Il negligente, libretto, Parma, Monti, 1752 (Lodi, Il trascurato)

 e mi sgrida l’onore, a mio dispetto.
 Ah! Che farò? Si studi,
 se possibile sia, scacciar dal cuore
 il residuo fatal del mio rossore.
 
385   Gioie care, un cor dubbioso
 inondate di piacer
 e trionfi un bel goder
 dileguando il rio timor.
 
    Benché sempre l’amoroso
390duro laccio è un impaccio,
 non diletto al nostro cor.
 
 SCENA X
 
 GIACINTO ed AURORA
 
 GIACINTO
 Oh Diana mia gentile.
 AURORA
                                           Vago Ateone!
 GIACINTO
 Piacemi il paragone,
 poiché son vostro amante e vostro servo,
395ma ohimè, che Ateone è diventato un cervo!
 AURORA
 Io crudele non son qual fu la dea.
 GIACINTO
 Né io sarò immodesto