Artaserse, libretto, Parigi, Quillau, 1755

 di adular per piacere.
 GIACINTO
                                          Ah non temete;
 io vi stimo assai più che non credete.
 ROSANNA
 Per or godo l’onore
815che siate mio pastore
 ma, terminata poi l’Arcadia nostra,
 pastorella non son, non son più vostra.
 GIACINTO
 Chi sa? Se non sdegnate
 di chi v’adora il core,
820io per sempre sarò vostro pastore.
 ROSANNA
 Felicissima Arcadia allor direi,
 se tutti i giorni miei
 lieta passar potessi al colle, al prato
 col mio pastor, col mio Giacinto a lato.
 
825   Se di quest’alma i voti
 ascolta il dio d’amor,
 lieto sarà il mio cor,
 sarò felice.
 
    Per or di più non dico
830ma forse un dì verrà
 che il labbro dir potrà
 quel ch’or non lice. (Parte)
 
 SCENA V
 
 GIACINTO solo
 
 GIACINTO
 Purtroppo è ver che s’introduce il foco
 d’amor ne’ nostri petti e a poco a poco
835queste villeggiature,
 in cui sì francamente
 tratta e conversa ognun di vario sesso,
 queste cagionan spesso
 nella stagion de’ temperati ardori
840impegni, servitù, dolcezza, amori.
 
    Per passar dagli occhi al core
 apre il varco al dio d’amore
 la moderna libertà.
 
    Anche amore andria sommesso
845se si usasse col bel sesso
 la primiera austerità. (Parte)\d
 
 SCENA VI
 
 Camera.
 
 FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO