Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 se ha speme il vil di libertà, di vita.
 Qual pro che torni a Roma
 chi a Roma porterà l’orme sul tergo
 della sferza servil? Chi l’armi ancora
310di sangue ostil digiune
 vivo depose e per timor di morte
 del vincitor lo scherno
 soffrir si elesse? Oh vituperio eterno!
 MANLIO
 Sia pur dannoso il cambio,
315a compensarne i danni
 basta Regolo sol.
 REGOLO
                                 Manlio t’inganni.
 Regolo è pur mortal. Sento ancor io
 l’ingiurie dell’etade. Utile a Roma
 già poco esser potrei. Molto a Cartago
320ben lo saria la gioventù feroce
 che per me rendereste. Ah sì gran fallo
 da voi non si commetta. Ebbe il migliore
 de’ miei giorni la patria; abbia il nemico
 l’inutil resto. Il vil trionfo ottenga
325di vedermi spirar; ma vegga insieme
 che ne trionfa invano,