Il prigionier superbo, partitura ms. I-Nc Rari 7.6.7-8; olim 30.4.14-15

 LISETTA
 (Che caro bambinello!
 Egli è tanto innocente quanto è bello).
 BUONAFEDE
 Che dite? Ch’io son bello?
 LISETTA
                                                  Signorsì.
 BUONAFEDE
860Quando lo dite voi, sarà così.
 LISETTA
 (È pazzo piucché mai).
 BUONAFEDE
                                             Via, Lisettina,
 datemi un abbraccino.
 LISETTA
                                            Oh questo no.
 BUONAFEDE
 Senza malizia già v’abbraccierò.
 LISETTA
 Quando fosse così...
 BUONAFEDE
                                       Così sarà.
 LISETTA
865Non mi fido.
 BUONAFEDE
                           Pietà.
 LISETTA
 Se pietà mi chiedete,
 malizioso voi siete.
 BUONAFEDE
 Ah! Malizia non ho.
 LISETTA
 Ma cos’è quel sospiro?
 BUONAFEDE
                                            Io non lo so.
 
870   Non aver di me sospetto,
 malizioso non ho il core.
 
 LISETTA
 
 Vi conosco bel furbetto,
 malizioso è il vostro amore.
 
 BUONAFEDE
 
 No, non è ver.
 
 LISETTA
 
                             Non me ne fido.
 
 BUONAFEDE
 
875Son pupillo.
 
 LISETTA
 
                         Io me ne rido.
 
 BUONAFEDE
 
 Via carina, una manina.
 
 LISETTA
 
 No, non voglio.
 
 BUONAFEDE
 
                              Oh crudeltà!
 
    Come fo alla mia cagnina
 le carezze io ti farò.
 
 LISETTA
 
880   Ed io qual da una gattina
 le carezze accetterò.
 
 BUONAFEDE
 
    Vieni o cara barboncina.
 
 LISETTA
 
 Vieni o bella picinina.
 
 BUONAFEDE
 
 Vieni da me, non abbaiar.
 
 LISETTA
 
885Frusta via, mi vuoi graffiar.
 
 SCENA X
 
 CECCO, nell’abito di finto imperatore con seguito, poi BUONAFEDE e LISETTA
 
 CECCO
 Olà, presto fermate
 Buonafede e Lisetta.
 Dite che il loro imperator gli aspetta. (Partono due servi)
 Vuo’ procurar, fin che la sorte è amica,
890il premio conseguir di mia fatica.
 BUONAFEDE
 Eccomi a’ cenni vostri.
 LISETTA
                                            Oh che cosa vedo,
 Cecco è l’imperator!
 CECCO
                                        Lisetta addio.
 LISETTA
 Ti saluto; buondì, Cecchino mio.
 BUONAFEDE
 Sei pazza? Cosa dici
895al nostro imperatore?
 LISETTA
 Pazzo sarete voi.
 Si conosciamo bene fra di noi.
 CECCO
 Bella, Cecco non son ma vostro sono.
 Olà s’innalzi il trono.
900Lisetta, vezzosetta e graziosina,
 vi voglio far lunatica regina. (Dalla parte laterale esce un trono portato per due persone)
 BUONAFEDE
 (Io non vorrei che il nostro imperatore
 mi facesse l’onore
 di rapirmi Lisetta).
 CECCO
                                       E ben, che dite?
905Ecco il trono per voi, se l’aggradite.
 LISETTA
 Il trono? Oimè, non so,
 sono fra il sì ed il no.
 Cotante cose stravaganti io vedo
 che dubito di tutto e nulla credo.
 CECCO
910Eh via, venite in trono.
 Se vi piace il mio volto,
 sia Cecco o non sia Cecco,
 che cosa importa a voi?
 Doppo s’aggiusteremo fra di noi.
 LISETTA
915È questa una ragion che non mi spiace.
 Vengo. (S’incammina verso il trono)
 BUONAFEDE
                 Dove, Lisetta?
 LISETTA
 A ricever le grazie
 del nostro imperatore,
 giacch’egli mi vuol far sì bell’onore.
 BUONAFEDE
920Come? Non ti vergogni?
 Non hai timore della sua tristizia?
 LISETTA
 Eh qui tutto si fa senza malizia.
 BUONAFEDE
 Lisetta, bada bene.
 LISETTA
                                      È innocentino,
 il nostro imperator, come un bambino.
 CECCO
925Aspetar più non voglio,
 presto, venite al soglio.
 LISETTA
 Dunque lei...
 CECCO
                           Sì mia cara,
 son vostro se volete.
 LISETTA
 Lei mio... Ma se poi... Ma s’io non sono...
930Non so quel che mi dica.
 CECCO
                                               Al trono, al trono.
 LISETTA
 
    Se lo comanda, sì venirò.
 Signor padrone cosa sarà?
 Imperatrice dunque sarò?
 Oh fosse almeno la verità.
 
935   Sento nel core certo vapore
 che m’empie tutta di nobiltà. (Cecco dà braccio a Lisetta e la conduce al trono)
 
 BUONAFEDE
 Eccelso imperatore, la fortunata
 solo Lisetta è stata.
 Le povere mie figlie
940ancor non hanno avuta la fortuna
 di venire nel mondo della luna.
 CECCO
 Un araldo lunare ha già recato
 che in viaggio sono e che saran fra poco
 ancor esse discese in questo loco.
 BUONAFEDE
945Perché dite discese e non ascese?
 Per venire dal nostro a questo mondo,
 signor, si sale in su.
 Or perché dite voi scendono in giù?
 CECCO
 Voi poco ne sapete. Il nostro mondo
950come un ballon rotondo
 dal cielo è circondato;
 e da qualunque lato
 che l’uom verso la luna il camin prenda
 convien dir che discende e non ascenda.
 BUONAFEDE
955Son ignorante, è ver, ma mi consolo,
 che se tale son io non sarò solo.
 CECCO
 Allegri, o Buonafede,
 che la coppia gentil scender si vede.
 
 SCENA XI
 
 A suono di sinfonia cala una nuvola che aprendosi escono FLAMINIA e CLARICE, BUONAFEDE le incontra, CECCO e LISETTA restono in trono e sopragiunge ERNESTO ed ECCLITICO
 
 BUONAFEDE
 Figlie, mie care figlie
960siate le benvenute. Ah, che ne dite?
 Bella fortuna aver un genitore
 dello spirito mio
 ch’abbia fatto per voi quel ch’ho fatto io!
 Lunatiche ora siete,
965un mondo goderete
 pieno di cose belle,
 splenderete quaggiù come due stelle.
 FLAMINIA
 Molto vi devo o padre,
 un uom saggio voi siete,
970di politica assai voi ne sapete.
 CLARICE
 Si vede certamente
 che avete una gran mente,
 siete un uom virtuoso senza pari,
 cedono gli uomini a voi famosi e chiari.
 BUONAFEDE
975Inchinatevi tosto
 al nostro imperatore;
 grazie rendete a lui di tanto onore.
 FLAMINIA
 Ma colei è Lisetta?
 BUONAFEDE
 Che volete ch’io dica?
980Colei è la felice
 del mondo della luna imperatrice.
 CLARICE
 Oh fortunata invero!
 Mentre quel della luna è un grande impero.
 FLAMINIA
 Monarca, a voi m’inchino.
 CECCO
985Manco male che voi
 vi siete ricordata alfin di noi.
 FLAMINIA
 Perdono io vi dimando
 e alla vostra bontà mi raccomando.
 CECCO
 Olà Espero, udite. (Ad Ernesto)
990Questa bella servite.
 Conducetela tosto alle sue stanze
 e insegnatele voi le nostre usanze.
 ERNESTO
 Obbedito sarete.
 BUONAFEDE
                                  Ehi, ehi, fermate.
 Signor le figlie mie
995con gli uomini non van da solo a sola.
 CECCO
 In questo nostro mondo
 le femmine ci van publicamente
 e non lo fanno mai secretamente.
 BUONAFEDE
 È ver, non parlo più.
 FLAMINIA
                                        Contenta io vado,
1000giacché il mio genitor non se ne lagna,
 con Espero gentil che mi accompagna.
 
