Lolimpiade (Jommelli), libretto, Stoccarda, Cotta, 1761
RINALDO E ARMIDA | |
ballo eroico pantomimo cavato dalla Gerusalemme del Tasso | |
La scena si finge sulle sponde del fiume Oronte. Rinaldo dopo di aver liberati i prigionieri di Armida, è attirato dall’arte di questa maga, risoluta vendicatrice, su di un’isola dell’Oronte. | |
SCENA PRIMA | |
All’arrivo di Rinaldo nell’isola, tre naiadi, che sorgono dal fiume, li vanno incontro e lusinghevolmente l’invitano ad abbandonare la gloria dell’armi ed a darsi tutto ai piaceri della voluttà. Dopo qualche picciola renitenza, cede a tale invito il giovane guerriero e si lascia da quelle condurre sopra un letto di verdura, dove si addormenta. | |
SCENA II | |
Comparisce la furibonda Armida. Alla vista dell’addormentato Rinaldo, impugna uno stile e corre per ucciderlo; ma nell’atto di ferirlo, sorpresa della beltà e nobili fattezze dell’eroe, gli manca il coraggio. Sdegnata poco dopo della sua debolezza, tenta di uccider se stessa. Si arresta il braccio a mezzo il colpo; li cade dalla mano il ferro; l’amore finalmente la vince e scaccia la vendetta. Non fa che ammirare il suo vincitore; gli siede al fianco, l’incatena con varie ghirlande di fiori e facendo, col potere della sua magia, trasformare il letto di verdura in un pomposo carro, sen vola per l’aria con lui. | |
SCENA III | |
Sparisce la scena antecedente e si veggono i giardini del palazzo di Armida. | |
Vengono Armida e Rinaldo seguiti dalla frotta de’ Giuochi e de’ Piaceri. Si uniscono a questi le Naiadi che sorgono dalle fontane ed unitamente rendono omaggio alla loro sovrana ed adornano di fiori l’abito di Rinaldo. | |
SCENA IV | |
Il cavalier danese e Ubaldo. Dopo di aver questi due guerrieri superati tutti gli ostacoli preparategli dalla maga Armida vanno in cerca di Rinaldo per liberarlo dal vergognoso soggiorno della mollezza e renderlo alla gloria. Gl’impediscono il cammino vari spiriti infernali trasformati sotto leggiadri forme. Il cavalier Danese crede fra queste di riveder la sua innamorata. Corre a lei, si scorda l’intrapresa liberazione di Rinaldo; le promesse della voluttà lo seducono; cede e si abbandona agli incantati piaceri. Ubaldo cerca di sviarlo, lo preme, lo sollecita. In fine dopo vari violenti combattimenti, la Virtù e la Gloria trionfano dell’Amore e dell’artificiosi sforzi della magia. | |
SCENA V | |
Rinaldo e Armida, accompagnati da loro seguito, palesano con allegre danze la sodisfazione ed il contento del loro cuore. Parte poi Armida col suo seguito e nell’atto che Rinaldo vuol seguirla è sorpreso e trattenuto da i due cavalieri che cercano di liberarlo. Gli rimproverano questi la sua debolezza. Il cavalier Danese gli presenta lo scudo di diamante che ha la virtù di smascherare e di mostrare qual veramente sono gli uomini che vi si mirano. Rinaldo vi si specchia e vergognoso del molle stato in cui si vede va in furore, smania, arrossisce del suo errore e strappa i fiori che ornavano il suo abito. Contenti i due cavalieri della loro vittoria fanno brillare agli occhi del ravveduto eroe una spada ed uno scudo. Egli avidamente se ne impossessa, invita coraggiosamente i sudetti suoi amici a liberarlo da quello ora a lui odioso luogo e nell’atto che son per partire, sopraggiunge Armida. | |
SCENA VI | |
Impiega l’innamorata maga tutte le sue malìe, lusinghe ed artifici per ritenere il suo amante: lo prega, lo sconciura a non abbandonarla, si butta a’ suoi piedi, piange. Intenerito Rinaldo dalle belle lagrime, cede di nuovo all’amore, rileva con affetto la sua cara Armida e li bacia teneramente la mano. I due guerrieri lo riprendono e lo richiamano al suo dovere. Ei si scuote e cerca nuovamente di partire. Armida vedendo il suo amante risoluto di abbandonarla, sviene sopra un letto di verdura. Rinaldo va di nuovo a lei, torna alle tenerezze ed alle espressioni, ma i due cavalieri non l’abbandonano, l’arrestano, lo sradicano finalmente dalle braccia della sua innamorata e quasi a forza l’involano. | |
SCENA ULTIMA | |
Armida riviene. Ma quanto grandi sono le sue smanie per non vedere l’amato Rinaldo! Lo cerca, lo chiama. Disperata infine invoca le Furie ed i demoni. Obbedienti questi alla sua voce, accorrono a lei armati di pugnali e serpenti. L’odio e la vendetta gli accompagna. Ordina loro la furiosa maga che si rovini, si devasti e si distrugga il suo palazzo ed ogni sua delizia. Accendono le Furie le loro faci ed attaccano l’incendio. Armida con la vendetta e con l’odio al fianco, parte sopra un carro che sen va per l’aria. Tutto cade, si distrugge e dispare e non vi resta che un orribile deserto abitato da mostri. | |