Attilio Regolo, libretto, Parigi, Quillau, 1755

 l’error d’un padre alla virtù d’un figlio.
 CORO
 
1630   Giusto re, la Persia adora
 la clemenza assisa in trono,
 quando premia col perdono
 d’un eroe la fedeltà.
 
    La giustizia è bella allora
1635che compagna ha la pietà.
 
 Il fine
 
 
 ARTASERSE
 
    Dramma per musica da rappresentarsi alla corte elettorale palatina nel carnevale dell’anno MDCCLI, per comando del serenissimo elettore.
    Mannheim, dalla stamperia elettorale, appresso Nicola Pierron.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Artabano, prefetto delle guardie reali di Serse, vedendo ogni giorno più diminuirsi la potenza del suo re, dopo le disfatte ricevute da’ Greci, sperò di poter sacrificare alla propria ambizione, col suddetto Serse, tutta la famiglia reale e salire sul trono della Persia. Valendosi perciò del commodo che gli prestava la familiarità ed amicizia del suo signore, entrò di notte nelle stanze di Serse e l’uccise. Irritò quindi i principi reali, figli di Serse, l’uno contro l’altro in modo che Artaserse uno de’ suddetti figli, fece uccidere il proprio fratello Dario, credendolo parricida, per insinuazione d’Artabano. Mancava solo a compire i disegni del traditore la morte d’Artaserse, la quale da lui preparata e per vari accidenti, i quali prestano al presente drama gli ornamenti episodici, differita, finalmente non può eseguirsi, essendo scoperto il tradimento ed assicurato Artaserse. Qual scoprimento e sicurezza è l’azzione principale del dramma.
 
    La poesia è del celebre signor abbate Pietro Metastasio. La musica è del signor Nicolò Jomelli, maestro di capella di San Pietro in Roma. Le nuove decorazioni sono del invenzione del signor Stefano Schenck, architetto teatrale di sua altezza serenissima elettorale. I balli sono composti dal signor Poitevin, maestro de’ baletti di sua altezza serenissima elettorale.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENA
 
    Nell’atto primo, scena I: real giardino interno nel palazzo de’ re di Persia, notte con luna; scena VIII: reggia.
    Nell’atto secondo, scena I: appartamenti reali; scena VIII: gran sala del real consiglio con trono da un lato, sedili dall’altro per i grandi del regno, tavolino e sedia alla destra del suddetto trono.
    Nell’atto terzo, scena I: parte interna della fortezza in cui è trattenuto Arbace; scena V: gabinetto; scena VIII: luogo magnifico destinato per la coronazione d’Artaserse, trono da un lato con sopra scettro e corona, ara nel mezzo con simulacro del Sole.
 
 
 PERSONAGGI
 
 ARTASERSE principe e poi re di Persia, amico d’Arbace ed amante di Semira
 (il signor Enrico Pesarini, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 MANDANE sorella d’Artaserse ed amante d’Arbace
 (la signora Rosa Bleckmann, virtuosa di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 ARTABANO prefetto delle guardie reali, padre d’Arbace e di Semira
 (il signor Pietro Sarselli, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 ARBACE amico d’Artaserse ed amante di Mandane
 (il signor Mariano Lena, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 SEMIRA sorella d’Arbace ed amante d’Artaserse
 (la signora Carolina Sarselli, virtuosa di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 MEGABISE generale dell’armi e confidente d’Artabano
 (il signor Filippo Galetti, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 
    L’azzione si rappresenta nella città di Susa, reggia dei monarchi persiani.
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino nel palazzo de’ re di Persia. Notte con luna.
 
 MANDANE ed ARBACE
 
 ARBACE
 Addio.
 MANDANE
                Sentimi Arbace.
 ARBACE
                                                Ah, che l’aurora,
 adorata Mandane, è già vicina
 e se mai noto a Serse
 fosse ch’io venni in questa reggia ad onta
5del barbaro suo cenno, in mia difesa
 a me non bastarebbe
 un trasporto d’amor che mi consiglia;
 non bastarebbe a te d’essergli figlia.
 MANDANE
 Saggio è il timor. Questo real soggiorno
10periglioso è per te; ma puoi di Susa
 fra le mura restar, Serse ti vuole
 esule dalla reggia
 ma non dalla città. Non è perduta
 ogni speranza ancor, sai che Artabano
15il tuo gran genitore
 regola a voglia sua di Serse il core;
 che a lui di penetrar sempre è permesso
 ogni interno recesso