    Allo splendor di quelle
 care pupille belle
 resistere non sa
1005l’anima amante.
 
    Già sento che il mio core
 arde per lui d’amore
 e l’alma mia sarà
 sempre costante.
 
 SCENA XII
 
 CECCO e LISETTA in trono, BUONAFEDE, ECCLITICO e CLARICE
 
 CLARICE
1010Mia sorella sta bene
 ed io cosa farò?
 La mia stella ancor io non troverò?
 CECCO
 Ecclitico, che siete
 del mio trono lunar cerimoniere,
1015con Clarice gentil fate il bracciere.
 ECCLITICO
 Prontamente obbedisco.
 BUONAFEDE
                                               Eh no, non voglio
 che mia figlia da un uom sia accompagnata.
 CECCO
 L’usanza è praticata
 ancor nel vostro mondo
1020ma si serve da noi sol per rispetto
 e non lo fanno qui con altro oggetto.
 BUONAFEDE
 Taccio, non so che dir.
 CLARICE
                                           Vado contenta
 a contemplar dappresso
 le lunatiche sfere
1025col lunatico mio ceremoniere.
 
    Quanta gente che sospira
 di veder cos’è la luna
 ma non hanno la fortuna
 di poterla contemplar.
 
1030   Chi non vede il falso crede,
 ciascun saper pretende.
 Più che studia meno intende
 e si lascia corbellar. (Parte servita da Ecclitico)
 
 SCENA XIII
 
 BUONAFEDE, CECCO e LISETTA
 
 LISETTA
 Ed io son stata qui
1035con poca conclusione,
 come una imperatrice di cartone.
 CECCO
 Mia bella, eccomi a voi. (Si alza)
 Vi voglio incoronare
 e nello stesso tempo ancor sposare.
 LISETTA
1040Ringrazierò la vostra cortesia.
 BUONAFEDE
 (E pur sento un tantin di gelosia).
 CECCO
 Olà, vengano tosto
 le insegne imperiali
 e si facciano i gran cerimoniali.
 
 SCENA XIV
 
 ECCLITICO con cavalieri e servi, che portano scettro e corona per incoronare LISETTA, e detti
 
 ECCLITICO
1045Ecco già preparato
 per la pompa real l’alto apparato. (Si finge il ceremoniale dell’incoronazione di Lisetta)
 CECCO
 
    Mia principessa,
 mia monarchessa
 tutto vi dono lo scettro e il cor.
 
 LISETTA
 
1050Grazie vi rendo del vostro favor.
 
 ECCLITICO
 
    Di cor mi consolo
 con vostra maestà.
 
 LISETTA
 
    Vi sono obligata
 di tanta bontà.
 
 BUONAFEDE
 
1055   Anch’io mi rallegro
 signora maestà.
 
 LISETTA
 
    Vi sono obligata
 di tanta bontà.
 
 ECCLITICO
 
    Deh lasci che almeno... (Gli vogliono bacciar la mano)
 
 BUONAFEDE
 
1060Mi dia permissione...
 
 LISETTA
 
 Prendete, tenete, (Dà loro la mano)
 son tutta bontà.
 
 BUONAFEDE, ECCLITICO, CECCO A TRE
 
    E viva mill’anni
 la vostra maestà.
 
 CECCO
 
1065   Cara, v’abbraccio.
 
 LISETTA
 
 Senza malizia. (Abbraccia Cecco)
 
 BUONAFEDE
 
 Ed a me niente?
 
 LISETTA
 
 Senza malizia. (Abbraccia Buonafede)
 
 ECCLITICO
 
 Sono innocente.
 
 LISETTA
 
1070Senza malizia. (Abbraccia Ecclitico)
 
 TUTTI
 
 Oh che bel mondo,
 bella innocenza!
 Viver giocondo!
 Caro piacer.
 
 CECCO
 
1075   Sposa diletta.
 
 LISETTA
 
 Caro mio sposo.
 
 ECCLITICO
 
 Oh benedetta.
 
 LISETTA
 
 Siete grazioso.
 
 BUONAFEDE
 
 Ed a me niente?
 
