Il prigionier superbo, libretto, Napoli, 1733

 ECCLITICO
 
    Il buon sonnifero
 gli offusca il cerebro.
 Portar dagli uomini
 via lo farò.
 
495   Fabrizio, Prospero, (Vengono due servi)
 su via prendetelo
 e là portatelo,
 nel mio giardin. (Portano via Buonafede)
 
    Le donne tornano
500e si disperano,
 perché già credono
 morto il meschin. (Torna Clarice, Lisetta)
 
 CLARICE
 
    Povero padre, ahi che morì!
 
 LISETTA
 
 Ahi, che di vivere tosto finì!
 
 ECCLITICO
 
505No, non piangete, non è così.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che di vivere tosto finì!
 Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
 Fe’ testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
510   «Lascio a Clarice seimilla scudi,
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
 quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
515Era assai vecchio, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che tormento che voi mi date.
 
 ECCLITICO
 
 Pronta è la dote, se la volete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Mi fate ridere, mi consolate.
520Viva chi vive.
 
 A TRE
 
                            Chi è morto è morto.
 Dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino delizioso in casa di Ecclitico, raffigurato nel mondo della luna, ove si rappresentano alcune stravaganze ordinate dall’astrologo per deludere Buonafede.
 
 BUONAFEDE che dorme sopra un letto di fiori, ECCLITICO travestito con abito capriccioso. ERNESTO ne’ suoi abiti
 
 ECCLITICO
 Ecco qui Buonafede
 nel mondo della luna. Egli ancor dorme
 e quando fia destato
525esser non crederà nel mio giardino
 ma nel mondo lunare
 fra le delizie peregrine e rare.
 ERNESTO
 Ma Flaminia e Clarice
 son del tutto avvisate?
 ECCLITICO
                                           Il tutto sanno
530e a ogni nostro disegno aderiranno.
 Lisetta nulla sa ma non importa.
 Con un’altra invenzione
 farò ch’ella si creda
 nel mondo della luna trasportata.
535Ella è da Cecco amata
 e Cecco la desia;
 e acciocch’egli aderisca alle mie voglie
 gli ho promesso che lei sarà sua moglie.
 ERNESTO
 Flaminia sarà mia.
 ECCLITICO
540E mia sarà Clarice.
 Oggi ciascun di noi sarà felice.
 Le machine son pronte;
 son pronti i giuochi, i suoni, i balli e i canti,
 cose che pareran prodigi o incanti.
 ERNESTO
545Ed io per esser pronto
 a sostener la mia caricatura,
 vado tosto a cambiar spoglie e figura. (Parte)
 
 SCENA II
 
 ECCLITICO e BUONAFEDE che dorme
 
 ECCLITICO
 Buonafede ancor dorme.
 Tempo è di risvegliarlo.
550Con questo sal volatile
 sciogliendo i spirti che fissati ha l’oppio,
 in sé ritornerà. (Gli pone un vasetto sotto le narici)
 BUONAFEDE
                                Flaminia...
 ECCLITICO
                                                      Ei chiama
 la figliola fra il sonno e la vigilia.
 BUONAFEDE
 Ehi Clarice... Lisetta...
 ECCLITICO
555Ora si va svegliando.
 BUONAFEDE
                                         Eh! Dove sono? (Si alza bel bello)
 ECCLITICO
 Amico.
 BUONAFEDE
                 Olà, chi siete?
 ECCLITICO
 Che? Non mi conoscete,
 non ravvisate Ecclitico?
 BUONAFEDE
                                              Voi quello?
 ECCLITICO
 Sì, quel son io.
 BUONAFEDE
                              Ma dove,
560dove amico siam noi?
 ECCLITICO
 Dove la sorte tutti i beni aduna,
 nel bellissimo mondo della luna.
 BUONAFEDE
 Eh! Mi burlate!
 ECCLITICO
                                E non ve n’accorgete
 dello splendor che fa più bello il giorno?
565Dell’aria salutar che spira intorno?
 BUONAFEDE
 È vero. Oh che bel giorno!
 Oh che aria dolcissima e soave!
 ECCLITICO
 Mirate a’ vostri piedi
 dal bel terren fecondo
570nascer le rose e i gigli. (Si vedono spuntar i fiori)
 BUONAFEDE
                                            Oh! Che bel mondo!
 ECCLITICO
 Udite il dolce canto
 degli augelli canori. (S’odono cantar i rusignoli)
 BUONAFEDE
                                        Oh, che contento.
 Son fuor di me, non so dove mi sia.
 ECCLITICO
 Udite l’armonia
575ch’esce dagli arbuscelli,
 agitati dai dolci venticelli. (Odesi un concertino principiato dai violini ed oboè in orchestra, colle risposte de’ corni da caccia e fagotti dentro la scena)
 BUONAFEDE
 Bravi, bravissimi.
 Gli alberi in questo mondo
 suonan meglio dei nostri sonatori.
 ECCLITICO
580Or vedrete a ballar ninfe e pastori. (Escono ballerini, quali intrecciano una bella danza)
 BUONAFEDE
 Oh che ninfe gentili! Oh che fortuna!
 Oh benedetto il mondo della luna!
 Ma sa l’imperatore
 ch’io qui sono arrivato?
 ECCLITICO
585È di tutto informato.
 BUONAFEDE
 Andiamlo a ritrovar.
 ECCLITICO
                                        Non è permesso
 con quell’abito andar innanzi a lui,
 s’egli non ve ne manda uno de’ sui.
 Ma ecco i cavalieri
590con i paggi e i staffieri. Il gran monarca
 vi manda da vestire.
 BUONAFEDE
                                        Oh che bel mondo!
 
 SCENA III
 
 Quattro staffieri, che portano abiti da travestire BUONAFEDE, e detti.
 
 BUONAFEDE
 Come avrò a contenermi?
 Quante gran riverenze avrò da fare?
 ECCLITICO
 Il nostro buon monarca
595non vuol adulatori. Egli è un signore
 ch’è tagliato alla buona e di buon core.
 BUONAFEDE
 Andiam. Non vedo l’ora di vederlo
 ma quanto in anticamera
 aspettar ci farà?
 ECCLITICO
                                 Qui in anticamera
600sospirar non si sente o bestemmiare,
 ognuno puol entrare;
 ognuno puol andar dal suo sovrano;
 e può bacciargli il piè non che la mano;
 ma restate, che io
605anderò ad avvisarlo;
 egli ha tanta bontà
 che per farvi piacer qui venirà.
 BUONAFEDE
 E la mia cameriera e le mie figlie
 non verranno con noi?
 ECCLITICO
610Sì sì; verrano poi,
 anzi le nostre donne
 han ius particolare a questo impero,
 perché va colla luna il lor pensiero.
 
    Voi la sapete
615come son fatte,
 ora vezzose
 tutte amorose,
 ora ostinate
 fiere arrabiate.
620Che? Non è vero?
 Sono lunatiche,
 oh signorsì. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 BUONAFEDE solo
 
 BUONAFEDE
 Parmi che dica il vero, anzi Lisetta
 ora è meco amorosa, or sdegnosetta.
625Ma s’ella qui verrà
 forse si cangierà. Ben mi ricordo
 del bellissimo caso
 della donna menata per il naso.
 
 SCENA V
 
 Vedesi in fondo della scena sopra un carro trionfale CECCO vestito da imperatore e a’ piedi del medesimo ERNESTO con stella in fronte, BUONAFEDE osserva con meraviglia
 
 BUONAFEDE
 Umilmente m’inchino
630a vostra maestà.
 CECCO
                                 Chi siete voi
 che indirizza i suoi saluti
 alla maestà nostra e non a noi?
 BUONAFEDE
 Perdoni, io fo all’usanza
 del mondo sublunar, dove son nato.
 CECCO
635Sì sì, son informato
 che là nel vostro mondo
 trionfa l’albagia
 né di titoli mai v’è carestia.
 BUONAFEDE
 Dice ben... Ma che vedo?
640Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V’ingannate.
 Io stella sono ed Espero m’appello;
 e quando il cielo imbruna
 esco primiera a vagheggiar la luna.
 Sortito avrà l’influsso
645quel ch’Ernesto s’appella
 dalla costellazion della mia stella.
 BUONAFEDE
 Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
 certo rassomigliate.
 CECCO
 Non vi meravigliate,
650che nella nostra corte abbiamo noi
 un buffon che somiglia tutto a voi.
 BUONAFEDE
 Grazie a vostra bontà del paragone
 ma io, per dirla a lei, non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
655chi sa far il buffon è fortunato.
 BUONAFEDE
 Cappari! Egli è informato.
 CECCO
                                                   Or, che vi pare?
 Vi piace il nostro mondo?
 BUONAFEDE
                                                 In fede mia
 a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
660una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BUONAFEDE
 Ho due figlie e una serva.
 Vorrei...
 CECCO
                   Già v’ho capito,
 le vorreste con voi.
665Andrà, per consolarle,
 una stella cometa ad invitarle.
 BUONAFEDE
 Ma le stelle comete
 portan cattivo augurio.
 CECCO
                                            Oh gente pazza
 del mondo sublunar! Poiché le stelle
670conoscer pretendete
 e voi stessi laggiù non conoscete.
 BUONAFEDE
 Ha ragion, ha ragion, non so che dire.
 CECCO
 Io le farò venire
 ma però con un patto,
675che vuo’ senza recarvi pregiudizio
 la vostra cameriera al mio servizio.
 BUONAFEDE
 Ma, signor...
 CECCO
                          Già lo so
 che siete innamorato
 in quei begli occhi suoi
680ma questa volta la vogliam per noi.
 BUONAFEDE
 Dunque lei l’ha veduta?
 CECCO
                                              Signorsì,
 una macchina abbiamo
 da cui spesso vediamo
 quel che si fa laggiù nel basso mondo.
685E il piacer più giocondo
 che aver possan i nostri occhi lunari
 è il mirar le pazzie dei vostri pari.
 
    Un avaro suda e pena
 e poi creppa e se ne va.
690Un superbo, senza cena,
 vuol rispetto e pan non ha,
 un geloso è tormentato,
 un corrente è criticato,
 quasi tutti al vostro mondo
695siete pazzi in verità.
 
    Chi sospira per amore;
 chi delira per furore;
 chi sta bene e vuol star male;
 chi ha gran fumo e poco sale;
700al roverscio tutto va.
 Siete pazzi in verità.
 
 SCENA VI
 
 BUONAFEDE ed ERNESTO
 
 ERNESTO
 Voi avete due figlie?
 BUONAFEDE
                                        Signorsì.
 ERNESTO
 Fanciulle o maritate?
 BUONAFEDE
                                          Son ragazze.
 E non ho ancora lor dato marito,
705perché non ho trovato un buon partito.
 ERNESTO
 Avete fatto ben. Nel vostro mondo
 due cattivi mezzani
 soglion far qualche volta i matrimoni;
 uno è il cappriccio e l’altro è l’interesse.
710Dal primo ne provien la sazietà,
 dal secondo la nera infedeltà.
 BUONAFEDE
 Vusignoria favella
 come appunto parlar deve una stella.
 ERNESTO
 Qui non v’è alcun che dica
715di morir per l’amata;
 non v’è alcun che sia fido ad una ingrata.
 Non vedrete chi voglia
 nella tasca portar ampolle o stucci
 con balsami o ingredienti,
720utili per le donne ai svenimenti.
 BUONAFEDE
 Ma, se svien una donna,
 come la soccorrete?
 ERNESTO
                                      Accostumiamo
 una corda portare e quando fanno
 tali caricature,
725le facciam rinvenir con battiture.
 BUONAFEDE
 Questo, per vero dire,
 è un perfetto elisire.
 ERNESTO
 È un elisir che giova;
 e credetelo a me che il so per prova.
 
730   A quelle luci amate
 presenterà fra poco
 l’ardor del suo bel foco
 il fido adorator.
 
    E fida a quel sembiante
735sarà quest’alma mia
 accesa sol d’amor. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 BUONAFEDE solo e varie persone di dentro che forman l’eco
 
 BUONAFEDE
 Io resto stupefatto.
 Questo è un mondo assai bello, assai ben fatto.
 Cantan sì ben gli augelli;
740suonano gli arboscelli;
 ognun balla, ognun gode;
 ognun vive giocondo;
 oh che mondo felice! Oh che bel mondo!
 Me lo voglio goder. Vuo’ andar girando
745per questa ch’esser credo
 la principal città.
 Non so s’abbia d’andar di là o di qua. (L’eco risponde da varie parti)
 ECO
 Di qua, di qua, di qua.
 BUONAFEDE
 O questa sì che è bella!
750Ognun a sé mi appella
 e mi sento a chiamar di qua e di là.
 ECO
 Di là, di là, di là.
 BUONAFEDE
 E siam sempre da capo.
 Vorrei venire e non vorrei venire;
755sono fra il sì ed il no.
 ECO
 No, no, no, no, no, no.
 BUONAFEDE
 No di qua, no di là.
 Dunque resterò qui
 sempre fermo così.
 ECO
760Sì, sì, sì, sì, sì, sì.
 BUONAFEDE
 Ah ah v’ho conosciuto,
 signor eco garbato.
 Oh che piacer giocondo!
 Oh che spasso, oh che spasso! Oh che bel mondo.
 
