Il prigionier superbo, partitura ms. I-Nc Rari 7.6.7-8; olim 30.4.14-15

 FLAMINIA
 Si fan delle risate
 a causa della tua sciocca credenza.
 LISETTA
 Cos’è questa insolenza?
 Lo so che per invidia voi parlate.
1175Io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 Tu sei pazza...
 LISETTA
                             Tacete.
 FLAMINIA
 Lo vedrai...
 LISETTA
                        Non v’ascolto.
 FLAMINIA
 Cecco è l’imperatore.
 LISETTA
 No, non è vero.
 FLAMINIA
                               Il lunatico impero
1180terminerà in fischiate.
 LISETTA
 Io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 
    Ritorna, sì ritorna
 al primo tuo sentiero,
 lascia dal cor l’impero,
1185la cura di regnar.
 
    Se la ragion al trono
 son le maggior tue pene,
 abbandonar conviene
 né devi sospirar.
 
 SCENA IV
 
 LISETTA sola
 
 LISETTA
1190Oh guardate, garbata signorina!
 Con me, che son regina e monarchessa,
 voler venir a far la dottoressa?
 Ma purtroppo è così. Quando si dona
 a certa gente bassa
1195un po’ di confidenza
 convien sempre temer qualche insolenza.
 
    Non voglio affanni al core,
 non vuo’ pensar a’ guai,
 non ci ho pensato mai
1200e non ci penserò.
 
    Io son d’un certo umore
 che par che mesta sia
 e pur malinconia
 dentro il mio cor non ho.
 
 SCENA V
 
 Atrio con trono.
 
 ECCLITICO, BUONAFEDE, CECCO da imperatore, ERNESTO e seguito di cavalieri e servi
 
 CECCO
1205Uomo sublunare,
 in questo nostro mondo
 le figlie, quando sono da marito,
 si maritano tosto e non si aspetta,
 come talor nel vostro mondo usate,
1210che le femine sian quasi invecchiate.
 BUONAFEDE
 Eh signor le mie figlie
 son pure ed innocenti.
 CECCO
                                            E pur si dice
 che le femine vostre
 nascon là giù con la malizia in corpo.
 ECCLITICO
1215È vero, dite bene,
 appena una ragazza sa parlare
 principia a ricercare
 cosa vuol dir sta cosa e poi quest’altra;
 e con il praticar diventa scaltra.
1220Le fanciulle alla moda
 sanno dove che il diavolo ha la coda.
 BUONAFEDE
 Ma Flaminia non sa, non sa Clarice
 distinguer dalla rapa la radice.
 CECCO
 Orsù, se queste figlie
1225hanno da star qua su,
 maritarle conviene,
 altrimenti così non stanno bene.
 BUONAFEDE
 Io mi remetto a quello che farà
 vostra più che lunare maestà.
 ECCLITICO
1230Ecco viene Flaminia, ecco Clarice,
 corteggiando la nostra imperatrice.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Tutti
 
 LISETTA
 Brave, brave ragazze, mi piacete,
 se voi mi servirete
 la mancia vi darò
1235e quanto prima vi mariterò.
 CECCO
 Sposa, venite al trono,
 se vostro sposo io sono,
 vuo’ che siam promotori e testimoni (Va in trono con Lisetta)
 di due altri felici matrimoni.
1240Espero, a voi destino (Ad Ernesto)
 Flaminia per consorte.
 La prenderete voi?
 ERNESTO
                                      Sì, mio signore,
 lieto la sposerò con tutto il core.
 CECCO
 E voi, Flaminia bella,
1245siete di ciò contenta?
 FLAMINIA
                                         Contentissima.
 ERNESTO
 Sposa mia dilettissima.
 FLAMINIA
 Adorato consorte.
 A DUE
 Oh felice momento! Oh lieta sorte!
 ERNESTO
 
    Cara, ti stringo al seno.
 
 FLAMINIA
 
1250Caro, già tu sei mio.
 
 A DUE
 
 Oh che contento, oh dio!
 Ah che mi balza in petto
 tutto brillante il cor.
 
 BUONAFEDE
 Oh figlia, oh sangue mio,
1255nel vederti gioir, giubilo anch’io.
 CECCO
 Ecclitico, a voi tocca
 render lieta e felice
 con i vostri sponsali anco Clarice.
 ECCLITICO
 Eccomi, pronto io sono
1260e della destra sua sospiro il dono.
 CECCO
 Clarice, il prenderete?
 CLARICE
                                            E perché no?
 Anzi con tutto il cor lo prenderò.
 ECCLITICO
 Ecco la mano.
 CLARICE
                            E con la mano il core.
 A DUE
 Oh felice fortuna. Oh lieto amore!
 ECCLITICO
 
1265   Sposina mia cara.
 
 CLARICE
 
 Sposino diletto.
 
