Artaserse, libretto, Stoccarda, Cotta, 1756

 ARTASERSE
 Risolverò; ma con qual core... Oh dio!
 
    Deh respirar lasciatemi
480qualche momento in pace;
 capace di risolvere
 la mia ragion non è.
 
    Mi trovo in un istante
 giudice, amico, amante
485e delinquente e re. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 MANDANE, SEMIRA, ARBACE, ARTABANO,
 MEGABISE e guardie
 
 ARBACE
 (E innocente dovrai
 tanti oltraggi soffrir, misero Arbace!) (Da sé)
 MEGABISE
 (Che avvenne mai!)
 SEMIRA
                                        (Quante sventure io temo).
 MANDANE
 (Io non spero più pace).
 ARTABANO
                                               (Io fingo e tremo).
 ARBACE
490Tu non mi guardi o padre! Ogn’altro avrei
 sofferto accusator senza lagnarmi;
 ma che possa accusarmi,
 che chieder possa il mio morir colui
 che il viver mi donò m’empie d’orrore,
495stupido il cor mi fa gelar nel seno.
 Senta pietà del figlio il padre almeno.
 ARTABANO
 
    Non ti son padre,
 non mi sei figlio,
 pietà non sento
500d’un traditor.
 
    Tu sei cagione
 del tuo periglio,
 tu sei tormento
 del genitor. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 ARBACE, SEMIRA, MANDANE e MEGABISE e guardie
 
 ARBACE
505Ma per qual fallo mai
 tanto, o barbari dei, vi sono in ira.
 M’ascolti, mi compianga almen Semira.
 SEMIRA
 
    Torna innocente e poi
 t’ascolterò, se vuoi,
510tutto per te farò.
 
    Ma finché reo ti veggio,
 compiangerti non deggio,
 difenderti non so. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 ARBACE, MANDANE, MEGABISE e guardie
 
 ARBACE
 E non v’è chi m’uccida! Ah Megabise
515s’hai pietà...