765   Che mondo amabile,
 che imparegiabile
 felicità.
 
    Gli alberi suonano,
 gl’augelli cantano,
770le ninfe ballano,
 gli ecchi rispondono,
 tutto è godibile,
 tutto è beltà.
 
    Che mondo amabile,
775che imparegiabile
 felicità. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ECCLITICO e LISETTA condotta con gli occhi bendati
 
 LISETTA
 Dove mi conducete,
 siete sbirri, sicari o ladri siete?
 ECCLITICO
 Levategli la benda,
780or che la fortunata
 a questo nostro mondo è già arrivata. (Gli levano la benda)
 LISETTA
 Ohimè, respiro un poco.
 ECCLITICO
 Bella ragazza, io gioco
 che dove adesso siate
785voi non v’immaginate.
 LISETTA
                                            E che volete,
 caro signor Ecclitico, ch’io sappia?
 Dormivo ancor in letto
 allorché son venuti
 quei marioli cornuti,
790m’hanno bendati gli occhi,
 m’hanno condotta via
 e adesso non so dir dove mi sia.
 ECCLITICO
 Lisetta, avete avuta la fortuna
 d’esser passata al mondo della luna.
 LISETTA
795Ah ah mi fate ridere;
 non sono una bambina
 da credere a sì fatte scioccherie.
 ECCLITICO
 Delle parole mie
 voi la prova vedrete
800quando sposa sarete
 del nostro imperatore
 che pel vostro bel viso arde d’amore.
 LISETTA
 La favola va lunga,
 il padrone dov’è?
 ECCLITICO
                                   Morto si finse
805ma nel mondo lunare egli è passato
 e anch’io dopo di lui son arrivato.
 LISETTA
 Caro signor lunatico,
 non mi fate adirar. Per qual cagione,
 ditemi, uscir di casa mi faceste?
 ECCLITICO
810Di casa uscir credeste
 ma dal balcon passata
 foste qui da una nuvola portata.
 LISETTA
 Orsù tali pazzie soffrir non voglio.
 Vuo’ saper dove tende questo imbroglio.
 ECCLITICO
815Ecco il vostro padrone,
 domandatelo a lui che lo saprà.
 Io vado a ritrovar sua maestà. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 LISETTA, poi BUONAFEDE
 
 LISETTA
 Quello è il padrone? È lui.
 Non capisco la sua caricatura,
820oh che moda graziosa! Oh che figura!
 BUONAFEDE
 Lisetta, oh benvenuta.
 Tu ancor sei qui con noi?
 Fortunata davver chiamar ti puoi.
 LISETTA
 Ma dove siam?
 BUONAFEDE
                               Nel mondo della luna.
 LISETTA
825Mi volete ingannar.
 BUONAFEDE
                                       No, te lo giuro.
 Questo è il mondo lunar; te l’assicuro.
 LISETTA
 Adunque sarà vero
 che una nuvola qui m’avrà portata.
 BUONAFEDE
 Sei stata fortunata.
830Perch’io ti porto amore,
 sei venuta a goder sì gran favore.
 LISETTA
 Ma qui che far dovrò?
 BUONAFEDE
 Quello che devi far t’insegnerò,
 tu devi voler bene al tuo padrone.
 LISETTA
835E non altro?
 BUONAFEDE
                          Tu devi
 fargli qualche carezza.
 LISETTA
 Lo sapete, signor, non sono avvezza.
 BUONAFEDE
 Credi forse che qui
 si faccian le carezze
840colla malizia che si fan da noi?
 Qui ognuno si vuol ben con innocenza,
 è sbandita da noi la maldicenza.
 LISETTA
 Oh se fosse così, saria pur bello
 questo mondo lunar!
 BUONAFEDE
                                         Credilo, è tale.
845Qui ognuno si vuol ben, senza far male.
 LISETTA
 Questo mi piace assai.
 BUONAFEDE
                                            Vien qua, Lisetta,
 dammi la tua manina.
 LISETTA
                                            Oh signor no.
 BUONAFEDE
 Perché?
 LISETTA
                  Perché non so
 se nel vostro operar vi sia tristizia.
 BUONAFEDE
850Eh qui tutto si fa senza malizia.
 LISETTA
 Quand’è così, prendete.
 BUONAFEDE
                                              Oh cara mano. (La stringe)
 LISETTA
 Piano signore, piano.
 Voi me l’avete stretta sì furioso
 che mi parete alquanto malizioso.
 BUONAFEDE