 ECCLITICO
 
 Mi sento nel petto
 il core balzar.
 
 CLARICE
 
    La gioia, l’affetto
1270mi fa giubilar.
 
 A DUE
 
    Oimè che contento!
 Oimè cosa sento!
 Non posso più star.
 
 BUONAFEDE
 Cara la mia figliuola
1275il vederti contenta mi consola.
 CECCO
 Buonafede, che dite?
 Siete di ciò contento?
 BUONAFEDE
                                          Anzi ho piacere
 che sian le mie figliuole maritate.
 CECCO
 Voi stesso l’approvate?
 BUONAFEDE
                                            Signorsì...
 CECCO
1280Quando dunque è così,
 per maggior sussistenza
 del loro matrimonio,
 acciò non si rendesse un giorno vano,
 congiungetele voi di vostra mano.
 BUONAFEDE
1285Sì signor, dite bene;
 questa funzione al genitor conviene.
 
    Qua la mano, qua la mano. (A Flaminia ed Ernesto)
 Qua la mano, qua la mano. (Ad Ecclitico e Clarice)
 Vi congiungo e sposi siete.
1290State uniti, se potete;
 fra voialtri non gridate
 e al dovere non mancate
 della vostra fedeltà.
 
 CECCO
 Orsù tutto è finito.
1295Son fatti i matrimoni.
 Buonafede è contento.
 Voi siete sodisfatti.
 Ognun vada a goder la sua fortuna
 e bisogno non v’è più d’altra luna.
 ECCLITICO
1300Sì sì, voi dite bene.
 Or che siam maritati,
 or ch’è ognuno di noi lieto e giocondo,
 tornar tutti potiam al nostro mondo.
 ERNESTO
 Al mondo ritorniamo
1305e grazie a Buonafede noi rendiamo.
 BUONAFEDE
 Come? Che cosa dite?
 Intendervi non so.
 CECCO
 Meglio dunque con voi mi spiegherò.
 TUTTI
 
    Questo è quello che succede
1310a chi vuol cambiar fortuna;
 tutto spera e tutto crede
 nelle stelle e nella luna;
 ma alla fin si pentirà
 chi lunatico sarà.
 
 Fine del dramma
 
 Siegue il ballo
 
 
 
 IL MONDO NELLA LUNA
 
 
    Drama giocoso da rappresentarsi sopra il teatro di sua maestà britannica.
    London, printed by George Woodfall at the King’s Arms, Charing Cross, 1760 (price one shilling).
 
 
 PERSONAGGI
 
 PARTI SERIE
 
 ERNESTO giovine cavaliere
 (il signor Pietro Sorbelloni)
 FLAMINIA figlia di Buonafede
 (la signora Angiola Calori)
 
 PARTI BUFFE
 
 BUONAFEDE
 (il signor Carlo Paganini)
 LISETTA cameriera
 (la signora Angiola Paganini)
 CECCO servo di Ernesto
 (il signor Cristiano Tedeschini, tutti tre virtuosi di sua maestà il re di Prussia)
 
 MEZZI CARATTERI
 
 ECLITTICO finto astrologo
 (il signor Gaetano Quilici)
 CLARICE figlia di Buonafede
 (la signora Teresa Eberardi)
 
    La musica è del signor Baldassar Galuppi detto il Buranello, eseguita sotto la direzione del signor Gioacchino Cocchi, napolitano, maestro dell’insigne Ospitale degl’Incurabili di Venezia.
    Maestro di ballo il signor Gherardi. Ballerini: mademoiselle Asselin, il signor Gherardi, miss Polly Capitani, monsieur Tariot.
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Notte con luna. Terrazzo con torre o sia specula. Gran canocchiale su due cavalletti. Quattro fanali che illuminano il terrazzo.
 
 ECLITTICO e scolari d’astrologia, poi BUONAFEDE
 
 CORO
 
    Bella dea del terzo cielo
 cogl’influssi tuoi felici,
 or ch’è ascoso il dio di Delo,
 tu consola i buoni amici,
5dona ognor buona fortuna
 agli amanti della luna. (I scolari prendono il canocchiale e lo portano dentro alla specula, vedendosi spuntar fuori dalla sommità della medesima)
 
 ECLITTICO
 Basta, basta; discepoli,
 prendete l’arcimassimo
 mio canocchial novissimo,
10drizzatel sulla specula
 perpendicolarmente inver l’eclittica.
 Oh le gran belle cose
 che ad intender si danno
 a quei che poco sanno per natura!
15Oh che gran bel mestiero è l’impostura!
 Io fo la parte mia
 con finta astrologia.
 Ecco quel buon cervello
 del signor Buonafede.
20A lui, che tutto crede,
 con una machinetta,
 inventata dal mio sottile ingegno,
 far un colpo galante ora m’impegno.
 BUONAFEDE
 Si puole entrar?
 ECLITTICO
                                 Sì, venga, mi fa grazia.
 BUONAFEDE
25Servo, signor Eclittico,
 in che cosa si sta lei divertendo?
 ECLITTICO
 Nella speculazion di varie stelle.
 BUONAFEDE
 Oh bellissime cose!
 Anche io di astrologia son dilettante.
30Ma quel che mi dà pena
 è il non saper trovar dottrina alcuna
 che mi sappia spiegar cosa è la luna.
 ECLITTICO
 Quel corpo bello, luminoso e tondo
 che credete che sia? È un altro mondo.
 BUONAFEDE
35Oh che cosa mi dite?
 La luna è un altro mondo?
 Come siete arrivato
 a scoprir cosa tale?
 ECLITTICO
 Ho fatto un canocchiale
40che arriva a penetrar cotanto in dentro
 che veder fa la superficie e il centro.
 BUONAFEDE
 Oh bellissima cosa!
 Ma dite, non potrei,
 caro Eclittico mio,
45col vostro canocchial vedere anche io?
 ECLITTICO
 E perché no? Nella specula entrate,
 nel canocchial mirate;
 cose belle vedrete,
 cose rare, per cui voi stupirete.
 BUONAFEDE
50Vado e provare io voglio
 se con quel canocchial sì lungo e tondo
 alla luna posso io vedere il fondo. (Entra nella specula)
 ECLITTICO
 Olà, Claudio, Pasquino,
 la machina movete,
55fate ch’ella s’appressi al canocchiale,
 onde mirando in quella
 il signor Buonafede
 muoversi le figure ad una ad una
 creda mirar nel mondo della luna.
60Il signor Buonafede
 ora di veder crede
 le lunatiche donne sol lassù
 e lunatiche sono ancor qua giù. (I due scolari portano una machina illuminata che accostano alla cima del canocchiale e dentro la quale si muovono alcune figure)
 BUONAFEDE
 Ho veduto, ho veduto.
 ECLITTICO
                                           E cosa mai?
 BUONAFEDE
65Ho veduto una cosa bella assai. (Buonafede esce dalla specula ridendo. I due scolari si ritirano colla machina)
 
    Ho veduto una ragazza
 far carezze ad un vecchietto.
 Oh che gusto! Oh che diletto
 che quel vecchio proverà!
 
70   Oh che mondo benedetto!
 Oh che gran felicità! (Buonafede ritorna nella specula e i scolari presentano di nuovo la machina alla cima del canocchiale)
 
 ECLITTICO
 Se una ragazza fa carezze a un vecchio,
 non la sprona l’amor ma l’interesse.
 Lo vezzeggia, l’adora
75ma che crepi il meschin non vede l’ora.
 BUONAFEDE
 Ho veduto, ho veduto.
 ECLITTICO
                                           E che, signore?
 BUONAFEDE
 Una cosa per cui rido di cuore. (Buonafede e gli scolari come sopra)
 
    Ho veduto un buon marito
 bastonar la propria moglie,
80per correggere il prurito
 d’una certa infedeltà.
 
    Oh che mondo ben compito!
 Oh che gusto che mi dà!
 
 Caro signor Eclittico,
85ho veduto gran cose;
 e per farvi veder che son contento
 questa borsa tenete.
 ECLITTICO
                                        Oh meraviglio!
 BUONAFEDE
 Eh, prendetela, via, che io così vo’.
 ECLITTICO
 Se volete così la prenderò.
 BUONAFEDE
90Diman ritornerò.
 ECLITTICO
                                   Siete padrone.
 BUONAFEDE
 Certo quel canocchiale è assai ben fatto;
 tutto, tutto si vede. Ho un gusto matto!
 
    Al bello di quel mondo
 resistere chi può?
95Io non lo posso, no.
 
    Mi sento il sangue muovere,
 mi sento il core struggere,
 mi si squonquassa il solido,
 mi bolle tutto l’umido,
100resistere non so.
 
 SCENA II
 
 ECLITTICO, ERNESTO e CECCO
 
 ERNESTO
 Amico, vi son schiavo.
 ECLITTICO
 Servo, signor Ernesto.
 CECCO
                                           Riverisco
 il signor segretario della luna.
 ECLITTICO
 Sei pazzo e tal morrai.
 ERNESTO
                                           Veduto uscire
105ho dalla vostra casa
 il signor Buonafede; è vostro amico?
 ECLITTICO
 Amico ed amicone
 della mia strepitosa professione.
 ERNESTO
 Egli ha una bella figlia.
 ECLITTICO
                                             Anzi ne ha due.
 CECCO
110Anzi rassembra a me
 che colla cameriera n’abbia tre.
 ERNESTO
 Son di Flaminia amante.
 ECLITTICO
 Ed io Clarice adoro.
 CECCO
 Per Lisetta ancor io spasimo e moro.
 ECLITTICO
115Corrisponde Flaminia all’amor vostro?
 ERNESTO
 M’ama con tutto il cor.
 CECCO
                                            La mia Lisetta
 per le bellezze mie pare impazzita.
 ECLITTICO
 E Clarice è di me pur invaghita.
 Ditemi, vogliam noi
120rapirle a questo pazzo.
 ERNESTO
                                            Il ciel volesse!
 ECLITTICO
 Secondatemi dunque e non temete.
 CECCO
 Oh bravo!
 ERNESTO
                      E come mai?
 ECLITTICO
                                                Tutto saprete.
 Preparate monete,
 preparate di far quel che dirò
125e la parola mia vi manterrò. (Parte)
 ERNESTO
 Vado in questo momento
 denaro a proveder. Tu va’, m’attendi
 d’Eclittico all’albergo, ove dimani,
 mercé il di lui talento,
130spero che l’amor mio sarà contento.
 
    Amor dal petto
 mi trasse il core;
 un dolce affetto,
 un bell’ardore
135mi riempie l’anima,
 m’infiamma il sen.
 
    Deh non m’inganni
 la mia speranza;
 i crudi affanni
140dell’incostanza
 deh non m’aspergano
 di rio velen.
 
 CECCO
 Qualche volta il padrone mi fa ridere;
 ei segue il mondo stolido,
145cambia alle cose il termine
 e il nome cambia bene spesso agli uomini.
 Per esempio ad Eclittico
 si dice uom sagacissimo;
 e pure è un impostore perfettissimo.
 
150   Mi fanno ridere
 quelli che credono
 che quel che vedono
 sia verità.
 
 SCENA III
 
 Camera in casa di Buonafede con loggia. Tavolino con lumi e sedie.
 
 CLARICE e poi FLAMINIA
 
 CLARICE
 Ah venite germana,
155andiam su quella loggia
 a goder della notte il bel sereno.
 FLAMINIA
 Se il genitore austero
 ci ritrova colà, misere noi.
 CLARICE
 Che badi a’ fatti suoi;
160perch’io per vero dire,
 stanca di questa suggezzion noiosa,
 non veggio l’ora d’essere la sposa.
 FLAMINIA
 Se l’accordasse il padre,
 spererei con Ernesto esser felice.
 CLARICE
165Lo spererei anche io
 con Eclittico mio.
 FLAMINIA
 Ma il genitore, io temo,
 non vorrà sodisfarci.
 CLARICE
                                        Evvi in tal caso
 un ottimo espediente;
170maritarci da noi senza dir niente.
 FLAMINIA
 Ciò so che non conviene a onesta figlia
 ma se amor mi consiglia,
 e il padre a me s’oppone,
 io temo che all’amor ceda ragione.
 
175   Più temer non posso mai
 quel destin che mi minaccia,
 il coraggio io ritrovai
 nella speme del mio ben.
 
 SCENA IV
 
 CLARICE, poi ECLITTICO
 
 CLARICE
 Ecco Eclittico, il mio bell’amorino.
 ECLITTICO
180Adorata Clarice, a voi m’inchino. (Si fanno delle riverenze in caricatura)
 CLARICE
 Obbligata di cuor.
 ECLITTICO
                                    Son tutto vostro;
 v’inchino un’altra volta e a voi mi prostro.
 CLARICE
 Profondamente anche io vi risaluto.
 ECLITTICO
 Gran novità! M’impegno
185che in questo stesso giorno
 il signor Buonafede, vostro padre, (Ride)
 ch’è un solenne baggiano,
 ci unisca in matrimonio di sua mano.
 CLARICE
 Mi fate giubilar. Ma come?
 ECLITTICO
                                                    Il tutto
190vi spiegherò fra poco;
 v’è per tutte le cose il tempo e il loco.
 Spiegatemi un po’ voi, bella, il perché
 tanto verso di me
 il vostro genio inclina.
 CLARICE
195Perché siete un grand’uomo di dottrina,
 perché quando v’avrò, mio caro astrologo,
 tutto nel poter mio,
 voglio imparare a strologare anche io.
 ECLITTICO
 Bella, v’insegnerò
200tutto quello che posso e quel che so.
 Venite qua, carina. (Vuole accarezzarla)
 CLARICE
                                       Oh, è troppo presto.
 Mi fate vergognar. (Oh quanto è lesto!)
 ECLITTICO