Artaserse, libretto, Stoccarda, Cotta, 1756

 SCENA III
 
 ARTABANO solo
 
 ARTABANO
 I tuoi deboli affetti
 vinci, Artabano. Un temerario figlio
 s'abbandoni al suo fato. Ah che nel core
 condannarlo non posso. Io l'amo appunto
470perché non mi somiglia. A un tempo istesso
 e mi sdegno e l'ammiro;
 e d'ira e di pietà fremo e sospiro. (Parte)