 LISETTA
 
1080Sì buona gente,
 tutta di tutti
 senza malizia
 sempre sarò.
 
 TUTTI
 
    Senza malizia,
1085senza tristizia
 sempre amerò.
 
 LISETTA
 
    Bello l’amare
 senza bramare
 quello che avere
1090già non si può.
 
 TUTTI
 
    Senza malizia,
 senza tristizia
 sempre amerò.
 
 Fine dell’atto secondo
 
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Ecclitico.
 
 LISETTA con paggi
 
 LISETTA
 Olà paggi, staffieri,
1095camerieri, braccieri,
 datemi da sedere. Arricordatevi
 ch’io son la monarchessa.
 Vogl’esser obbedita e rispettata
 e se farete ben vi sarò grata.
1100Sopra tutto avvertite
 di nulla riportarmi
 di quel che fa il mio sposo.
 E null’a lui mai riportar di me,
 mentre ognuno di noi pensa per sé.
1105Se qualchedun sospira
 per le bellezze mie, ditelo in modo
 di non farmi arrossir. Se la fortuna
 aiutar vi vorrà con delle mancie,
 un occhio serrerò
1110né le mancie con voi dividerò.
 Ma che vedo! Son qui le mie padrone?
 Che padrone? Son io la maestà;
 mi metterò in contegno e gravità.
 
 SCENA II
 
 FLAMINIA, CLARICE e detti
 
 FLAMINIA
 (Divertiamoci un poco). (A Clarice)
 CLARICE
                                                (È tanto sciocca
1115che il sognato piacer si gode in pace).
 FLAMINIA
 (Facilmente si crede a quel che piace).
 LISETTA
 (Che dicono? Che fanno?
 All’uso feminil mormoreranno).
 FLAMINIA
 Signora, mi consolo
1120della vostra fortuna.
 LISETTA
                                       Vi ringrazio.
 CLARICE
 Me ne consolo anch’io.
 Viva vostra maestà.
 LISETTA
                                       Ragazze, addio.
 FLAMINIA
 Si ricorda, signora,
 quand’era nostra serva?
 LISETTA
                                               State zitta,
1125del nostro primo mondo mi scordai,
 come se non ci fossi stata mai.
 CLARICE
 Quest’è l’uso comune;
 chi sorte ha migliorato
 non si ricorda più del primo stato.
 LISETTA
1130Come vi piace il mondo della luna?
 FLAMINIA
 È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.
 CLARICE
 Lei ci fa tropp’onore.
 LISETTA
 Sì sì, vi voglio far questo favore.
 FLAMINIA
 (È ridicola invero).
 CLARICE
                                      (Io me la godo).
1135Mi favorisca, lei
 è proveduta ancor di cicisbei?
 LISETTA
 Oh che diamine dite?
 Oggi ho preso marito.
 CLARICE
                                           In questo mondo,
 per quel che m’hanno detto,
1140insegna della luna il galateo
 essere posto in uso il cicisbeo.
 FLAMINIA
 Quest’è commune usanza;
 e saria non averlo una increanza.
 LISETTA
 Ma io che son novella
1145trovarmi non saprei
 di questi cicisbei.
 CLARICE
                                   Fate così.
 Ditelo al vostro sposo.
 Un marito amoroso
 alla moglie prudente
1150trova egli stesso il cavalier servente.
 
    Un parigin che serva
 per mera civiltà
 col suo servir conserva
 le leggi d’onestà.
1155Guardatevi da quelli
 che voglion comandar.
 Già so che m’intendete
 né voglio mormorar.
 
    Vi basti un solo laccio
1160ch’è quel del vostro sposo.
 Fuggite il duro impaccio
 d’un cicisbeo geloso.
 Se docile è il servente,
 si puole soportar
1165ma quando è impertinente,
 si manda a far squartar.
 
 SCENA III
 
 FLAMINIA e LISETTA
 
 FLAMINIA
 Possibile, o Lisetta,
 che ti lasci acciecar dall’ambizione?
 E non vedi che questa è una illusione?
 LISETTA
1170Olà, come parlate? (Si alza)