICO
 Orsù, mi siete amico;
 vi voglio soddisfar; quest'è il liquore;
480giacché non v'è nissuno,
 vuo' che se lo beviam metà per uno.
 BUONAFEDE
 E poi come faremo?
 ECLITICO
 E poi ci sentiremo
 sottilizzar le membra in guisa tale
485ch'andrem in su, come s'avessim l'ale.
 BUONAFEDE
 Beverei... Ma non so...
 Son fra 'l sì e 'l no...
 ECLITICO
                                      Compiacervi credevo,
 se pentito già siete, io solo bevo. (Finge di bevere)
 BUONAFEDE
 Non lo bevete tutto
490per carità!
 ECLITICO
                       Tenetemi, ch'ormai
 mi sembra di volare. Oh me felice! (Salta, straluna gl’occhi e Buonafede lo rattiene)
 Che singolar fortuna!
 Or or sarò nel mondo della luna.
 BUONAFEDE
 Cos'avete negl'occhi?
495Parete ispiritato.
 ECLITICO
 Dallo spirto lunar sono invasato,
 addio, vado.
 BUONAFEDE
                          Fermate; (Buonafede tratiene Eclitico)
 voglio venir anch'io.
 ECLITICO
                                        Ecco tenete
 il resto del liquor dunque e bevete.
 BUONAFEDE
500Ma le figliuole mie, ma la mia serva?
 ECLITICO
 Quando saremo là,
 grazia per esse ancor s'impetrerà.
 Vado, vado.
 BUONAFEDE
                         Son qui, bevo, aspettate.
 ECLITICO
 (Bevi, buon pro ti faccia,
505io bevuto non ho, fra pochi istanti
 dal sonnifero oppresso e addormentato
 crederà nella luna esser portato).
 BUONAFEDE
 Ecco bevuto ho anch'io,
 mondo, mondaccio rio
510per sempre t'abbandono,
 uomo sopralunar fatto già sono.
 Oimè! Sento un gran fuoco.
 ECLITICO
 Soffrite, a poco a poco
 tramutar sentirete
515tutte le vostre membra e goderete.
 BUONAFEDE
 Par che mi venga sonno.
 ECLITICO
                                               Ecco l'effetto
 che fa il liquor perfetto.
 BUONAFEDE
 Non posso star in piedi. (Eclitico fa seder Buonafede e gli va dimenando le braccia)
 ECLITICO
                                               Accomodatevi,
 state pronto a salire e consolatevi.
 BUONAFEDE
520Mi sembra di volar.
 ECLITICO
                                       Lo credo anch'io.
 BUONAFEDE
 Caro Eclitico mio,
 ditemi, ove sono? In terra o in aria?
 ECLITICO
 Vi andate a poco a poco sollevando.
 BUONAFEDE
 Mi vuo sottilizzando;
525ma come uscir potrem da questa stanza?
 ECLITICO
 Abbiamo in vicinanza
 un ampio fenestrone.
 BUONAFEDE
 Vado, vado senz'altro.
 ECLITICO
                                          (Oh che babbione!)
 BUONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 ECLITICO
 
530Bravo bravo mi consolo.
 
 BUONAFEDE
 
 Dove siete?
 
 ECLITICO
 
                         Volo anch'io.
 
 BUONAFEDE
 
 Addio mondo, mondo addio. (Escano Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
 Caro padre cosa c'è?
 
 LISETTA
 
 Padron mio, che cos'è?
 
 BUONAFEDE
 
535   Vado, vado, volo, volo.
 
 LISETTA, CLARICE A DUE
 
 Dove? Dove?
 
 ECLITICO
 
                            Oh che fortuna!
 
 BUONAFEDE
 
 Vo nel mondo della luna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more oimè, che more!
 
 BUONAFEDE
 
 Oh che gusto! Oh che diletto!
 
 ECLITICO
 
540Viva, viva; oh che fortuna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Muore, muore.
 
 BUONAFEDE
 
                               Cara luna
 vengo, vengo, vengo a te. (S’addormenta)
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
    Muore; muore; presto, presto,
 qualche spirto troverò,
545presto, presto tornerò. (Partono)
 
 ECLITICO
 
    Il buon sonnifero
 gli offusca il cerebro,
 portar dagli uomini
 via lo farò. (Vengono due servi che portano via Buonafede addormentato)
 
550   Fabrizio, Prospero,
 su via prendetelo
 e là portatelo
 nel mio giardin.
 
    Le donne tornano
555e si disperano,
 perché già credono
 morto il meschin. (Tornano Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
    Povero padre ahi che morì!
 
 LISETTA
 
 Ahi che di vivere tosto finì!
 
 ECLITICO
 
560No non piangete, non è così.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che di vivere tosto finì!
 
 ECLITICO
 
 Fe' testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ah che tormento, ahi che morì.
 
 ECLITICO
 
    «Lascio a Clarice seimilla scudi,
565se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECLITICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
 quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
 Era assai vecchio, questo si sa.
 
 ECLITICO
 
570   Povero vecchio! Più nol vedrete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che tormento che voi mi date!
 
 ECLITICO
 
 Pronta è la dote, se la volete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Mi fate ridere, mi consolate.
 
 ECLITICO, CLARICE, LISETTA
 
 Viva chi vive, chi è morto è morto,
575dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo