Artaserse, libretto, Stoccarda, Cotta, 1756

 SCENA VII
 
 ARBACE e poi MANDANE
 
 ARBACE
 Né pur qui la ritrovo. Almen vorrei
910dell'amata Mandane
 calmar gli sdegni e l'ire,
 rivederla una volta e poi partire.
 In più segreta parte
 forse potrò... Ma dove
915temerario m'inoltro? Eccola, o dei!
 Ardir non ho di presentarmi a lei. (Si ritira in disparte inosservato)
 MANDANE
 Olà, non si permetta in queste stanze
 a veruno l'ingresso. Eccovi al fine, (Ad un paggio, il quale ricevuto l’ordine rientra dalla scena donde è uscito Arbace)
 miei disperati affetti,
920eccovi in libertà. Del caro amante
 versai barbara il sangue. Il sangue mio (Impugna uno stilo in atto d’uccidersi)
 è tempo di versar.
 ARBACE
                                    Fermati.
 MANDANE
                                                       O dio! (Vedendo Arbace le cade lo stilo)
 ARBACE
 Quale ingiusto furor...
 MANDANE
                                           Tu in questo luogo!
 Tu libero! Tu vivo!
 ARBACE
                                     Amica destra
925i miei lacci disciolse.
 MANDANE
                                         Ah fuggi, ah parti;
 misera me! Che si dirà, se alcuno
 qui ti ritrova? Ingrato,
 lasciami la mia gloria.
 ARBACE
                                           E chi poteva,
 mio ben, senza vederti
930la patria abbandonar?
 MANDANE
                                           Da me che vuoi,
 perfido traditor?
 ARBACE
                                  No, principessa,
 non dir così. So ch'hai più bello il core
 di quel che vuoi mostrarmi; è a me palese;
 tu parlasti, o Mandane, e Arbace intese.
 MANDANE
935O mentisci o t'inganni o questo labbro
 senza il voto dell'alma
 per uso favellò.
 ARBACE
                               Ma pur son io
 ancor la fiamma tua.
 MANDANE
                                         Sei l'odio mio.
 ARBACE
 Dunque, crudel, t'appaga. (Presentandole la spada nuda)
940Ecco il ferro, ecco il sen, prendi e mi svena.
 MANDANE
 Saria la morte tua premio e non pena.
 ARBACE
 È ver, perdona, errai.
 Ma questa mano emenderà... (In atto di uccidersi)
 MANDANE
                                                         Che fai?
 Credi forse che basti
945il sangue tuo per appagarmi? Io voglio
 che pubblica, che infame
 sia la tua morte e che non abbia un segno,
 un'ombra di valor.
 ARBACE
                                     Barbara, ingrata, (Getta la spada)
 morrò come a te piace;
950torno al carcere mio. (In atto di partire)
 MANDANE
                                         Sentimi Arbace.
 ARBACE
 Che vuoi dirmi?
 MANDANE
                                 Ah nol so.
 ARBACE
                                                     Sarebbe mai
 quello che mi trattiene
 qualche resto d'amor?
 MANDANE
                                           Crudel che brami?
 Vuoi vedermi arrossir? Salvati, fuggi,
955non affliggermi più.
 ARBACE
                                        Tu m'ami ancora,
 se a questo segno a compatirmi arrivi.
 MANDANE
 No, non crederlo amor, ma fuggi e vivi.
 ARBACE
 
    Tu vuoi che io viva, o cara;
 ma se mi nieghi amore,
960cara, mi fai morir.
 
 MANDANE
 
    O dio, che pena amara!
 Ti basti il mio rossore;
 più non ti posso dir.
 
 ARBACE
 
 Sentimi...
 
 MANDANE
 
                      No.
 
 ARBACE
 
                                Tu sei...
 
 MANDANE
 
965Parti dagli occhi miei,
 lasciami per pietà.
 
 A DUE
 
    Quando finisce, o dei,
 la vostra crudeltà!
 
    Se in così gran dolore
970d'affanno non si muore
 qual pena ucciderà! (Parte)